Angelo Chiorazzo: “Compagnie energetiche più ricche, mentre la Basilicata perde opportunità: solo Bardi può gioire per uno scenario simile”. Di seguito la nota integrale.
Il presidente Bardi ha ben poco da gioire nel leggere i dati della Cgia di Mestre che legano l’aumento del valore aggiunto dell’industria della Basilicata all’esclusivo aumento dell’estrazione di idrocarburi.
La stessa ricerca Cgia sottolinea che per l’economia reale si tratta di una falsa crescita perché lo sviluppo dell’attività estrattiva di idrocarburi nell’ultimo anno i cui ci sono dati disponibili, il 2021, si è attesta intorno a 1,1 miliardi di euro. Un dato che sicuramente è cresciuto nel 2022, visto che l’anno prima il prezzo del barile è oscillare tra i 54 e gli 81 dollari americani, mentre nel 2022, complice anche la guerra in Ucraina, ha sfondato il tetto dei 120 dollari.
L’Unmig (l’ufficio nazionale minerario del Ministero) nel suo report 2023 (come da tabella allegate) ci informa che nel 2022 in Basilicata sono state estratte 3 milioni e 653mila tonnellate di greggio, pari a 25 milioni 622mila barili che a quotazioni attuali (circa 80 dollari a barile, più basse di quelle del 2022) rappresentano un valore di circa due miliardi di euro.
Nel 2023 Eni e Shell per il giacimento della Val d’Agri hanno versato oltre 100 milioni di euro di Royalties sulle estrazioni petrolifere in Basilicata, di cui oltre 60 alla Regione (Fonte https://www.eni.com/eni-basilicata/it-IT/territorio/royalty.html) cosa che testimonia una produzione superiore al miliardo di euro. A questa produzione va sommata quella Total a Tempa Rossa (che prevede estrazioni per circa la metà del tetto massimo del giacimento Eni in Val d’Agri).
Un calcolo approssimativo (ma Bardi dovrebbe disporne di precisi) mostra che i soli 50.000 barili al giorno autorizzati al giacimento Total al valore attuale rappresentano una produzione annuale potenziale che supera il miliardo e 400 milioni di euro. Ne basta la metà, sommata ai valori del giacimento Eni, per mostrare come l’economia reale, al netto delle produzioni petrolifere veda un calo della produzione industriale a due cifre percentuali. E tutti i dati analizzati lo dimostrano.
Bardi, invece, si rallegra proprio nel peso del petrolio nel tener alto il valore della produzione industriale dando così dimostrazione di due cose: innanzitutto fa finta di non sapere che l’industria estrattiva lascia poche ricadute sul territorio (e per questo sono necessarie misure compensative e accompagnamento allo sviluppo). Ma, cosa ancor più grave, il presidente Bardi mostra di non conoscere le condizioni reali dell’economia della Basilicata
Sappiamo bene che la destra lucana ha deciso di rinunciare a compensazioni molto più alte pur di finanziare bonus vari, ma il risultato è che nostra regione continua da anni a perdere opportunità di crescita duratura per il territorio per meri calcoli elettorali da parte di chi governa. È un atteggiamento che noi modificheremo radicalmente.