“Nessuna ‘pioggia di cartelle esattoriali sui cittadini’, nessun ‘pasticcio dei ticket’ e nessun ‘macroscopico errore nelle cartelle esattoriali’, peraltro correttamente riferito ai controlli dell’anagrafe tributaria e non all’Asp, ma semplicemente un atto dovuto ed avvenuto con l’invio di lettere raccomandate con ricevuta di ritorno al cittadino utente”.
Questa la precisazione del Direttore Generale della Asp Basilicata Antonello Maraldo alla nota inviata alla stampa da parte dell’Adiconsum e della Fnp Cisl, ricordando che la questione era stata già anticipata con un comunicato aziendale nello scorso mese di novembre specificando che sarebbero arrivati agli utenti ‘avvisi bonari’ per ticket non pagati nel 2014 e che, proprio per non creare disagi all’utenza, ci si adoperava- anche con apertura di uno sportello dedicato- per evitare eventuali addebiti non dovuti”.
In tanti si sono rivolti proprio allo sportello per verificare la propria posizione e, di fatto, hanno poi accertato che il ticket andava pagato per errori commessi da parte dello stesso cittadino nella compilazione della dichiarazione di esenzione.
Verifiche che, allo stato attuale, hanno permesso di recuperare somme importanti sulle quali, altrimenti, ci sarebbero state le conseguenti azioni di responsabilità per danno erariale ad opera degli organi preposti. È stato proprio il Ministero dell’Economia e Finanza, nell’ambito delle verifiche Lea, a chiedere da tempo alle Aziende Sanitarie- compresa la Asp Basilicata- di rendicontare gli anni precedenti. Va specificato che l’emissione delle raccomandate é scaturita dai dati forniti dal Sistema Tessera Sanitaria e che dunque non si versa in ipotesi di cartella esattoriale. Il Mef nello specifico ha
richiesto alla Asp, per il tramite di Regione Basilicata, di relazionare sulle procedure di recupero relative alle ricette specialistiche di prestazioni ospedaliere degli anni 2011-2018. “Ciò che lascia perplessi – dice Maraldo- è invece perché fino ad oggi non si è fatto nulla, lasciando che l’Azienda Sanitaria vantasse crediti non riscossi per tutti questi anni a discapito anche delle prestazioni da erogare”.
In considerazione invece del numero degli assistiti che si sono rivolti allo sportello Asp tra il mese di novembre e quello di dicembre, il Direttore Generale già a metà novembre
aveva inviato una nota al referente della Convenzione con Agenzia delle Entrate (siglata, ricordiamo, nel 2022 dall’allora Dg Stopazzolo), anticipando la richiesta di sospensione della rendicontazione degli avvisi già a partire dalla scadenza della terza rata e quindi da oggi 30 gennaio. Il tutto, per procedere ad una opportuna istruttoria per l’esame di ciascuna posizione debitoria contestata. Al momento sono state 36 le posizioni stralciate, 30 quelle rideterminate e ancora 30 sono in istruttoria. Questo grazie all’interesse dei cittadini che hanno risolto la questione rivolgendosi proprio agli uffici Asp che restano comunque a disposizione per eventuali chiarimenti. Tra l’altro, per trasparenza e correttezza verso l’utente, nel momento in cui ci si rivolge allo sportello dedicato, si risale alla posizione del cittadino e viene anche stampato l’elenco delle prestazioni effettuate e per le quali era stata fatta dichiarazione di esenzione per reddito. Va da sé che gli elenchi pervenuti dal Sistema Tessera Sanitaria a seguito degli incroci con Agenzia delle Entrate hanno carattere di ufficialità fino a che il cittadino non presenta un’istruttoria per la quale potrebbe anche essere revocata o rettificata la posizione debitoria (come d’altronde è accaduto in pochissimi casi, appunto quei circa cento su settemila posizioni).
Nei casi di importi significativi la Direzione mostra disponibilità a valutare possibili rateazioni per non gravare troppo in una sola rata sui cittadini stessi.