“Ancora non riusciamo a far sì che domanda e offerta si incontrino, queste le parole del Segretario della Confsal Basilicata”. Ad oggi, prosegue de Grazia, “il mismatch coinvolge, a livello nazionale, circa 250 mila assunzioni rispetto alle 508 mila previste. Sono i dati che emergono dal bollettino Excelsior realizzato da Unioncamere e Anpal.
A gennaio l’industria complessivamente ha in programma 172mila assunzioni (-1,1% su base annua) 121mila delle quali nelle industrie manifatturiere e nelle public utilities, mentre le altre 51mila riguardano il settore delle costruzioni. I servizi prevedono di assumere in totale 336mila lavoratori (+2,0% su base annua).
Positive sono le previsioni per la Basilicata, che vedono possibili 2870 mila assunzioni nel mese di gennaio e 8220 mila nel primo trimestre del 2024.
Dati che ci sollevano, solo, in parte purtroppo, perché il comparto dell’Automotive continua a generare preoccupazioni e incertezze. Altro dato negativo è il costante spopolamento, che non colpisce più, solo, le zone interne e meno collegate.
Occupazione e spopolamento, quindi, saranno la spada di damocle della politica per il prossimo futuro.
Negli ultimi 7-8 anni il Sud ha perso circa mezzo milione di giovani. Si tratta del potenziale umano che doveva diventare capitale umano, e che, insieme al progetto industriale, rappresenta uno dei due pilastri per portare avanti qualsiasi discorso di sviluppo economico. Prendiamo atto che il divario, anziché ridursi, continua ad aumentare. Ci abbiamo messo anni per individuare le ZES, come fatto in Basilicata, ma è necessario che tutto il Mezzogiorno diventi un’unica zona di sviluppo privilegiato.
Come Confsal, stiamo dicendo a tutti i tavoli che è necessario privilegiare l’economia debole.
Il mondo economico, purtroppo non è tutto uguale!
C’è un 85% di economia forte che regge il mercato e la contrattazione, poi c’è un’economia debole che non dispone di una redditività sufficiente a garantire salari dignitosi. Proponiamo che le risorse della fiscalità vadano a sostenere quell’economia debole che pure dà lavoro a oltre 3 milioni di persone.
Manca una ‘fabbrica delle competenze’, un sistema della formazione capace di sfruttare le competenze presenti sui territori e che riesca a far incontrare domanda e offerta occupazionale abbattendo, notevolmente il mismatch.
Bisogna fortificare l’istruzione tecnica superiore, raccordare la formazione professionale regionale e chiedere uno sforzo al mondo accademico che oggi si limita a una formazione didattica del sapere tecnico scientifico, e non del sapere reale, che corrisponde a ciò che serve al mondo del lavoro.
Questi sono una parte dei temi che sottoporremo ai candidati alla presidenza della regione Basilicata per evitare che nei prossimi anni, la nostra regione venga colpita dalla desertificazione culturale sociale ed economica”.