Francesco Mollica già Presidente del Consiglio Regionale di Basilicata e Capogruppo al Comune di Venosa: “Federalismo fiscale: le istituzioni non condannino i territori all’emarginazione definitiva”. Di seguito la nota integrale.
Dopo anni riprende in Senato il dibattito sul “ Federalismo fiscale”, una legge delega del 2009 fortemente voluta da un solo partito della compagine Governativa del tempo ( Lega) e, sicuramente, frutto di un compromesso politico, malgradito dalle altre forze alleate a giudicare dal rallentamento subìto fino ad ora, limitandosi , per fortuna, solo a qualche intervento sperimentale .
Alla discussione sul tema , che imperversa da giorni sulla stampa, mi inserisco anch’io sperando di offrire spunti di riflessione ulteriori, non fosse altro per essermene occupato , anni addietro , da Presidente del Consiglio Regionale di Basilicata, nell’ambito della Conferenza dei Presidenti delle Assemblee Legislative delle Regioni.
Già allora l’argomento sollevava , e non a torto, molteplici perplessità sulle reali conseguenze che una tale riforma avrebbe comportato e, già allora , si discuteva sui LEP ( Livelli essenziali di prestazioni) ora LUP ( Livelli uniformi delle prestazioni), focalizzando l’attenzione, inevitabilmente, sull’ innegabile e oggettiva diversità ( economico e sociale) tra le Regioni del Nord e quelle del Sud.
In questi anni si è discusso tanto, tanti i Convegni che si sono sprecati sul tema, tante le opinioni di politologi, intellettuali , economisti ma, mi chiedo: In pratica quali azioni sono state intraprese per permettere quel passo avanti , per diminuire quel “ divario” e rendere , concretamente i LEP (o LUP) fattibili per tutte le Regioni e, quindi , rendere possibile la fruizione in maniera egualitaria dei servizi da parte di tutti i Cittadini?
Lo stesso PNRR- ormai al termine – che doveva essere un’azione concreta ed utile allo scopo , destinando il 40% delle risorse al Sud , si è rivelato inefficace perché , da quel 40% , si è pensato bene di distrarre fondi per destinarli , guarda caso. ad opere del Nord, accentuando ancora di più proprio quel “divario” che si voleva – almeno nelle intenzioni- assottigliare.
Dunque, se le premesse sono queste converrete con me che c’ è ben poco da esultare soprattutto se è proprio la politica a causare il prevedibile ed incontrovertibile collasso dei Comuni ed a cascata delle Province e delle Regioni del Sud . Il 16 sono previste manifestazioni in molte città Italiane , anche a Potenza, per gridare davanti alle Prefetture la propria contrarietà al procedere di questa sciagurata norma . Non si può ignorare questo grido consapevole per un futuro esiziale, per questo mi sento di fare appello al buon senso di tutti i Sindaci, dei Presidenti delle Province e delle Regioni del Sud , affinché affrontino con coraggio la questione – prescindendo dal personale credo politico- ed agiscano di conseguenza, con fermezza , consapevoli che saranno proprio loro ad incontrare serie difficoltà gestionali per garantire alle proprie comunità e, quindi ai propri cittadini, quei servizi essenziali e di civiltà a cui la Legge fa riferimento.
Per questo motivo non posso non stigmatizzare il comportamento del Presidente della Regione Bardi che, con molta superficialità o peggio ancora leggerezza, ha già espresso il proprio assenso a tale sciagurato progetto, mostrando di tenere più al consenso dei suoi referenti romani ,accettandone passivamente le decisioni, che al benessere dell’intera Comunità regionale, senza aver affrontato alcuna discussione sul punto ed ignorando totalmente il pensiero dei cittadini rappresentati – pur arrogandosi il diritto di decidere del loro destino- ed ai quali , non dimentichiamolo, si appresta, a chiedere la propria riconferma nell’istituzione Regionale. Bardi dimentica che le azioni di un Presidente “ gravano su tutti i cittadini “e non soltanto sui propri elettori.
Analogo ragionamento vale per i Sindaci in scadenza di mandato che intendano ricandidarsi, ritengo non sia più il tempo di perseguire “ egoistici tatticismi politici ma, occorre un forte atto di coraggio, segno di grande saggezza ed opportunità e spero vivamente che la mostrino, avendo almeno l’onestà intellettuale di esplicitare il proprio punto di vista, esplicitandolo chiaramente nei programmi elettorali che si accingono ad elaborare.
Non pretendo certo di essere il detentore della verità, ma, la mia esperienza amministrativa mi induce a spronare le istituzioni ad essere lungimiranti , a guardare oltre, perché le azioni di oggi, purtroppo, potrebbero produrre effetti nefasti per i territori del Sud, effetti a cui sarà impossibile porvi rimedio , con l’unica certezza, questo sì, di condannarli ad una emarginazione definitiva.