Pisticci non si arrende e si stringe ancora di più a difesa dell’ospedale, per il quale si intravede qualche nuovo spiraglio, tenendo conto del bacino di utenza e ridefinzione di ruoli e funzioni nel contesto della riorganizzazione dei servizi da offrire, con riferimento particolare alla dialisi e alla ribilitazione. Certo è che il più popoloso centro della Basilicata non può più esercitare il ruolo di comparsa e dopo la fase industriale del comparto della Valbasento, che, come eredità, ha lasciato disoccupazione e malattie, il mantenimento dell’Ospedale e Tribunale deve costituire il punto di partenza per il rilancio di centro-guida del Metapontino. L’ospedale di Tinchi, in particolare, deve poter contare su tre poli essenziali, la dialisi, l’endocrinologia e la riabilitazione come centro di riferimento specialistico. Lo ha affermato a chiare lettere il sindaco di Pisticci Vito Di Trani, aprendo i lavori dell’assemblea cittadina convocata presso la delegazione comunale di Marconia, per discutere proprio sugli sviluppi del nuovo Piano Sanitario. In un’aula gremita di cittadini, l’ass. regionale Gianni Rondinone, dopo aver ricordato che la vicenda Tinchi si protrae da oltre venti anni, si è soffermato in modo particolare sulla Riabilitazione, che prevede centoventi posti-letto da allocare e in tale ottica Tinchi non solo parte avvantaggiata ma anzi potrebbe ottenere anche un incremento, con una dotazione di 35-40 posti. Rondinone ha pure aggiunto che vanno evitate alcune scelte inspiegabili che non tengono conto degli elementi di razionalità e che ai cittadini vanno offerti i servizi necessari, senza determinare territori di seie A o di serie B. Non avrebbe alcun senso vivere in una regione dove mancano i necessari equilibri. Ancora una volta si è fatta sentire alta e imponente la voce del Comitato Cittadino per la Difesa dell’Ospedale che da tre anni lotta in presidio e che non ha alcuna intenzione di abbassare la guardia. Pietro Tamburrano, Nicola Dolce e Domenico Giannace hanno ribadito che l’ospedale è un bene pubblico, invocando l’unità di partiti e popolazione a difesa di una struttura penalizzata più di tutte, auspicando fatti reali e non più parole. Una battaglia lunga, che parte dal lontano 1997, quando cittadini e amministratori già si strinsero incatenandosi davanti ai cancelli del nosocomio, interessato allora come oggi da un piano di ridimensionamento. Seguirono tante assicurazioni ma poi null’altro. Dolce ha auspicato un ospedale distrettuale ad indirizzo specialistico, un intervento deciso della regione Basilicata che produce oggi solo assistenzialismo e che non tiene in conto delle 12 mila firme di cittadini che richiedono il loro ospedale che già si è segnalato per professionalità e per numeri e cifre superiori agli ospedali di Matera e Policoro, come ha poi fatto rilevare Domenico Giannace. Anche Andrea Badursi (PD) ha fatto rilevare che la vicenda ospedale parte da molto lontano con una classe politica che decide in maniera scientifica di ridimensionare l’ospedale di Tinchi, invitando a non arretrare per conseguire un ospedale distrettuale con il potenziamento della dialisi. “Il PD di Pisticci -ha precisato Badursi- continua a lavorare perché ogni cosa si realizzi, per niente disponibile ad arretrare di un solo metro”. Più realistica la posizione di Domenico Lazazzera, capogruppo FLI al consiglio comunale di Pisticci, che ha recitato il De Profundis per una struttura ormai chiusa e che si vuole tenere chiusa, manifestandoo sconcerto e amarezza per un Piano Sanitario Regionale che nulla ha prodotto per Tinchi. “Abbiamo mancato di intervenire nella elaborazione del Piano Sanitario -ha detto Lazazzera- e la pubblica amministraziine si doveva muovere sul piano ufficiale. Questi sono i fatti che si sono determinati anche a causa della mancanza di difensori”.
Giuseppe Coniglio