In previsione dell’8 marzo – Giornata internazionale della donna – la presidente dell’Associazione Cuochi Italiani, la lucana Enza Barbaro, ha consegnato la card membro ACI -Donna Chef 2024- a Mariana Rotaru IPA Romania. Un’occasione per rilanciare il ruolo ancora poco valorizzato della Donna Chef e la funzione della ristorazione al femminile.
Sembra un paradosso, ma nonostante la figura femminile sia legata nella tradizione popolare (almeno quella italiana) alla gestione della cucina, sono stati gli uomini a conquistare un ruolo di prim’ordine della gastronomia mondiale. Se si guardano infatti le classifiche internazionali più prestigiose, il verdetto sembra impietoso: su oltre 3.300 chef stellati di 28 Paesi del mondo, ci sono solamente 169 donne. In Italia sono 41, il che fa di noi il Paese più virtuoso nella parità di genere culinaria. Per Barbaro, la Donna Chef e’ lo scrigno delle esperienze, l’anfora dei segreti ereditati dalla mamma e tramandati dalle Nonne, in una societa’ che nell’unione delle famiglie dovra’ porre in valore ”la conoscenza”, riscoprendo le tradizioni.
Dunque da qui comincia un percorso che piu’ di una scommessa e’ gia’ una realta’, una certezza tangibile ,grazie alla vicinanza da molti anni ,della Presidente a chef sia donne che uomini , adulti oppure giovani, adolescenti e bimbi,in quel percorso intrapreso dall’Associazione Cuochi Italiani, nel diffondere l’educazione alimentare che, nasce e cresce come un’esigenza sin dai primi giorni di esistenza
”Donna Chef” diventa alla pari degli chef, all’interno dell’Associazione Cuochi Italiani, sul territorio Europeo, un nome che unisce le professioniste, le dilettanti, le allieve e perche’ no, le maestre nonne, alla pari degli chef al maschile.
L’Associazione Cuochi Italiani, nel rispetto dei tesserati a vario titolo , porta avanti il modello della famiglia dei cuochi valorizzando sui vari territori, la “figura del cuoco” che ogni giorno dedica attenzione alla cucina Italiana, all’originalita’, alla qualita’, al codice etico deontologico e regolamento.
Ai ristoranti un ulteriore riconoscimento per la presenza nella struttura di almeno uno Chef oppure Donna Chef tesserata,che sostiene i principi predetti, la concessione della targa membro “Origini italiane”, aderendo al regolamento di riconoscimento.
Mi piace pensare che il nostro ruolo di chef sia solo un mezzo: dobbiamo imparare ad ascoltare gli ingredienti, accogliere nelle nostre cucine la stagionalità, solo così possiamo cucinare rispettando il ritmo della natura.
“Attraverso la mia cucina – spiega Barbaro – cerco di esprimere le ragioni per le quali è necessario rispettare i cicli della natura, adottare un tipo di consumo locale e opporsi alla diffusione di prodotti industriali. Non è solo una questione di gusto, ma soprattutto di benessere, nutrizione e rispetto dell’ambiente, oltre che di tenere in vita la tradizione della cucina italiana. Dobbiamo batterci per la sostenibilità ambientale e sensibilizzare il pubblico sull’impatto che le nostre scelte alimentari hanno sul pianeta” .Rita Levi Montalcini una volta disse: «Le donne che hanno cambiato il mondo non hanno avuto bisogno di mostrare nulla, se non la loro intelligenza». Che parta dalle Donne Chef dell’ACI la vera rivoluzione delle pari opportunità.