L’iniziativa “The care day” in materia di Cure palliative e fine vita si è svolta a Potenza nella sede del Consiglio Regionale di Basilicata, organizzata in contemporanea in nove Regioni italiane a cura del nuovo network nazionale Ditelo sui tetti; l’occasione è stata offerta a seguito della prevista discussione di una discutibile Proposta di Legge Regionale finalizzata alla promozione e alla prassi dell’eutanasia; proposta che, in verità, proprio il giorno prima in Regione Veneto aveva fatto registrato la sua prima battuta d’arresto.
L’evento si è aperto con il messaggio trasmesso on line dal coordinatore del network, l’avv. Domenico Menorello, cui ha fatto seguito un videomessaggio del noto ricercatore Angelo Vescovi, Presidente del Comitato Nazionale per la Bioetica, che ha illustrato i contenuti salienti del nuovo parere pubblicato sulle Cure palliative dallo stesso CNB.
Sono seguiti i saluti istituzionali del Presidente del Consiglio Regionale di Basilicata, Carmine Cicala, il breve contributo di tipo pastorale dell’Arcivescovo di Potenza, Salvatore Ligorio e quello del Segretario della Consulta delle aggregazioni laicali, Gennaro Macchia.
Quindi il dr. Marcello Ricciuti, Direttore dell’Hospice dell’Azienda Ospedaliera S. Carlo di Potenza, ha evidenziato, dal punto di vista clinico e deontologico, tutte le aporie e le contraddizioni della pretesa eutanasica, proponendo le Cure palliative quale decisiva alternativa alle richieste di suicidio assistito e mettendo in evidenza le carenze strutturali presenti in questo settore della sanità.
Nel successivo intervento Carmen Agoglia, Presidente dei Giuristi cattolici di Potenza, commentando la sentenza 242/2019 della Corte Costituzionale ha tra l’altro contestato la lettura fuorviante che si tenta di farne e la pretesa di fondare su di essa un inesistente “diritto al suicidio”, laddove il nostro ordinamento colloca il “diritto alla vita” in posizione apicale e di inviolabilità.
Da ultimo il dr. Rocco Gentile, nella qualità di Direttore del Centro di Bioetica Lucano, ha dimostrato che una legge che consentisse a chiunque di decidere della propria vita sofferente non potrebbe mai definirsi “neutrale”, ma sarebbe solo il segno della tragica vittoria della cultura dell’abbandono, tante volte denunciata da Papa Francesco.
Al termine il moderatore dei lavori, arch. Giancarlo Grano, ha indicato ai decisori politici del Consiglio Regionale qualunque sia il loro schieramento (e perfino al di là delle ragioni di merito clinico, giuridico e filosofico emerse dall’incontro) l’ineludibile dovere morale di favorire e rafforzare in Regione l’assistenza e le Cure palliative, vera espressione di civiltà del nostro Servizio Sanitario.
Significativo, a questo proposito, è parso l’impegno annunciato dal Presidente Cicala, di voler portare all’attenzione della prossima Conferenza dei Presidenti dei Consigli Regionali le conclusioni dell’evento lucano, con particolare riferimento anche al recente, autorevole parere dell’Avvocatura dello Stato che ha accertato l’incompetenza delle Regioni nella materia del fine vita, che per propria natura chiama in causa esclusivamente il livello nazionale.