Giorno del ricordo, Lembo e Cancelliere (Fratellli d’Italia): i contenitori culturali quale luogo di sensibilizzazione nelle comunità locali della Basilicata. Di seguito la nota congiunta inviata da Maria Sabina Lembo, Responsabile Regionale per la Basilicata del Dipartimento Tutela Vittime di Fratelli d’Italia e da Marco Cancelliere, Componente del Coordinamento Provinciale Fratelli d’Italia Matera.
Maria Sabina Lembo, Responsabile Regionale per la Basilicata del Dipartimento Tutela Vittime di Fratelli d’Italia: “Con legge n. 92 del 30 marzo 2004 la Repubblica riconosce il 10 febbraio quale «Giorno del ricordo» al fine di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale.
Il Giorno del Ricordo è considerato una solennità civile e ricorre il 10 febbraio, anniversario del Trattato di Parigi, che siglò nel 1947 l’accordo tra gli Alleati e l’Italia al termine della seconda Guerra Mondiale. È prevista anche la concessione di un riconoscimento ai congiunti degli infoibati, al fine di dare un segnale di risarcimento morale ai pregiudizi subiti. Il riconoscimento, a titolo onorifico e senza assegni, consiste in un’insegna metallica, con relativo diploma, da concedere, previa domanda, al coniuge superstite, ai figli, ai nipoti ovvero, in mancanza di questi, ai congiunti fino al sesto grado, di coloro che dall’ 8 settembre 1943 al 10 febbraio 1947, in Istria, in Dalmazia o nelle province dell’attuale confine orientale, furono soppressi e infoibati, nonché agli scomparsi ed a quanti nello stesso periodo e nelle stesse zone, furono soppressi mediante annegamento, fucilazione, massacro, attentato, in qualsiasi modo perpetrati. Ogni anno, quindi, con decreto del Presidente della Repubblica ai congiunti degli infoibati, che hanno presentato l’apposita istanza, sono conferiti il diploma e la medaglia di riconoscimento. L’insegna metallica è in «acciaio brunito e smalto», con la scritta «La Repubblica italiana ricorda». Grazie alla proroga del termine, disposta dall’articolo 12-ter del decreto legge 30 dicembre 2015, n. 210, convertito in legge, con modificazioni, dalla legge 25 febbraio 2016, n. 21, le istanze possono essere presentate entro la data del 28 aprile 2024. Nel 2005 gli italiani furono chiamati per la prima volta a celebrare il Giorno del Ricordo, in memoria dei quasi ventimila italiani torturati, assassinati e gettati nelle foibe (le fenditure carsiche usate come discariche) dalle milizie della Jugoslavia di Tito alla fine della Seconda guerra mondiale. In Italia, inoltre, sono previste iniziative per diffondere la conoscenza dei tragici eventi presso i giovani delle scuole di ogni ordine e grado. È altresì favorita, da parte di istituzioni ed enti, la realizzazione di studi, convegni, incontri e dibattiti in modo da conservare la memoria di quelle vicende. Tali iniziative sono volte a valorizzare il patrimonio culturale, storico, letterario e artistico degli italiani dell’Istria, di Fiume e delle coste dalmate, in particolare ponendo in rilievo il contributo degli stessi, negli anni trascorsi e negli anni presenti, allo sviluppo sociale e culturale del territorio della costa nord-orientale adriatica ed altresì a preservare le tradizioni delle comunità istriano-dalmate residenti nel territorio nazionale e all’estero. Sono riconosciuti il Museo della civiltà istriano-fiumano-dalmata, con sede a Trieste, e l’Archivio Museo storico di Fiume, con sede a Roma.
L’avvocato Maria Sabina Lembo Responsabile per la Basilicata del Dipartimento Tutela Vittime di Fratelli di Italia evidenzia che la questione delle foibe, cioè delle stragi avvenute al confine orientale d’Italia nel 1943 e nel 1945, è rimasta per molto tempo un tabù nella nostra storiografia, sottolinea quanto sia importante conoscere la nostra storia e commemorare le vittime delle foibe e invita tutte le Istituzioni scolastiche della Basilicata a voler sensibilizzare, in prossimità del 10 febbraio, l’intera comunità scolastica attraverso la realizzazione di attività, convegni, incontri anche in collaborazione con le Associazioni degli Esuli. Esprime la sua solidarietà ai familiari delle vittime gettate nelle foibe o deportate nei campi sloveni e croati, ai sopravvissuti, agli esuli ed ai loro discendenti che furono interessati dai fatti.
