Prosegue il programma di mobilitazione della Cia-Agricoltori in Basilicata: ieri sera i direttivi delle sezioni del Metapontino hanno affrontato le questioni di emergenza e le azioni da mettere in campo. Il presidente della Cia di Matera Giuseppe Stasi ha rilanciato il “grido d’allarme” che nel Metapontino ha conseguenze più pesanti sul Prodotto Lordo Vendibile in agricoltura sottolineando che i gravissimi problemi portano a chiudere persino aziende storiche del Metapontino. “Noi – ha detto – non siamo stati mai fermi, né nei mesi scorsi né in queste ore. Stiamo conducendo una battaglia importantissima sui tavoli istituzionali per restituire all’agricoltura italiana ciò che l’Europa, con norme troppo rigide e adottate in un momento di crisi epocale, sta togliendo all’intero comparto, con gravi ripercussioni anche in Basilicata e nel Sud”.
Le proposte discusse e contenute in un documento condiviso da Upi, Anci, Lega Autonomie sono sintetizzabili in difesa del reddito dell’agricoltore attraverso una Legge Quadro; la contrazione dei costi con una serie di agevolazioni; la riforma della Pac considerata troppo ferraginosa; indennizzi rapidi ed efficaci contro le calamità naturali. Tra i temi evidenziati nei confronti della Regione: assicurare un fondo mutualistico; per il credito l’istituzione di un fondo rotativo; abbattere i costi del canoni irrigue; scorrimento graduatorie Psr. Stasera ore 18 a Filiano (palazzo Corbo) assemblea degli Agricoltori di Filiano, S. Fele, Atella, Rionero, Barile, Ripacandida. La parola d’ordine è “Rispetto per gli agricoltori”. Cia in continuità con la manifestazione nazionale del 26 ottobre scorso e il Piano nazionale per l’agricoltura e l’alimentazione, a sostegno della stessa manifestazione, rinnova la richiesta a tutte le istituzioni di interventi urgenti, senza indugi e di governare la crisi.
Lo stop al regolamento Ue sui fitofarmaci, che avrebbe falcidiato le produzioni agricole, mettendo a rischio non solo la sopravvivenza delle aziende del settore, ma anche la sicurezza alimentare dei cittadini europei- si sottolinea – è un primo passo.
“Ci siamo battuti fin da subito per sostenere l’impraticabilità di un taglio netto del 50% dei fitofarmaci al 2030 senza valide alternative e con la crisi climatica in atto -spiega il presidente Cristiano Fini-. Alla fine il passo indietro è giunto, ora chiediamo all’Europa di promuovere davvero una politica graduale, realista e gestibile per giungere ai target green, riequilibrando le esigenze produttive agricole con gli obiettivi di sostenibilità ambientale, sviluppando la difesa integrata e investendo di più su ricerca e innovazione”.