«Il 2023 è stato un anno importante per la Fondazione Matera Basilicata 2019, perché dopo lo stop imposto dalla pandemia è stato possibile riprendere le attività con rinnovato impulso e vigore, e con il nuovo management rappresentato dal direttore Giovanni Padula, l’organico della Fondazione ha potuto lavorare a pieno ritmo, rilanciando la macchina organizzativa di questa importante istituzione». Così il presidente e sindaco di Matera, Domenico Bennardi, traccia il bilancio dell’anno appena trascorso per la Fondazione nata dall’investitura a Capitale europea della cultura (Ecoc). «Con i soci della Fondazione è stata condivisa una sfida importante -prosegue Bennardi- ovvero continuare a valorizzare l’ambìto riconoscimento di Capitale europea della cultura a favore non solo della città di Matera, ma di tutte le bellissime aree interne della regione, le quali possono rappresentare una grande opportunità turistica e culturale per un territorio che ancora oggi è “Capitale europea”. Da presidente, ritengo che noi abbiamo un debito di gratitudine e riconoscenza nei confronti di tutti i Comuni lucani, che con le loro bellezze naturali, paesaggistiche e culturali, oggi più che mai rappresentano la forza e la prospettiva futura per l’intera Basilicata. Matera, come porta di accesso del turismo e polo culturale, intende mettere la propria reputazione al servizio di tutta la regione, per connettere ulteriormente le diverse aree del territorio ed innalzarne l’attrattività. Con questo fine, grazie all’operato del nuovo management e di tutto il suo staff, e grazie all’approvazione in agosto del nuovo Piano strategico, l’attività della Fondazione si è concentrata su due tipi di progettazioni: quelle più visibili attraverso eventi e iniziative sul territorio e quelle, altrettanto importanti, che hanno richiesto un lavoro dietro le quinte per partecipare a bandi e Avvisi pubblici con l’obiettivo di intercettare ulteriori preziose risorse.
Fra le attività di animazione culturale, spicca la seconda edizione del progetto “Creative communities”: sei settimane di residenza di co-creazione, trascorse in Basilicata da cinque giovani professionisti, esperti in progettazione culturale e innovazione sociale, e due imprese culturali lucane, selezionati attraverso avviso pubblico, per individuare bisogni e raccogliere proposte in termini di infrastrutture culturali, ovvero co-progettare un modello di presidio culturale che includa anche la biblioteca ma offra un ampio ventaglio di servizi. Un’iniziativa dedicata alla memoria di David Sassoli, promossa in collaborazione con il Polo bibliotecario di Potenza, il supporto di “Lo Stato dei Luoghi” e “Patto per la lettura” del Lagonegrese, patrocinata dei Comuni Balvano, Filiano, Latronico, Miglionico. Nell’anno da Capitale europea della cultura -prosegue Bennardi- Matera è stata un esempio di come città medio-piccole collocate in aree marginali, possano promuovere e dar luogo a nuovi modelli di cultura fortemente partecipata, dimostrando che molto spesso i vincoli sono un’occasione, per ripensare e riprogettare i modi di produrre e abitare la cultura. Sono stati coinvolti comuni importanti e belli, anche se non noti nei circuiti turistici nazionali. Naturalmente -rimarca il presidente Bennardi- una connessione territoriale non può prescindere dalle infrastrutture di trasporto, dalle trasversali viabili lucane e dai servizi di accoglienza e integrazione turistica, anche per arginare lo spopolamento dei piccoli comuni. Su questi temi sono convinto che la politica regionale e tutto il Consiglio di amministrazione (Cda) vorrà cogliere la sfida. Quindi la parola chiave della Fondazione resta “partecipazione”, con l’obiettivo di portarla nelle aree interne. La partecipazione è alla base di un percorso di coinvolgimento ma anche di consapevolezza, fondamentale per i residenti lucani e soprattutto per i giovani che dobbiamo sforzarci di trattenere». Nel 2023 il tema dell’ambiente ha avuto come caposaldo per la Fondazione un progetto internazionale: l’opera “Life(s) of web. Arachnophobias, arachnophilias, and other stories” di Tomás Saraceno”, un’installazione permanente, acquisita dalla Fondazione con fondi ministeriali, dopo un’attenta valutazione sulla congruità dei costi e sui benefici attesi, e inaugurata a novembre nella chiesa della Madonna del Carmine a Palazzo Lanfranchi, grazie alla collaborazione con il Museo nazionale di Matera. «Un luogo intimo -prosegue il presidente Bennardi- rappresentato da un confessionale, dove si vuole alimentare il dialogo con la natura e l’appello ecologista all’Umanità. Saraceno è uno degli artisti contemporanei più noti nel mondo, e questa installazione potrà diventare un altro attrattore turistico-culturale per la nostra città. Per la 634esima edizione della festa della Bruna, la Fondazione ha rinnovato la sua storica collaborazione con l’associazione Maria SS della Bruna attraverso lo spettacolo “Tableaux Vivants da Caravaggio”, regia di Dora De Maio, cui hanno preso parte attori professionisti della Compagnia “Ludovica Rambelli” e comuni cittadini, coinvolti attraverso una chiamata pubblica, in un laboratorio teatrale organizzato a giugno per lavorare insieme alla ricostruzione umana delle tele del Caravaggio. In occasione dei cento anni dalla nascita e i settant’anni dalla morte di Rocco Scotellaro, la Fondazione ha scelto di raccontare l’eredità e attualità del sindaco poeta di Tricarico, utilizzando uno dei linguaggi più diffusi di oggi. È nato così “Un filo d’erba”, podcast sulla vita e le opere di Rocco Scotellaro, prodotto da Chora Media, scritto e narrato da Franco Arminio, presentato a Matera a ottobre insieme al giornalista Mario Calabresi e allo stesso Arminio. “Sassi e Memoria” è stato, invece, l’incontro promosso con il Dipartimento delle culture europee e del Mediterraneo – DiCEM dell’Università degli Studi della Basilicata a ottobre, dedicato alla restituzione degli esiti della ricerca universitaria effettuata tra il 2018 e il 2020 da alcuni antropologi e antropologhe dell’Ateneo lucano sulla memoria degli ex abitanti dei Sassi, nell’ambito delle attività sviluppate per il progetto I-Dea di Matera Capitale europea della cultura 2019. Grazie all’ascolto e alla registrazione di molteplici voci e testimonianze dirette, la ricerca ha preso in esame la “frattura” provocata dallo svuotamento progressivo dei rioni Sassi e dal contestuale trasferimento di gran parte degli abitanti nei nuovi quartieri periferici cittadini e nei villaggi rurali costruiti nel corso degli anni Cinquanta e Sessanta del Novecento.
