Mercoledì 17 gennaio si è tenuta presso il Tribunale di Matera l’ultima udienza su un processo che vedeva Leonardo Giordano, ex sindaco di Montalbano Jonico e Consigliere Regionale, insieme ad altri, imputato dei reati di “interferenza illecita nella vita di privati” (art. 615 bis Codice penale) e di “diffamazione a mezzo stampa” (art. 595 Codice penale).
Tali reati sarebbero stati commessi per un post su Facebook del 15 maggio 2020 nel quale si rilevava che all’interno della Riserva regionale dei calanchi si stavano tagliando degli alberi di pino di Aleppo (6000 per la precisione) e si chiedeva al Sindaco se avesse attivato dei controlli o ne sapesse niente, visto che il fondo era nell’agro del comune di Montalbano e sottoposto a numerosi vincoli (paesaggistico, idrogeologico, oltre quelli del piano di gestione della Riserva). Al Sindaco che era anche Presidente della Provincia si chiedeva altresì se, come capo dell’Ente gestore della Riserva, avesse attivato controlli e verifiche con la polizia ambientale dello stesso Ente.
Ritenutosi offeso e diffamato, il proprietario del fondo, ha sporto querela. Gli imputati, difesi dagli avvocati Francesco Chita, Pino Rago e Francesco Auletta stati tutti assolti con la formula più ampia. Nel caso di Leonardo Giordano, che all’epoca dei fatti era consigliere comunale, in sostanza è stato riconosciuto che, in base al mandato ispettivo che gli conferisce la legge, avrebbe esercitato illegittimo diritto di libera critica edi incondizionato approfondimento di carattere politico-amministrativo. Giordano ha dichiarato dopo la conclusione del processo:«La giustizia ha trionfato! “esiste un giudice a Berlino/Matera” e ne sono felice, oltre che per me, per la giustizia resa in tempi ammissibili e tollerabili.» Ha aggiunto: «Non rinunceremo mai a combattere per la nostra terra, anche a costo di sacrifici e di sofferenze come quelle procurate dall’essere ingiustamente accusati di crimini e delitti insussistenti.»