Con il cosiddetto maxi-emendamento all’Assestamento di Bilancio Regionale 2012 il Consiglio Regionale si appresta a dare un nuovo pesante colpo ai servizi di Fkt erogati dalle strutture sanitarie private accreditate con il blocco dei tetti di spesa. E’ l’allarme lanciato dalla FeNASP insieme all’appello a tutti i consiglieri regionali a riflettere prima che sia troppo tardi per gli effetti che rischiano di scaricarsi sull’utenza e sulle piccole imprese di settore che, è bene ricordarlo, assumono personale regolarmente contrattualizzato. Nell’articolo del maxi-emendamento riservato alla sanità privata infatti il blocco dei tetti di spesa con la riduzione immediata dei costi – è scritto nella nota FeNASP – non tiene conto dei differenti volumi di attività e del limite del tetto regionale di branca ma si applica indistintamente producendo una forte ed ingiustificata discriminazione a vantaggio dei “più forti”. Ciò che è stato tolto ingiustificatamente alle strutture con la Legge Finanziare di agosto 2011 sono serviti non al risanamento dei conti della sanità regionale ma alla stipula di nuovi contratti. I risparmi in questa manovra, questa volta, a cosa serviranno? Tutto ciò accade in Basilicata mentre il Governo (nello specifico il Ministero alla Salute) intende investire di più nel 2012 per le prestazioni specialistiche di fisiokinesiterapia, integrative ed “altra assistenza”, con una spesa prevista pari a 24.495 milioni ed un incremento pari a 2,4 per cento rispetto all’anno 2011 e in barba alla nostra pressante richiesta di concertazione attraverso tavoli tecnici per discutere delle proposte della Giunta prima che diventino provvedimenti esecutivi. Sia chiaro – precisa la FeNASP – noi non ci siamo mai tirati indietro dai sacrifici in aggiunta a quelli già fatti negli ultimi anni pur di contenere la spesa sanitaria rispetto a sprechi che non abbiamo prodotto noi. Chiediamo però trasparenza nelle scelte ed equità di trattamento auspicando un nuovo modello organizzativo moderno ed efficace, un sistema appropriato il cui obiettivo è rimettere al centro del sistema il cittadino/assistito ed i suoi bisogni, fare la cosa giusta alla persona giusta, nel momento giusto ma, soprattutto nel posto giusto. Produrre cioè economia e qualità senza penalizzare sempre gli stessi.