La magia del “Rach 3” protagonista questa sera all’auditorium Gervasio di Matera con un nuovo appuntamento della stagione concertistica 2023-2024 dell’Orchestra della Magna Grecia. Eseguito il terzo concerto per pianoforte e orchestra di Rachmaninov: protagonista la pianista Evelyne Berezovsky accompagnata dall’Orchestra della Magna Grecia diretta dal Maestro Piero Romano. In programma anche la Sinfonia n° 7 di Beethoven. Il concerto ha previsto l’esecuzione di un programma che segue la prassi in voga nelle Accademie del ‘700: un concerto “alla maniera del tempo di Mozart”. In quell’epoca – come testimoniano i documenti relativi ai concerti di musica vocale e strumentale del ‘700 – i criteri relativi ai programmi erano profondamente diversi da quelle del concerto sinfonico moderno. Era prassi, infatti, che l’esecuzione dei diversi tempi di una sinfonia fosse distribuita in momenti diversi della serata, alternati a brani di diverso genere e di altri autori, in un coinvolgente susseguirsi di musica sinfonica, musica vocale, musica da camera e concerti solistici.
Partendo da questo presupposto storico è stato proposto il secondo e il quarto movimento della settima sinfonia di Beethoven inframezzati dal “Mattino”, tratto dal “Peer Gynt” di Grieg, e dalla Danza Ungherese n° 16 di Brahms. Non un semplice mix musicale frutto del libero arbitrio, bensì di una scelta consapevole che affonda le sue radici nella prassi delle Accademie Musicali del classicismo settecentesco, che avevano un ruolo culturale di primaria importanza nella diffusione dei repertori musicali e nell’orientare i gusti di un pubblico colto e curioso. Esattamente come il pubblico della Orchestra Magna Grecia”.
Il concerto n° 3 di Rachmaninov è intimamente connesso alle vicende biografiche del compositore. Agli inizi del nuovo secolo, Rachmaninov è ormai un musicista affermato. Dopo il clamoroso successo del Concerto n. 2 (1901), ed un incarico in qualità di direttore d’orchestra al Bolshoi (1904), egli è pronto per affrontare la sua prima tournée americana (1909). Per questa circostanza, dove avrebbe dovuto esibirsi al pianoforte, decide di comporre un nuovo pezzo grandioso e d’effetto col quale presentarsi davanti all’esigente pubblico americano. È così che nasce il Concerto n. 3, nell’estate del 1909. A settembre il brano è ormai pronto, ma per studiarlo adeguatamente Rachmaninov dispone – sul piroscafo che lo porta a New York – solo di una tastiera muta ed è su quella che dovrà affrontare le impervie difficoltà tecniche della partitura. La prima esecuzione avvenne il 28 novembre 1909, con la New York Symphony Orchestra diretta da Walter Damrosch e Rachmaninov al pianoforte. L’accoglienza del pubblico fu entusiastica. Il Concerto, di chiara impostazione tardo-romantica, deve la sua fama alla sua grande difficoltà esecutiva, resa ancor più celebre dal film “Shine” del 1996 dove il protagonista, giovane pianista australiano, vince un importante concorso a Londra proprio cimentandosi con le difficoltà tecniche di questa incredibile pagina pianistica.
La pianista russa Evelyne Berezovsky, figlia d’arte, inizia lo studio del pianoforte a cinque anni e debutta a sette anni con un concerto nella Chiesa di St. Luke a Londra. Giovanissima, si esibisce nelle sale da concerto più importanti in Inghilterra, Russia, Germania, Francia, Olanda, Norvegia e Giappone. All’età di undici anni il suo debutto con orchestra (Concerto per pianoforte K 415). Collabora con il padre, Boris Berezovsky, esegue il Concerto Doppio di Mozart con l’Orchestra Sinfonica Nazionale d’Olanda, e sempre con lo stesso programma si esibisce in Giappone al Mozart Festival di Tokyo con i Tokyo Mozart Players. Evelyne Berezovsky ha frequentato le masterclasses di Andras Schiff, Elisso Virsaladze e Pascal Devoyon. Tra i suoi impegni: il Winchfield Festival, il Konzerthaus di Berlino, il Museo für Kunst und Gewerbe ad Amburgo, e tournée in Giappone negli Stati Uniti.
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La fotogallery del concerto (foto www.SassiLive.it)