Tariffe prestazioni specialistica ambulatoriale. Anisap, Federlab, Federbiologi lanciano un grido di allarme: la Giunta regionale si appresta a dare il colpo di grazia al settore e a mettere le mani nelle tasche dei cittadini. Di seguito la nota integrale.
Questo governo regionale, con l’adozione del nuovo Tariffario delle prestazioni della specialistica ambulatoriale che ribassa ulteriormente le tariffe attuali del 30%, si appresta, per la seconda volta, a dare il colpo di grazia ad un settore che riveste una importanza fondamentale per il sistema sanitario regionale. E’ il grido d’allarme delle associazioni Anisap, Federlab e Federbiologi che dopo aver sollecitato nelle scorse settimane un’iniziativa della Giunta in merito alle conseguenze nefaste che ne deriveranno a partire già dal primo aprile prossimo, segnalano che ad oggi, “non si è mosso nulla”. E’ stato chiesto espressamente un incontro all’assessore Fanelli per rappresentare la questione che riguarda direttamente i cittadini-utenti, ma si registra soltanto un incomprensibile silenzio. Il tema – ricordano in una nota Anisap, Federlab e Federbiologi – è quello della introduzione ed applicazione del nuovo Tariffario delle prestazioni della specialistica ambulatoriale, che dovrebbe, al contrario, far scattare immediatamente l’interesse di qualunque amministratore regionale in ambito sanitario e del politico che ha la responsabilità di governo della sanità regionale. Ricordiamo – spiega Roberto Cicchetti a nome delle tre associazioni – che già nel 2021, la Regione, che aveva un proprio tariffario regionale, ha tagliato le tariffe del 40% adottando il cosiddetto Tariffario Balduzzi (Spending review), dando già all’epoca una spallata pesantissima al comparto della specialistica ambulatoriale accreditata dei laboratori di analisi e della diagnostica in generale. Ed è il caso di evidenziare – aggiunge – che attraverso le prestazioni di diagnostica vengono prese il 75% delle decisioni cliniche per la salute dei cittadini. Non a caso le Regioni più virtuose d’Italia come Lombardia, Emilia Romagna, Toscana hanno affrontato il problema in maniera logica e razionale valutando le nuove tariffe ministeriali anti economiche per i propri bilanci (con apposite DGR) e le hanno modificate negli aspetti palesemente sotto dimensionati rispetto ai costi di produzione. Ricordiamo ancora che ciò è previsto dallo stesso decreto, ovvero la possibilità da parte delle Regioni di dotarsi di un proprio tariffario a patto che le differenze derivanti siano coperte dal proprio bilancio. Questa previsione trova il suo “razionale” nel fatto che ogni Regione ha delle peculiarità tali da poter decidere diversamente. Un dato su tutti deve far riflettere ovvero che proprio in quelle Regioni dove è possibile fare economie di scala per numerosità di popolazione e quindi per quantità di prestazioni da erogare, si è deliberato per una modifica delle tariffe (in aumento), al contrario in Basilicata, pari a un ventesimo della popolazione di Lombardia, un decimo della Emilia Romagna e un settimo della Toscana, pare che il problema non sussista. A quanto pare si crede che ribassare le tariffe attuali a valori inferiori ai costi di produzione sia una operazione senza conseguenze per i cittadini e le imprese sanitarie per l’intero territorio regionale.
Il tema di cui si parla – sottolineano ancora Anisap, Federlab e Federbiologi – è alquanto critico per gli effetti negativi che deriveranno, effetti che si abbatteranno inevitabilmente sui cittadini in primis che vedranno negarsi la maggior parte delle prestazioni, soprattutto di laboratorio, se non a pagamento, vedranno inesorabilmente allungarsi le liste di attesa, vedranno inevitabilmente uno scadimento della qualità delle prestazioni. E questo perché a fronte di un rialzo costante dei costi di produzione relativi all’energia che è raddoppiata, al costo del lavoro, ai costi delle materie prime, al costo delle innovazioni digitali, inevitabilmente si dovranno trovare delle misure di compensazione per cui si agirà sul monte ore lavoro perdendo ore e posti di lavoro, su tutti quei servizi aggiuntivi che fanno fruire al meglio le prestazioni da parte del cittadino.
Ma a quanto pare, tutto questo sembrerebbe non interessare a questo governo regionale. Le associazioni di categoria Anisap, Federlab e Federbiologi sono convinte che sia quanto mai necessario un provvedimento urgente che sospenda gli effetti negativi nell’interesse dei cittadini e delle imprese.