Dimensionamento scolastico, Flc Cgil Basilicata: Bardi non è un “buon padre”e neanche un lontano parente della scuola lucana. Di seguito la nota integrale.
Fanno sorridere e al contempo sconcertano le dichiarazioni del Presidente Bardi, che oltre ad essere stato tutto tranne che “un buon padre di famiglia” sulla vicenda del dimensionamento scolastico, dimostra di conoscere poco o nulla il mondo della scuola, in buona compagnia dell’assessore Casino.
Continuare a minimizzare gli effetti di questo dimensionamento significa prendere in giro i cittadini lucani, i cui interessi sono stati sacrificati in nome della contiguità politica col governo nazionale, rispetto al quale Bardi si è dimostrato supino.
In realtà la perdita di ben 26 autonomie e a regime di 28 (una su quattro, con la percentuale di riduzione più alta d’Italia), èuna vera e propria aggressione al sistema scolastico lucano, uno schiaffo alle comunità educanti che avrà ricadute pesantissime sulla funzionalità delle scuole e sulla qualità dell’offerta formativa.
Si è trattato dell’ennesimo atto ostile nei confronti della scuola pubblica, considerata come uno spreco da tagliare e non come un investimento per il futuro del Paese.
Colpisce in tutta questa vicenda, come abbiamo avuto modo di sottolineare in diverse occasioni, l’insipienza politica e la totale inerzia della regione Basilicata, il cui atteggiamento inconcludente e rinunciatario è sotto gli occhi di tutti: sia sul piano politico, dove avrebbe potuto, e dovuto, costruire un’interlocuzione col governo nazionale per scongiurare l’applicazione di questa sciagurata norma o quantomeno di chiedere una proroga, sia sul piano istituzionale, facendo sentire la propria voce nella Conferenza Unificata, che è il luogo deputato a far valere le proprie ragioni, sia sul piano giuridico-costituzionale, sollevando il conflitto di attribuzioni rispetto ad una norma che ha calpestato le prerogative regionali in materia di organizzazione scolastica, come hanno fatto altre regioni, e a prescindere dagli esiti.
Regione che ha deciso, peraltro, di approvare il piano in Giunta e non in Consiglio, come avevamo chiesto al fine di favorire un dibattito pubblico su un tema di rilevante impatto sulla scuola lucana, preferendo invece operare col “favore delle tenebre”.
Dalle proposte delle commissioni III e IV , incaricate dal Presidente Bardi ad “effettuare una verifica puntuale di tutte le esigenze provenienti dai territori”(di cui nessun componente proviene dal mondo scolastico) è emersa un’analisi mirata più a colpire territori non allineati che a una puntuale applicazione delle linee guida elaborate ed approvate dalla stessa giunta, oltre ad una valutazione molto parziale e “di parte” solo di alcune delle richieste pervenute,valutate più sulla base dell’appartenenza politica che nel merito .
Il risultato di tutta questa operazione è il complessivo impoverimento del nostro sistema scolastico, la cui furia aggregatrice si concentra prevalentemente sugli istituti comprensivi, ed in particolare su quelli dei comuni più grandi, dove avremo numeri spropositati per una piccola regione come la nostra, mentre nelle zone più interne, oltre ad avere numeri comunque consistenti, i comprensivi saranno articolati su un numero elevato di comuni e di plessi.
Tutta l’istruzione del ciclo primario, dove viceversa occorreva avere una maggiore attenzione in ragione dell’età evolutiva dei bambini e dei ragazzi coinvolti nella fase del primo apprendimento, si struttura all’interno di contenitori abnormie di scuole ad elevata complessità gestionale, con inevitabili ricadute negative sulla qualità dell’istruzione, considerato che l’elemento organizzativo e quello didattico sono strettamente intrecciati.
In secondo luogo si approfondirà il solco tra istruzione liceale e istruzione tecnica e professionale, a svantaggio di quest’ultima, sulla quale gravanoi processi di accorpamento previsti per la scuola secondaria di II grado. Un segmento che oggi rischia l’impoverimento culturale per effetto di un ddl di riforma che accorcia di un anno i percorsi, taglia le ore di italiano e matematica e aumenta le ore di alternanza scuola-lavoro, affida a docenti esterni parte del curricolo, secondo un modello duale che relega la filiera tecnologico-professionale ad un ruolo ancillare rispetto al mondo delle imprese.
Altro che semplice riassetto delle dirigenze scolastiche!
Anche perché le ripercussioni in termini di organico non sono limitate ai dirigenti scolastici, ma si estenderanno tutto il personale Ata, ed in particolare a dsga, assistenti amministrativi e collaboratori scolastici. Da una prima stima si perderanno approssimativamente circa 150 posti Ata a livello regionale, che oltre a depauperare le scuole che già oggi non riescono a garantire adeguatamente i servizi ausiliari e amministrativi, comporterà la perdita di posti lavoro in una regione caratterizzata da una terribile trappola demografica e con un indice di disoccupazione, soprattutto giovanile, molto alto, come dimostrano i recenti dati Svimez.
Noi non ci rassegniamo e proseguiremo questa battaglia fino in fondo. Continueremo a non assistere inerti allo scardinamento del nostro sistema scolastico e faremo di tutto per scongiurarlo, compresa anche l’impugnativa della delibera, perché la posta in gioco è alta, è la salvaguardia della scuola costituzionale, laica e pubblica, che accoglie e crea cittadini, che non merita di essere disarticolata con provvedimenti dettati da logiche ragionieristiche e di risparmio.
Una scuola che meriterebbe ben altri investimenti e cospicui investimenti, per ridurre il numero di alunni per classe, per generalizzare la scuola dell’infanzia, per portare l’obbligo scolastico 18 anni, per potenziare gli organici, per la sicurezza e l’edilizia scolastica.
Questi obiettivi passano anche attraverso la mobilitazione messa in campo contro questo dimensionamento scolastico, che ha visto unirsi istituzioni, sindacati, mondo della scuola, sindaci, studenti, e ci auguriamo che questa comunità di persone e di intenti che si è coagulata attorno a questo tema possa ritrovarsi in futuro anche per le battaglie che faremo a difesa della scuola pubblica.