Il Consigliere Provinciale Rocco Pappalardo, primo firmatario, ha richiesto l’iscrizione e la discussione alla prossima seduta del Consiglio Provinciale della mozione in oggetto sottoscritta nel frattempo anche dai Consiglieri provinciali Vincenzo Bufano e Carmine Ferrone (Pd).
Mozione contro deposito unico scorie radioattive in Basilicata
Il consiglio provinciale premesso: Che l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) ha pubblicato la Guida Tecnica n.29: “Criteri per la localizzazione di un impianto di smaltimento superficiale di rifiuti radioattivi a bassa e media attività” in cui sono stati elencati i requisiti fondamentali e gli elementi di valutazione che dovevano essere tenuti in considerazione dalla SO.G.I.N. S.p.A. (la società dello Stato responsabile dello smantellamento degli impianti nucleari italiani e della gestione dei rifiuti radioattivi) nella definizione della Carta Nazionale delle Aree Potenzialmente Idonee (CNAPI);
Che il Deposito Nazionale è finalizzato alla sistemazione definitiva di circa 75 mila metri cubi di scorie nucleari di bassa e media attività e lo stoccaggio temporaneo di circa 15 mila metri cubi di scorie ad alta attività, frutto della stagione nucleare italiana chiusa con il referendum del 1987;
Che con il nulla osta dei ministeri dello Sviluppo Economico e dell’Ambiente, la Sogin ha pubblicato sul sito www.depositonazionale.it la proposta di Carta Nazionale delle Aree Potenzialmente Idonee (Cnapi), l’atteso documento per divulgazione del quale è stato necessario attendere, tra le altre cose, un aggiornamento da parte dell’Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare e la radioprotezione (Isin) rispetto alla sismicità delle aree, studio chiesto alla Sogin nel 2015;
Che la medesima società ha pubblicato il progetto preliminare e tutti i documenti correlati alla realizzazione del Deposito Nazionale dei rifiuti radioattivi e del Parco Tecnologico, che permetterà di sistemare in via definitiva questi rifiuti, al centro di una procedura di infrazione europea nei confronti del nostro Paese e attualmente stoccati in una ventina di siti provvisori non idonei ai fini dello smaltimento definitivo;
Che Il ministero dell’Ambiente ha pubblicato sul proprio sito istituzionale l’elenco delle aree presenti nella proposta di Carta Nazionale delle Aree Idonee (Cnai), che individua le zone dove realizzare in Italia il Deposito Nazionale dei rifiuti radioattivi e il Parco Tecnologico, al fine di permettere lo stoccaggio in via definitiva dei rifiuti radioattivi di bassa e media attività”. Lo comunica il Mase in una nota.
Che la Carta è stata elaborata da Sogin, sulla base delle osservazioni emerse a seguito della consultazione pubblica e del Seminario nazionale condotti dopo la pubblicazione della Carta Nazionale delle Aree Potenzialmente Idonee (Cnapi), e approvata dall’Ispettorato nazionale per la Sicurezza Nucleare e la Radioprotezione (Isin)”. “La Carta Nazionale delle aree idonee – spiega il Mase – individua 51 zone i cui requisiti sono stati giudicati in linea con i parametri previsti dalla Guida tecnica Isin, che recepisce le normative internazionali per questo tipo di strutture”.
Che tra le 51 aree ritenute idonee alla localizzazione del deposito nazionale delle scorie nucleari, ben 10 ricadono completamente sul suolo lucano (4 in provincia di Potenza, 5 in quella di Matera e una a cavallo tra le due province) ed altre 4 in comunione con la Puglia, che interessano la provincia di Matera.
Che si tratta di zone che coincidono con territori ad alta valenza ambientale, storica, archeologica, antropologica e culturale e quindi non rispondenti ad alcun criterio di proponibilità di un intervento industriale come il Deposito Nazionale dei rifiuti radioattivi;
Che la Regione Basilicata è già fortemente penalizzata da deficit infrastrutturale nei collegamenti soprattutto ferroviari che costituiscono un ostacolo al decollo della crescita e dello sviluppo economico della regione;
Che il Deposito Nazionale arrecherebbe un forte danno all’economia locale che si basa sulla qualità dell’ambiente e delle produzioni agroalimentari, impattando negativamente sui ricavi nel settore turistico e delle produzioni/esportazioni del settore agroalimentare;
Che, con la Legge Regionale n.31 del 21.11.2003, Modifiche ed integrazioni alla L.R. 31 agosto 1995, n. 59 pubblicata sul B.U.R. Basilicata n. 81 del 22 novembre 2003, il Consilio Regionale ha dichiarato la Basilicata Territorio Denuclearizzato e precluso al transito ed alla presenza, anche transitoria, di materiali nucleari non prodotti nel territorio regionale;
Che seppure dichiarata costituzionalmente illegittima, con sentenza con sent. Corte Cost. n. 62 del 29 gennaio 2005, la suddetta legge è comunque una decisa espressione di volontà dei Lucani;
Che tanto manifesta l’assoluta indisponibilità del territorio all’installazione di centrali nucleari e allo stoccaggio di scorie radioattive;
Che l’art. 9 della Costituzione pone come principio fondamentale della Repubblica la promozione dello sviluppo e la tutela del paesaggio;
Che la Legge 394/91 fa esplicito riferimento all’art. 9 della Costituzione, ma non si ferma al concetto da questo espresso e va oltre: infatti, se la Costituzione parla di “tutela”, la L. 394 parla di “valorizzazione” del patrimonio naturale, considerando anche la volontà di rendere fruttifero un bene potenziale, potenzialità che può essere intesa in termini scientifici, storici, culturali, sociali ed economici;
Che la Legge regionale 28 giugno 1994, n. 28 “Individuazione, classificazione, istituzione, tutela e gestione delle aree naturali protette in Basilicata” che indica tra i vari articoli le seguenti specifiche finalità: “I fini di generale salvaguardia delle risorse naturalistiche, paesaggistiche ed ecologiche sono perseguiti nella prospettiva della qualità di vita dei cittadini…; e di conseguimento di obiettivi di sviluppo socio – economico delle popolazioni locali…;
Tutto ciò premesso e considerato
impegna il Consiglio provinciale di Potenza a esprimere la totale contrarietà all’individuazione del territorio regionale di Basilicata come sede di Deposito Nazionale per i rifiuti radioattivi e Parco Tecnologico;
Il Presidente a tutelare gli interessi della comunità provinciale di Potenza in qualunque sede e attraverso ogni azione ritenuta opportuna allo scopo di scongiurare qualsiasi decisione che porti alla realizzazione del Deposito Nazionale per i rifiuti radioattivi e Parco Tecnologico in Basilicata;
Il Presidente a supportare a tal fine, secondo le necessità e modalità previste, il Governo regionale di Basilicata nella messa in campo delle conseguenti azioni procedimentali e di interlocuzione col Governo nazionale, nel rispetto dei territori e dei diritti fondamentali dei cittadini.