Sempre sul fronte dell’animazione culturale, nell’ambito dell’accordo sottoscritto con la Regione Basilicata, la Fondazione ha pubblicato a settembre l’Avviso pubblico per l’erogazione di contributi finalizzati alla realizzazione di attività ed eventi culturali, finalizzato a sostenere l’attività degli organismi che operano nell’ambito storico-culturale, musicale, cinematografico e delle arti creative. Grazie alla dotazione finanziaria di 975mila euro assicurata dalla Regione, sono stati assegnati contributi per la realizzazione di progetti culturali in grado di potenziare la produzione e le opportunità di fruizione culturale nella Regione, entrambi fattori di crescita e di coesione sociale per il territorio lucano. La Fondazione ha collaborato anche direttamente con il Comune di Matera sul bando degli eventi culturali, fornendo la propria esperienza nella selezione e orientamento dei progetti. Importante nel corso del 2023 è stato il lavoro della Fondazione per la partecipazione a bandi nazionali e internazionali. Su questo fronte, gli sforzi hanno portato all’aggiudicazione dell’Avviso pubblico Tocc A1 della Direzione generale Creatività contemporanea del Ministero della Cultura (con risorse in arrivo nel prossimo biennio per €280.000) per progetti di capacity building, che vedrà impegnata la Fondazione, insieme ad altri partner locali, per il rafforzamento delle competenze del settore culturale e creativo, con un’attenzione particolare alla creazione di nuove figure professionali e alla transizione digitale delle imprese artigiane. Insieme alla città di Bourges, che a dicembre è stata nominata Capitale europea della cultura 2028, è stato sviluppato il progetto “Mobile Democracy” per rispondere alla call internazionale della European Cultural Foundation: la proposta promuove il dibattito informato tra cittadini sui temi caldi in Europa – a partire dallo spopolamento dei piccoli centri. Grazie alla designazione di Bourges a ECoC 2028 una parte di questo progetto sarà realizzata nel 2024 insieme alla città francese». Nel corso dell’anno la Fondazione ha lavorato, inoltre, alla stesura di due progetti su scala regionale da candidare ai fondi Fsc: un progetto per la realizzazione di biblioteche e presidi culturali nelle aree interne (con il supporto delle biblioteche di Potenza e Matera) ed un progetto per la realizzazione di un archivio digitale del patrimonio culturale della Basilicata. Numerose le occasioni di scambio e mobilità con Capitali europee ed italiane della cultura, città candidate a questi titoli, festival nazionali e internazionali, cui è stato raccontato il percorso e l’eredità di Matera 2019. È proseguita anche l’attività di networking che sostiene l’associazione Volontari Open Culture 2019, nata proprio dal percorso ECoC 2019. Per l’attività di progettazione la Fondazione ha potuto contare su un finanziamento regionale complessivo pari a circa 2,2 milioni, di cui una parte saranno destinati alle attività del 2024, e risorse ministeriali per circa 500mila euro. Il Comune ha contribuito con proprie risorse e con la messa a disposizione della Fondazione della sede di via La Vista, la cui concessione in comodato gratuito si rinnova ormai da molti anni. «Infine, nel Piano attività 2024 della Fondazione approvato dal Cda nel corso dell’ultima seduta di dicembre -conclude Bennardi- ho chiesto di inserire, tra le attività a supporto dei soci, un intervento della Fondazione in relazione alla biblioteca provinciale “Stigliani” al fine di favorire il suo auspicato rilancio, e di scongiurare la sua chiusura – aggiunge Bennardi. Nella stessa direzione va la richiesta di un aggiornamento del Piano economico e finanziario del MuDEAm, il museo demoetnoantropologico di prossima attivazione in città, facendo leva anche in tal caso sull’esperienza e competenza della Fondazione in questo ambito».