Riportiamo di seguito la recensione di Dante Maffia del libro “Francesco De Sanctis – Il Maestro – L’insegnante – Il critico” di Giovanni Caserta, Villani Editore.
Un libro da leggere e studiare, che non deve mancare nella biblioteca di un professore di lettere, soprattutto se lucano
Dante Maffia è poeta, scrittore, saggista calabrese di Roseto Capo Spulico, già segnalato per il premio Nobel per la letteratura, cantore della città di Matera, alla quale, e ai suoi uomuni di cultura, è stato sempre vicino.
Ecco il testo della recensione
Di solito i libri dedicati a personaggi del passato sono quasi tutti indigesti. Il desiderio di voler compendiare tutto di tutto finisce per diventare approssimazione o esagerazione e così la personalità in discussione si perde in cunicoli stretti e insignificanti.
Quando però a scrivere è a sua volta un Maestro, la chiarezza diventa l’arma più efficace e le pagine diventano una passeggiata che arricchisce e illumina anche quegli aspetti reconditi di personaggi che spesso si conoscono soltanto per un solo aspetto seppure di rilievo.
E’ il caso di Giovanni Caserta che ha saputo delineare la figura di Francesco De Sanctis considerando non solo la monumentale “Storia della Letteratura Italiana”, ma la molteplicità di uno studioso che volle e seppe fare del suo sapere anche un veicolo di crescita culturale diventando insegnante eccellente, convincente, uomo che seppe utilizzare la parola come una semina necessaria per non far restare teoria i convincimenti a cui era giunto dopo anni di studi sulle “sudate carte”.
La scrittura di Caserta dà il piacere di far conoscere De Sanctis perché lo “racconta” senza orpelli e fuori da ogni retorica in modo che semplicità e saggezza, erudizione e passione non diventino sfumature astratte, ma variazioni di un impegno che voleva svegliare le coscienze e portarle ad abbracciare i semi di una rinascita vera, con radici profonde.
Senza nulla far perdere della grandezza dello studioso Giovanni Caserta riesce a fare un ritratto affascinante perché non vuole fare un monumento a De Sanctis ma farcelo sentire accanto, un vero e proprio compagno di viaggio. Così anche argomenti complessi, come i rapporti del nostro con Dante e con Machiavelli,trovano un terreno fertile per farsi comprendere appieno e farci sentire l’importanza del rapporto.
Insomma, De Sanctis ha trovato un suo pari che lo prende per mano e lo accompagna discorrendo, lezione estremamente importante, della “dignità”, dei meandri del Ministero, dell’imperativo categorico di “formare la volontà”, dei compiti del nuovo stato unitario, del ruolo della scuola, del problema del Mezzogiorno, di quella che io chiamo illuminazione e che riguarda l’ora di ginnastica alla quale aggiungere l’altra illuminazione, modernissima, che coinvolgeva tutti, e che è lo scrivere alla lavagna il canovaccio della lezione da affrontare.
Caserta non trascura davvero nulla e, fatemelo sottolineare, non è mai noioso o pedante; proprio come il Maestro De Sanctis anch’egli mette tutto sulla lavagna e ci invita a prenderne atto, a coinvolgerci.
Il ritratto di De Sanctis così risulta palpitante, vicino a noi, specie se pensiamo che ancora oggi molto del suo mondo prospettato è vivo e attuale.
Non si dimentichi però che Giovanni Caserta è anche studioso attento del mondo lucano e quindi non poteva mancare l’attenzione a personaggi come Luigi La Vista, Luigi Settembrini, Ferdinando Petruccelli della Gattina, Nicola Sole, e poi a Giustino Fortunato, Francesco Torraca, che seppero utilizzare e far vivere pienamente la lezione di vita e di studi del Maestro che, non essendo mai stato dogmatico, a un certo punto il suo metodo è ritornato a fiorire con Carlo Salinari, con Carlo Muscetta e con Mario Alicata.
Il penultimo capitolo del volume, intitolato “Il ritorno al De Sanctis”, ci dimostra, se ce ne fosse bisogno, interamente la grandezza di una lezione di vita e di cultura rarissima e sempre viva. Viva a tal punto che quando nel 1995 Caserta andrà in pensione e il Preside della scuola farà richiesta al Ministero per assegnargli una medaglia d’oro al merito la motivazione sarà, riferita al suo metodo di lavoro: “sotto molti aspetti nuovo per le scuole superiori, perché fondato sulla partecipazione interessata, sul coinvolgimento attivo e sulla scoperta autonoma del sapere. Insomma un … ‘laboratorio’ , quale già nel secolo scorso era stato auspicato dal De Sanctis”.
Dante Maffia