Con la Risoluzione n. 7/00037, approvata il 31 gennaio 2023, la VII Commissione Cultura, Scienza e Istruzione della Camera dei deputati ha impegnato il Governo italiano a sostenere la realizzazione del “Treno del Ricordo”. Il progetto è realizzato dalla Struttura di missione per gli anniversari nazionali ed eventi sportivi nazionali e internazionali della Presidenza del Consiglio, da Ferrovie dello Stato e Fondazione FS Italiane, in collaborazione con il Ministero della Cultura, il Ministero dell’Istruzione e del Merito, il Ministero della Difesa, Rai Teche, Rai Cultura, Rai Storia, Archivio LUCE e Istituto Regionale per la Cultura Istriano-fiumano-dalmata.
Con Decreto del 28 dicembre 2023, il Ministro per lo Sport e i Giovani, con delega di funzioni in materia di anniversari nazionali, ha cofinanziato il progetto “Il Treno del Ricordo 2024”, presentato da Fondazione FS Italiane. L’iniziativa prevede l’organizzazione di un viaggio, su treno storico appositamente allestito, che ripercorra idealmente quello compiuto dagli esuli istriani, fiumani e dalmati.
Il Treno del Ricordo è un treno storico, messo a disposizione da Fondazione FS Italiane e appositamente allestito con una mostra multimediale e l’esposizione delle masserizie degli esuli conservate e custodite dall’Istituto Regionale per la Cultura Istriano-fiumano-dalmata, nel Magazzino 18 di Trieste, che ripercorrerà idealmente e il viaggio compiuto dagli esuli istriani, fiumani e dalmati. Il Treno del Ricordo partirà dalla stazione di Trieste l’11 febbraio, per poi proseguire a Venezia (12 febbraio), Milano (13 febbraio), Torino (14 febbraio), Genova (15 febbraio); Ancona (17 febbraio), Bologna (18 febbraio), Parma (19 febbraio), La Spezia (20 febbraio), Firenze (22 febbraio), Roma (24 febbraio), Napoli (25 febbraio). Concluderà il suo viaggio il 27 febbraio nella stazione di Taranto.
Il percorso della mostra si snoda lungo quattro vagoni, più due vagoni adibiti all’ingresso e all’uscita dei visitatori. Le sezioni sono 4: Italianità, Esodo, Viaggio del dolore, Ricordi di una vita.
Prima – Italianità: verrà evidenziata “l’italianità” di Istria e Dalmazia iniziata nel 221 a.C. con la presenza dei romani. Allestita con pannellature grafiche, schermi led, luci e amplificazione.
Seconda – Esodo: riprodurrà i vagoni in cui furono trasportati in Germania i militari italiani dopo l’8 settembre del 43. Allestita con pannellature grafiche, schermi led, luci e amplificazione.
Terza – Viaggio del dolore: la conformazione della carrozza ricorderà i seggiolini dei vagoni nei quali vennero “stipati” gli esuli. Allestita con elementi di masserizie nelle cappelliere, parete grafica rialzata da terra, con installati 9 monitor, per tutta la lunghezza della carrozza.
Quarta – Ricordi di una vita: sarà allestita con le masserizie fornite dall’IRCI (Istituto Regionale per la Cultura Istriano Fiumano Dalmata).
Marco Cancelliere, Componente Coordinamento Provinciale Fratelli d’Italia Matera: Sono passati alcuni giorni dal 10 febbraio, il Giorno del Ricordo, istituito circa vent’anni fa con approvazione a larghissima maggioranza del Parlamento Italiano della Legge n. 92 del 30 marzo 2004 con lo scopo di ricordare i tragici episodi vissuti dagli italiani, da tutte le vittime delle Foibe e dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra.
Per oltre settant’anni l’esodo giuliano – dalmata e le foibe sono stati completamente dimenticati e lasciati nell’oblio della storiografia italiana ma, ritornati centrali negli ultimi tempi riportando alla memoria collettiva un periodo buio di sofferenze irripetibile.
Infatti, nei molteplici eventi, convegni, commemorazioni susseguiti ricordare il passato non potendolo cambiare rappresenta l’elemento necessario per costruire un presente ed un futuro migliori, liberi dalle disumane ideologie, ricorrendo al buon senso ed alla capacità di spiegare la storia liberandola dalle esasperazioni, dalle diversità dei nazionalismi ricucendo le divisioni attraverso i principi della democrazia, della libertà e dei diritti di ciascuno.
