Leonardo Pinto, Presidente Onorario ANSB (Associazione Nuova Sanità e Benessere): “A Pompei costituita la rete dei sindaci delle associazione e dei cittadini, secco no all’autonomia differenziata”. Di seguito la nota integrale.
L’approvazione al Senato della secessione dei ricchi, voluta da Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia, ha fatto scattare la mobilitazione contro l’autonomia differenziata. Infatti, a Pompei si sono riuniti Sindaci e Associazioni di Campania, Molise, Basilicata, Puglia, Calabria e Sicilia manifestando un forte dissenso alla riforma spacca Italia, a prescindere dalla sua incompatibilità con la Costituzione Repubblicana, poiché comunque e in ogni caso destinata ad aumentare il divario tra Nord e Sud con penalizzazione -soprattutto- della sanità pubblica e della scuola pubblica.
Il progetto del centrodestra è chiaro: sovvertire l’impianto costituzionale fondato su principi di solidarietà ed eguaglianza dei diritti fondamentali della persona per sostituirli con il “sistema della concorrenza e del profitto” affinché ciascuno provveda per sé. Ma questo è incompatibile con gli artt.2, 3, 9, 32, 33 e 34 della Costituzione oltre che con l’ultimo comma della XVIII disposizione transitoria e finale della stessae con l’art.25 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani del 1948.
Si tratta di temi importanti che le Associazioni e i movimenti, al solito, approfondiranno con apposite giornate di studio per spiegare gli effetti dell’autonomia differenziata che mina l’unità del Paese.
La Meloni quando rappresentava il 4% dell’elettorato chiedeva la soppressione delle Regioni perché inutili e dispendiose. Ora, sebbene di destra conservatrice che dovrebbe, quindi, preservare l’Unità sociale ed economica dell’Italia, fulminata sulla via di Damasco si è convertita al credo leghista per avere in cambio il “premierato”, altra sventura costituzionale”, lasciando a Forza Italia il sistema giustizia che langue.
Dunque, una cosa me, una cosa a te, una cosa lui; si tratta di metodo assai grossolano per riformare la Costituzione Repubblica pensata ed attuata per garantire pari dignità sociale e rimuovere ostacoli socio-economici che condizionano la crescita dei cittadini.
La Basilicata, nel contesto nazionale, è una regione strategica sia per la sua posizione geografica sia le sue immense ricchezze. Va quindi preservata dallo sciagurato disegno che si vuole attuare poiché la sua opposizione all’autonomia differenziata è certamente determinante. Opposizione che non potrà mai esservi se governata dal PD, i cui ascendenti sono responsabili della riforma del titolo V della Costituzione che ha consentito alla maggioranza di governo di approvare la Legge Calderoli. Peggio se si considera l’imposta candidatura di Chiorazzo che si sottrae a confronti pubblici. Né potrà esservi ovviamente opposizione se le prossime elezioni regionali dovessero confermare il centrodestra alla guida della Regione.
La “pentola a pressione” non regge più; l’incontro di Pompei ne é la prova. La società civile non ne può più. Tra i promotori di Pompei gli amici Michele Laurino Sindaco di Sant’Angelo Le Fratte e Giacomo Rosa Presidente dell’Associazione SVIMAR; presente anche Alessia Araneo.
Finalmente, sta emergendo che non é più questione di destra o sinistra, ma di onesti e disonesti, di capaci ed incapaci, di chi è partigiano del bene comune e chi di se stesso. Al trasversalismo affaristico va quindi contrapposto il trasversalismo di persone perbene che hanno deciso di affidare la Regione a persone competenti e credibili per poterne conservare l’integrità.
È ora che i Lucani si sveglino e si affranchino dal giogo di un ceto politico di inetti, inconcludenti, parolai, autocelebrativi, che mai hanno lavorato, senza scrupoli, capaci di tutto, socialmente pericolosi.