In occasione della Giornata Internazionale contro le Mutilazioni Genitali Femminili riportiamo la nota congiunta di Maria Sabina Lembo, Responsabile Regionale per la Basilicata del Dipartimento Tutela Vittime di Fratelli d’Italia e Marco Cancelliere, Componente del Coordinamento Provinciale Fratelli d’Italia Matera.
Maria Sabina Lembo, Responsabile Regionale per la Basilicata del Dipartimento Tutela Vittime di Fratelli d’Italia: “Nel 2012, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha adottato all’unanimità la risoluzione 67/146, proclamando il 6 febbraio come la Giornata Internazionale contro le Mutilazioni Genitali Femminili (MGF).
Per mutilazioni genitali femminili, secondo quanto statuito dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) nel 1997, si intendono “tutte le procedure che comportano la rimozione parziale o totale dei genitali esterni femminili o altri interventi dannosi sugli organi genitali femminili tanto per ragioni culturali che per altre ragioni non terapeutiche”.
Esse sono diffuse in circa 28 Paesi africani e in alcune regioni asiatiche, e a causa dei costanti flussi migratori le mutilazioni genitali femminili risultano progressivamente attestate anche in Europa, Nord America e Oceania.
In assenza di dati univoci, le stime più attendibili ritengono che nel mondo risultino sottoposte a tali pratiche almeno 200 milioni tra donne e bambine. Secondo una ricerca dell’Università Bicocca di Milano, in Italia le donne vittime di mutilazioni genitali sono quasi 88.000.
L’avvocato Maria Sabina Lembo Responsabile per la Basilicata del Dipartimento Tutela Vittime di Fratelli di Italia evidenzia che allo scopo di prevenire, contrastare e reprimere tali menomazioni e lesioni e quindi tutte le complicazioni e i danni alla salute fisica, psichica e sessuale delle vittime, in Italia il legislatore ha previsto nel codice penale gli art. 583 bis e 583 ter con legge n. 7 del 9 gennaio del 2006 e successive modifiche. Tale reato rubricato come “pratiche di mutilazione degli organi genitali femminili” prevede una pena della reclusione da quattro a dodici anni. Si tratta di violazioni dei diritti fondamentali dell’integrità fisica della persona e della salute delle donne e delle bambine. È una autonoma fattispecie di reato ed in tal senso si è evitato il ricorso della giurisprudenza alla esimente culturale che diminuiva o non applicava la pena. Il giudice, quindi, non potrà più limitare la pena o giustificare il fatto, ma sarà costretto ad applicare la pena prevista dalla legge.
Da alcuni anni e anche questo anno, in occasione della ricorrenza del 6 febbraio, il Dipartimento Tutela Vittime di Fratelli d’Italia coordinato e diretto dalla Senatrice Cinzia Pellegrino in collaborazione con il movimento giovanile di Gioventù Nazionale e con tutti i giovani che vorranno sposare l’iniziativa promuove nelle varie regioni una campagna social allo scopo di informare e di sensibilizzare i cittadini. Nei video di sensibilizzazione viene utilizzato sempre l’hashtag #BastaVittime #StopCut #EndFGM.
Sono molto importanti le campagne informative e di sensibilizzazione delle popolazioni in cui, purtroppo, queste pratiche sono molto diffuse oltre anche una adeguata formazione del personale sanitario. Per ricevere segnalazioni e per fornire informazioni, il Ministero dell’Interno ha dedicato alla prevenzione e al contrasto delle MGF il numero verde 800 300 558”.
Marco Cancelliere, Componente Coordinamento Provinciale Fratelli d’Italia Matera: “Anche quest’anno, oggi, 6 febbraio ricorre la Giornata Internazionale per la lotta alle Mutilazioni Genitali Femminili, pratica crudele e selvaggia poco conosciuta le cui origini e diffusione sembrerebbero nel gergo comune relegate solo ed esclusivamente ai paesi Africani e del Medio Oriente. Tuttavia il risultato dell’ondata migratoria che ha investito l’Unione Europea e, più in generale, tutto l’Occidente ha trasformato tale fenomeno in un grave problema non trascurabile. Infatti, nonostante la sua illegalità è stimato che in Europa circa 190 mila bambine e ragazze rischiano di subire questa pratica a cui si aggiungono altre 600 mila donne di età diversa costrette a vivere con le conseguenze degli interventi coatti; non tralasciando che ogni anno almeno 20 mila donne e ragazze arrivano in Europa come richiedenti asilo da Paesi dove la pratica di intervento sulle parti intime femminili è pratica diffusa. Pertanto, se da un lato il fenomeno è rappresentato a tutto tondo nella sua complessità riconducendolo anche alla pratica più invasiva dell’infibulazione, dall’altro lato è fondamentale ricordare la stretta relazione con il tema dei diritti umani, motivo per il quale grazie alle sinergie delle professionalità, delle organizzazioni, degli enti e delle istituzioni occidentali ed africane è stato necessario avviare l’iter legislativo con lo scopo di contrastare tale pratica. Non a caso il team Von Der Leyen interpellando tutti gli stati membri della UE ha chiesto di “agire con determinazione per portare il cambiamento e sradicare questa pratica” in quanto “una violazione dei diritti umani ed una forma di violenza contro donne e ragazze,” oltreché non produrre “effetti benefici per la salute e causando danni per tutta la vita”. Conoscendo l’esistenza di questo fenomeno, conoscendone le dimensioni, la portata e tutte le motivazioni e complicazioni ad esso connesso e, da componente del Coordinamento Provinciale di Fratelli d’Italia Matera, invito ed esorto quanti vorranno farlo ad aderire alla lodevole campagna informativa e di sensibilizzazione social avviata dal Dipartimento tutela vittime di Fratelli d’Italia coordinato dalla Sen. Cinzia Pellegrino in collaborazione con la Responsabile Regionale del Dipartimento Tutela Vittime Basilicata Avv. Maria Sabina Lembo e dal movimento giovanile di Gioventù Nazionale perché informare ed informarsi è importante così come è importante sensibilizzare e segnalare. Per tali temi il ruolo giovanile è importantissimo, se svolto attivamente nella propria comunità, perché attraverso le molteplici interrelazioni è possibile far emergere mediante la capillarità delle informazioni situazioni di rischio, potenzialmente segnalabili. Vista la sensibilità al tema, a tal proposito ricordo che già nel 2019 un gruppo di cinque studentesse è arrivato in finale al Premio Sacharov per aver sviluppato un’applicazione di aiuto alle vittime e alle potenziali vittime della mutilazione genitale femminile; del resto le molte poche segnalazioni oggi, ci restituiscono un quadro statistico fatto di dati poco aggiornati ed in forma di stime. Pertanto, l’attivazione del numero verde 800 300 558 del Ministero dell’Interno in collaborazione con il Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dedicato al servizio di prevenzione e contrasto alle pratiche di Mutilazione Genitale Femminile (MGF), la presenza di strutture sanitarie su tutto il territorio italiano nonché dei consultori, dei mediatori e le organizzazioni di volontariato sono elementi essenziali affinché questa pratica non rimanga sommersa e non lasci ferite nelle vite di quante la subiscono”.