Maltrattamenti al Centro permanenza per rimpatri di Palazzo San Gervasio, interrogazione parlamentare di Fratoianni e Grimaldi (Verdi Sinistra): Il governo ritiri scelta di aumentare i Cpr, luoghi di tortura. Come a Milano e a Gradisca, spazi fuori dal diritto. Di seguito la nota integrale.
Vogliamo sapere dal governo se intende riconsiderare la scelta di rafforzare la rete dei centri di permanenza per i rimpatri che si confermano sempre più luoghi di segregazione e discriminazione. I Cpr sono luoghi dove la sfera dei diritti dei migranti reclusi viene illegittimamente compressa, e non intende prevedere al contrario il loro superamento in favore di un sistema di accoglienza diffusa.
È quanto chiede Alleanza Verdi Sinistra, primi firmatari Nicola Fratoianni e il vicecapogruppo a Montecitorio Marco Grimaldi, nell’interrogazione parlamentare dedicata al Cpr di Palazzo San Gervasio in provincia di Potenza che è al centro di un’inchiesta della procura della Repubblica con una trentina di indagati e ha portato agli arresti domiciliari un ispettore della Polizia e ad altre misure cautelari a carico dei gestori e di un medico in servizio nella struttura.
Nell’interrogazione si ricorda che ‘secondo il procuratore della Repubblica di Potenza i migranti venivano «trattati come scimmie» e a Palazzo San Gervasio sono stati riscontrati trattamenti non degni di un Paese civile; secondo le testimonianze i migranti venivano imbottiti a loro insaputa di Rivotril, farmaco antiepilettico e di altri e le indagini hanno accertato che la pratica di minacciare i migranti per ottenere che assumessero i farmaci era diffusa e induceva, alcuni migranti, ad uno stato di prostrazione con menomazione della dignità umana e lesione della libertà morale; almeno 35 persone sarebbero state maltrattate, con un consumo abnorme di Rivotril, come il Valium.
È emerso anche il mancato rispetto delle previsioni stabilite dall’appalto, con un profitto di oltre 300 mila euro generato da una gestione al di sotto degli standard delle ore di servizio di medici e infermieri mentre in un altro filone dell’inchiesta della magistratura è emerso un vero e proprio monopolio dell’assistenza legale per i contenziosi per il rimpatrio, con parcelle, in un caso, anche di 700 mila euro, liquidate dallo Stato ad un solo studio legale; per gli investigatori, la società Engel che ha avuto in gestione il centro dal 2018 al 2022, è riconducibile alla società Martinina che gestiva a Milano il Cpr di via Corelli, sequestrato a dicembre 2023, e oggetto di un’inchiesta della procura di Milano per violazioni dei diritti umani e diverse opacità nella gestione e nei servizi forniti.
Lo Stato ha il dovere di preservare la dignità umana specialmente in quei luoghi, come lo sono i Cpr, in cui le persone vengono private della libertà personale pur non avendo commesso nessun reato ed è compito di chi gestisce i centri garantire e fornire adeguata assistenza sanitaria, psicologica e legale.
Questa vicenda del Cpr in Basilicata si aggiunge a quanto già emerso nei Cpr di via Corelli a Milano e di Gradisca, in Friuli, a dimostrazione di come il sistema di detenzione amministrativa, consegnato peraltro agli interessi privati, sia composto da luoghi di segregazione e discriminazione, spazi fuori dal diritto.