Le foibe, voragini rocciose dell’Altopiano del Carso, sono usate alla fine della Seconda Guerra Mondiale per “infoibare” migliaia di persone colpevoli di volersi opporre al regime totalitario slavo imposto dal Maresciallo Tito. Molto spesso le dolorose e vili fucilazioni eseguite sui bordi delle cavità avrebbero consentito di far sparire migliaia di cadaveri di persone in poco tempo. Sono registrate circa 1700 foibe mentre non è precisamente identificabile il numero delle vittime vista l’impossibilità di poterle ispezionare tutte; rimane tuttavia stimato un numero variabile tra cinquemila e diecimila persone spesso infoibate anche vive.
A tale episodio segue l’esodo giuliano – dalmata, il quale conduce ad una emigrazione forzata della maggior parte dei cittadini ad etnia e lingua italiana in Istria e nel Quarnaro, conclusosi solo nel 1960. È stimato che tra i 250 mila ed i 350 mila sono stati gli italiani costretti a lasciare le loro case, le loro terre, i loro averi, i loro ricordi.
Con il processo di pacificazione internazionale sugellato nel 2020 avvenuto con la visita congiunta nei luoghi del ricordo del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e dell’allora Presidente della Repubblica della Slovenia Borut Pahor è forte la consapevolezza che la memoria delle vittime del massacro rimane l’elemento cardine per giungere ad una riflessione profonda affinché atti come questi non accadano più, oltreché scuotere le coscienze di tutti noi abbattendo le barriere dell’ignoranza e dell’indifferenza.
Se le scuole rappresentano “il luogo della conoscenza e dell’istruzione il cui compito è di formare i giovani per la vita, di favorire lo sviluppo del senso civico, di educarli ai valori della cittadinanza, del gusto per il lavoro, della pace, della solidarietà, dell’amicizia e del rispetto della persona nella verità” come sostiene Mollica e, se i poli museali rappresentano il segno tangibile di “una memoria che non deve essere qualcosa di astratto, ma deve essere qualcosa di tangibile, che noi dobbiamo essere in grado di toccare” come sostenuto dal Ministro della Cultura Giuliano Sangennaro, allora, è evidente che i contenitori culturali sono cruciali nell’azione di sensibilizzazione al tema. Con l’approvazione alla Camera della legge per la promozione della conoscenza della tragedia delle foibe e dell’esodo giuliano – dalmata nelle nuove generazioni sono stati fatti passi avanti rispetto al passato, infatti, non solo è prevista l’indizione con cadenza annuale da parte del Ministero dell’Università e della ricerca di un concorso nazionale in occasione del “Giorno del Ricordo” finalizzato a premiare il progetto più meritevole per la realizzazione di un’installazione temporanea, un’opera d’arte in qualsiasi forma espressiva, da esporre per la durata di un anno in occasione del Giorno del Ricordo in un capoluogo di regione; è istituito nello stato di previsione del Ministero dell’istruzione e del merito un fondo dedicato agli studenti delle scuole secondarie, nel triennio 2023 – 2025, per la promozione e l’incentivazione dei viaggi del ricordo nei luoghi delle foibe; è concesso un finanziamento per il triennio 2023 – 2025 a beneficio dei contenitori culturali luoghi della memoria; ed infine, è prevista l’estensione della legittimazione a chiedere il riconoscimento di un’apposita insegna metallica con relativo diploma, riconosciuta ai soggetti infoibati e scomparsi. Inoltre, in data 31 gennaio il Consiglio dei Ministri ha approvato il disegno di legge che istituisce il “Museo del Ricordo” il cui scopo è preservare e conservare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe e dell’esodo giuliano – dalmata. In linea con l’attività legislativa avviata dal Governo volta alla sensibilizzazione verso un tema così importante e nell’accezione di una maggiore conoscenza del nostro territorio, della nostra gente e di quanti lucani potrebbero essere stati vittime delle foibe lodevole sarebbe se, in prossimità del 10 febbraio, il Polo Museale della Basilicata avente funzione di coordinamento dei musei e dei luoghi della cultura sia pubblici che privati attraverso il costante dialogo con le reti locali ed in collaborazione con le Associazioni degli Esuli, insieme con gli altri contenitori culturali della Basilicata, decidesse di commemorare i lucani vittime delle foibe. Segno di vicinanza alle vittime gettate nelle foibe o deportate nei campi sloveni e croati, ai sopravvissuti, agli esuli ed ai loro discendenti interessati.