Elezioni regionali Basilicata 2024, Bolognetti (Radicali Lucani): Nella ricerca di “campi larghi” qualcuno si è perso in un campo minato. Di seguito la nota integrale inviata da Maurizio Bolognetti, responsabile regionale diritti umani Azione Basilicata e Segretario di Radicali Lucani.
L’aria che si respira in vista delle imminenti elezioni regionali lucane è sempre più da Basso Impero Romano. Diciamocelo, è aria di putrefazione e decomposizione.
Un giornale che sembra essersi trasformato nella succursale del Quotidiano del Popolo edito a Pechino; una inesistente “società civile”, che avrebbe chiesto ad un imprenditore, auto-elettosi salvatore della patria, di candidarsi; pizzini spacciati per editoriali, passi “avanti”, passi “indietro” e passi di “lato”. Gente che sale sul pulpito anziché, quanto meno, cospargersi il capo di cenere. Una stucchevole e infinita telenovela che fa impallidire “Anche i ricchi piangono”. Insomma, c’è tutto il campionario che serve per allontanare ancor più gli elettori dalle urne.
Ad essere assenti, con le eccezioni che confermano la regola, programmi, progetti, idee forza, visioni lunghe.
Davvero difficile non credere che di fronte a quel che sta accadendo non si nascondano inconfessabili interessi.
In questo scontro tra Orazi e “Chiurazzi” per ora stanno perdendo il buon senso e la ragionevolezza, sostituiti da arroganza e tracotanza. Nella ricerca di “campi larghi”, qualcuno si è perso in un campo minato e altri in un campo di patate. La parola d’ordine che risuona è una e una soltanto: “vincere”. Occhio, che se il collante è rappresentato solo dal desiderio di vincere si può perdere anche vincendo, così come sì può invece vincere perdendo.
Per parte mia, il mio “campo largo” ce l’ho ed è rappresentato da chi mi fa compagnia da una vita: Rossi, Salvemini, Rosselli e gli uomini che diedero vita al “Non mollare”. Sarò anche un “pazzo malinconico”, per dirla con Gaetano Salvemini, ma preferisco loro a uno speranziano di ferro che nel febbraio 2019, riferendosi al candidato presidente del centro-sinistra, Carlo Trerotola, scriveva: “Il pedigree familiare di destra potrebbe rivelarsi un valore aggiunto nel confronto elettorale con il Centro-Destra, che ha cooptato tra le proprie fila diversi protagonisti e comprimari delle trascorse stagioni di potere del centro-sinistra”.