Una nuova pubblicazione digitale dell’Associazione Energheia: Salvatore Longo, Proposta di lettura dei capitelli di San Giovanni Battista e Picciano, una storia millenaria.
Questa pubblicazione comprende due saggi di Salvatore Longo, “Proposta di lettura dei capitelli di San Giovanni Battista” e “Picciano, una storia millenaria”, estratti dai Bollettini della Biblioteca Provinciale di Matera, rispettivamente del 1981 e 1991.
Nel primo testo Proposta di lettura dei capitelli di San Giovanni Battista, lo studioso esamina i capitelli della Chiesa ricca di riferimenti sacri e profani, tutti percorsi da sentimenti di profonda religiosità.
“La chiesa di San Giovanni Battista in Matera è un chiaro esempio di architettura romanica, mostra analogie con il prospetto di San Domenico e con le strutture della Cattedrale. Risale al 1233…
… La chiesa, detta anche Santa Maria la Nuova, appartenne ad una comunità di religiose claustrali e sorse fuori le mura, lontana dal nucleo cittadino che si identificava con lo sperone della Civita, sulla cui sommità tra non molto si ergerà la Cattedrale.
Allora il tempio più illustre era Sant’Eustachio. Pur ubicato in luogo aperto e solitario, San Giovanni per i suoi aspetti imponenti era meta continua di fedeli. Le vicende peculiari della chiesa non si conoscono e i documenti sono smilzi e frammentari”.
Nel secondo saggio Picciano, una storia millenaria, esamina lo sviluppo di questa contrada, dove poi è sorto il Santuario. “Picciano è una contrada collinare dell’agro materano e si identifica soprattutto con il Santuario dedicato alla Vergine Annunziata…
… Picciano possedeva due casali: uno in vetta e l’altro alle falde della sua collina. Proprio qui, lungo il torrente Gravina, si sviluppò la civiltà rupestre che determinò la presenza numerosa di insediamenti monastici: Grottini, S. Pietro in Lama, Galleria del Monte, Cripta del Falco, Cripta del Cristo, S. Giacinto.
Inoltre, il torrente, insieme alla morfologia collinare, esplicò una funzione difensiva su tutto il territorio, innescando così lo sviluppo e l’affermazione di molte attività umane. Tra questi insediamenti si annoverarono pure i Benedettini che, intorno al Mille, si trasferirono sul Colle per via delle inondazioni della Gravina. Gli stessi sono citati in alcuni documenti e perciò si possono, senza difficoltà, considerare i veri committenti della tipologia romanica che tuttora accoglie i fedeli. Contemporaneamente ai Benedettini, l’ordine dei Templari possedeva una mansione, o feudo sulla collina…”