Anche la città di Matera rientra tra i comuni oggetto dell’indagine realizzata dall’Ufficio Studi di Confcommercio sulla demografia d’impresa “Città e demografia d’impresa: come è cambiato il volto delle città, dai centri storici alle periferie”.
L’analisi finalizzata ad analizzare l’andamento della demografia delle imprese nelle città italiane ea monitorare nel tempo l’andamento degli esercizi commerciali e delle attività di alloggio e ristorazione, ha valutato anche l’andamento demografico delle imprese negli ultimi dieci anni, riferito alla città di Matera, con una valutazione dal 2012 al 2019 al 2023.Le imprese sono state suddivise in base alla location della propria attività in centro storico e resto del territorio comunale.
Dall’analisi emerge che negli ultimi 10 la citta di Matera ha registrato una riduzione della presenza di attività relative al commercio al dettaglio sia nel centro storico che nel resto dell’area comunale. Dato evidenziato anche nel periodo tra il 2019 ed il 2023.
Tale andamento negativo relativo al centro storico si è registrato soprattutto per le attività relative a prodotti in esercizi specializzati (quali articoli di abbigliamento, calzature ed articoli in pelle, cosmetici e articoli di profumeria, fiori e piante, piccoli animali domestici e alimenti per animali, gioiellerie, mobili per ufficio, negozi di ottica e fotografia e altri prodotti non alimentari), altri prodotti per uso domestico in esercizi specializzati (quali articoli per la casa, quali tessili, ferramenta, tappeti, forniture elettriche o mobili), attività di articoli culturali e ricreativi (quali libri, giornali, registrazioni musicali e video, articoli sportivi, giochi e giocattoli), commercio al dettaglio ambulante.
Di contro il centro storico della nostra città ha visto negli ultimi 10 anni l’incremento di attività di vendita di prodotti alimentari e di bevande, di farmacie, di vendita ambulante.
Il trend negativo legato al alla presenza di attività di vendita al dettaglio ha caratterizzato anche il resto della città che non sia centro storico, che ha visto il venir meno di attività relative a prodotti alimentari e bevande, prodotti per uso domestico in esercizi specializzati, articolo culturali e ricreativi, altri prodotti in esercizi specializzati, commercio ambulante, e attività informatiche e per le telecomunicazioni.
Accanto a tale trend negativo l’area della città che non rientrante nel centro storico ha registrato comunque un aumento di attività di farmacie, di tabacchi, di commercio al dettaglio fuori dal negozio (tramite corrispondenza, via internet, porta a porta, distributori automatici, ecc) e di attività di vendita di prodotti alimentari e bevande.
Nei 10 anni analizzati dallo studio in oggetto, si evince come invece vi sia stato un aumento significativo della attività legate al turismo, in particolare nel settore della ricettività e dei bar e ristoranti, sia nel centro storico che nelle altre aree della città di Matera, trend che aveva registrato un incremento a partire già dal 2019.
Il dato interessante per la città di Matera, Capitale Europea della Cultura nel 2019, e che dal 2019 ad oggi, nel centro storico sono diminuite le attività di bar e ristoranti, sono rimasti stabili le strutture alberghiere e sono cresciute le strutture extra alberghiere, e anche fuori dal centro storico, è invece registrato una diminuzione dei ristoranti ed un incremento delle strutture alberghiere.
Tra il 2019 ed il 2023 si registra un trend negativo anche in relazione alla attività commerciali presenti nel centro storico, soprattutto in riferimento ad attività di vendita di prodotti in esercizi specializzati ( esercizi specializzati di articoli di abbigliamento, calzature ed articoli in pelle, cosmetici e articoli di profumeria, fiori e piante, piccoli animali domestici e alimenti per animali, gioiellerie, mobili per ufficio, negozi di ottica e fotografia e altri prodotti non alimentari), vendita di tabacchi, vendita di prodotti alimentari, eCommercio al dettaglio prodotti ad uso domestico (in esercizi specializzati di articoli per la casa, quali tessili, ferramenta, tappeti, forniture elettriche o mobili), attività di prodotti informatici e di telecomunicazioni.
Anche per quanto attiene le aree fuori dal centro storico dal 2019 ad oggi si registra un trend in generale negativo relativo alla presenza di attività di commercio al dettaglio, ad eccezione delle attività relative a prodotti per uso domestico in esercizi specializzati, e Commercio al dettaglio al di fuori di negozi, banchi e mercati(Attività di vendita al dettaglio tramite corrispondenza, via internet, porta a porta, distributori automatici, ecc)
Dall’analisi condotta emerge, anche a livello nazionale, che sono sempre meno le attività tradizionali presenti nei centri storici, mentre aumentano le attività gestite da stranieri, occorre contrastare la desertificazione commerciale con la riqualificazione urbana, ed è questo l’obiettivo del progetto Cities di Confcommercio, per migliorare i centri urbani e sostenere le economie di prossimità.
Con il progetto Cities, Confcommercio mette la propria competenza al centro di un dibattito con le istituzioni e con l’opinione pubblica come autorevole soggetto di rappresentanza. Promuove una nuova visione della città, sostenendo politiche urbane e territoriali per migliorare l’ambiente urbano e la vita dei cittadini, favorendo iniziative per lo sviluppo delle economie locali. Le nostre città sono da sempre luoghi dove si concentrano l’innovazione, la ricchezza, le relazioni, la cultura, la bellezza. Ma, nel contempo, sono anche sempre più affollate, caotiche, conflittuali; luoghi dove crescono i problemi socioeconomici come povertà, carenza di alloggi, insicurezza e diffuso degrado. Si stanno affermando nuovi stili di vita e di consumo che generano un forte impatto sulle economie e sulla forma stessa delle città. In questo contesto, come dimostrato dalla recente pandemia, il terziario di mercato ha un ruolo fondamentale e può farsi promotore di un rilancio della qualità del vivere in città.