Uilm Basilicata: “8 marzo consolida il gender gap in Italia”. Di seguito la nota inviata da Elena Laguardia, responsabile PO Uilm Basilicata.
La paura più grande, quando si affrontano temi che riguardano le PO è quello di essere tratti in inganno dalla retorica. Un rischio che nonostante tutto vale la pena di correre, fosse anche nel solo tentativo di essere “letti” ancora una volta e di scuotere ogni volta anche solo una coscienza in più, un po’ per … come si dice … colpirne uno per educarne cento!
Quello del gender gap è un tema che spesso riemerge con prepotenza proprio in concomitanza con la festa della donna, a sottolineare quanto ancora ci sia da fare per eliminare questo concetto, che non si traduce solo in disparità salariale, ma abbraccia una gamma più ampia di disuguaglianze strutturali e sociali, che trovano la causa principale nel modo in cui una cultura dipinge la figura della donna: in Italia ad esempio la donna viene considerata, ancora purtroppo, principalmente figura di cura e assistenza, il cui ruolo principale è la custodia del focolare domestico.
Considerato come un fenomeno multifattoriale, non è facile individuarne le cause specifiche.
Come emerso dal report mondiale del World Economic Forum, l’Italia, anche nel 2023, si è confermata una delle nazioni in cui il divario di genere è preoccupante: rispetto al 2022, infatti, ha perso 13 posizioni, passando dal 63esimo al 79esimo, posto su 146 Paesi.
Sebbene il dato sulle opportunità e sulla partecipazione economica delle donne in Italia sia leggermente migliorato, ci riconfermiamo nelle posizioni più basse della classifica, passando dal 110esimo posto del 2022, al 104esimo posto del 2023.
Il quadro dell’Italia si aggrava ancora di più, se si considerano le percentuali di parità di genere raggiunte dagli altri Paesi: sebbene ad oggi nessuna nazione sia riuscita a raggiungere l’eliminazione completa del gender gap, nazioni come l’Islanda (91,2%), la Norvegia (87,9%), la Finlandia (86%), la Nuova Zelanda (85,6%) e la Svezia (81,5%) ci sono molto vicino.
Rispetto ai dati Nazionali, viene da chiedersi se, ed in che modo si possa, quindi, ridurre il Gender Gap; per farlo è necessario un approccio multifattoriale, bisogna utilizzare i dati per guidare l’azione.
Lo scorso 4 Marzo, a Roma si è riunito il Coordinamento PO, che ha approvato la piattaforma di cui si riportano gli obiettivi attraverso i quali realizzare la parità di genere; dove le politiche mirino all’eliminazione delle discriminazioni nei vari ambiti fin qui citati, promuovano la parità retributiva e salariale, forniscano un maggiore supporto per la conciliazione tra vita lavorativa e vita privata, rafforzino le leggi sulla parità di genere e incentivino una maggiore rappresentanza femminile in tutti i livelli decisionali. Inoltre, tanto può l’istruzione che gioca un ruolo cruciale nel cambiare le percezioni e combattere gli stereotipi di genere fin dalla tenera età.
Il gender gap è una sfida complessa che richiede impegno costante, politiche informate e un cambiamento culturale profondo. La strada verso la parità di genere è lunga e tortuosa, ma attraverso l’educazione, la legislazione e la partecipazione attiva, è possibile costruire una società dove uomini e donne godano di stesse opportunità e stessi diritti.