È una candidatura collettiva e diffusa, fatta di alleanze, non solo nel territorio lucano, quella di Maratea a Capitale Italiana della Cultura 2026. Lo ha testimoniato ieri, lunedì 5 febbraio la tappa milanese,svoltasi presso la Triennale, del tour Maratea: destinazione 2026 attraverso le parole dell’Assessore al Bilancio e Patrimonio Immobiliare del Comune di Milano, Emmanuel Conte.
“Il Sud e il Nord che si toccano è un tema politico e nazionale che emerge dalla candidatura di Maratea. Andiamo verso il 2026 con le Olimpiadi di Milano-Cortina, importante evento internazionale. Sarebbe bello associare al concetto “montagna/nord” quello “sud/mare” avendo Maratea Capitale Italiana della Cultura nel medesimo anno”. L’assessore Conte ha inoltre sottolineato i tratti che accomunano le due città e la volontà di creare sinergie e collaborazioni.
“Milano – ha proseguito Conte -accoglie da sempre diverse culture, diversi popoli: fa parte della sua storia, ma fa parte anche della storia di Maratea che è stata crocevia di popoli e di culture che si sono integrate. Mi auspico il successo di questa candidatura collettiva che prevede numerose progettualità che possono lasciare un impatto storico ed economico importante, collegato a un turismo sempre più sostenibile e green che metta al centro il Mediterraneo, culla della civiltà.”
Riflessioni condivise dal Sindaco di Maratea, Daniele Stoppelli. “Maratea si candida a Capitale Italiana della Cultura ed è tra le 10 città finaliste proprio perché forte della sua storia, una storia di 35 secoli che la vede come porta del Mediterraneo. Una città che ha saputo dimostrare a tutti di essere accogliente e che vuole dimostrare che la storia, il suo passato, non è altro che lo strumento per vivere bene il presente e per programmare un futuro fatto di grandi scambi culturali. Un futuro dove, con le Olimpiadi che si terranno a Milano Cortina nel 2026, il Nord incontra l’Europa e Maratea incontra il Mediterraneo”.
Tutto questo può essere possibile grazie a progettualità importanti che,in una logica di alleanze diffuse,vedono nella candidatura ancheil contributo di realtà milanesi e lombarde come illustrato daMarco Minoja, Direttore Fondazione Scuole Civiche del Comune di Milano eRiccardo Balbo, Direttore accademico Istituto Europeo Design (IED) e confermato da Stefano Rolando, Presidente del Comitato Maratea 2026 e Presidente della Fondazione Francesco Saverio Nitti.
Alcuni suggerimenti a Maratea sono venuti da chi si è appena lasciato alle spalle un anno da Capitale Italiana della Cultura, ovvero Bergamo e Brescia.
“La Capitale italiana della Cultura a Bergamo e a Brescia è stata una grande opportunità per la nostra Fondazione dal punto di vista degli impatti che un grande evento di questo tipo può avere sulla città”, ha dichiarato Stefano Karadjov, Direttore Fondazione Brescia Musei che ha aggiunto: “Per raggiungere un successo completo sono state necessarie alcune precondizioni, che mi sento di suggerire a Maratea, a partire dall’irrobustimento preventivo delle istituzioni culturali che già agiscono sul territorio”. Secondo Karadjov “perché la Capitale della Cultura non sia un evento effimero, ma trasmetta un’eredità per la comunità, ha bisogno di operatori forti, e deve puntare sulle istituzioni già attive e potenziarle piuttosto che identificare nuovi soggetti”. “Uno dei grandi traguardi – ha proseguito – è stato il processo partecipativo che ha portato alla definizione del programma. Un programma corale che ha visto in numerosi tavoli il coinvolgimento non solo delle fondazioni culturali, ma anche dell’associazionismo. È infine sui valori del patrimonio culturale materiale e immateriale di un territorio, su progetti identitari, più che su iniziative che vengono dall’esterno, che occorre fare leva per avere una risonanza nazionale e internazionale e per garantire impatti positivi duraturi”.
E proprio a propositivo degli impatti e dell’eredità sul territorio stanno lavorando le istituzioni lucane.
“La candidatura di Maratea a Capitale Italiana della Cultura 2026 può rappresentare una leva di sviluppo a cui partecipano non solo le realtà istituzionali, ma anche le realtà economiche e sociali” ha affermato Cosimo Latronico, Assessore Ambiente, Territorio, Energia della Regione Basilicata. “In questi giorni qui a Milano, in occasione della Borsa Internazionale del Turismo, vogliamo ribadire come le nostre risorse culturali e ambientali, ma anche la capacità delle comunità di assumersi le responsabilità dello sviluppo, possono essere una chance per realizzare quelle politiche di coesione che sono assai attese nei nostri territori”.
Ne è convinto anche Antonio Nicoletti, Direttore APT della Regione Basilicata.“L’alleanza di Maratea con Milano-Cortina può sembrare ambiziosa, ma se accompagnata da passione e competenza può essere premiata. Lo possiamo dire da lucani dopo aver vissuto l’esperienza di Matera Capitale Europea della Cultura 2019. Matera si è affermata in Europa. Maratea ne raccoglie non solo virtualmente il testimone, perché è una città che è stata capace di valorizzare il proprio patrimoniopaesaggistico, archeologico e architettonicoe, grazie al programma della candidatura, di proiettarsi verso il futuro”.
Hanno fornito il loro contributo su Maratea 2026: Capitale delle comunità ancheTommaso Ruggieri, Presidente Amici della Basilicata in Lombardia, Ermanno Tritto, Responsabile Relazioni Istituzionali Sogemi Spa e Giuseppe Lupo, Docente universitario e scrittore di origini lucane, già finalista del Premio Strega.
Il viaggio per l’Italia di Maratea, la Perla del Tirreno, tra le dieci città finaliste nella candidatura a Capitale Italiana della Cultura 2026, promosso dal Comune di Maratea e dall’Agenzia di Promozione Territoriale della Basilicata, prosegue a Roma, lunedì 19 febbraio e si concluderà aPotenza, giovedì 29 febbraio in attesa dell’audizione del 5 marzo presso il Ministero della Cultura.