Sabato 16 marzo 2024 alle ore 17 nella sala ex Pidocchietto è in programma l’incontro sul tema “Metti alla prova il tuo cervello” organizzato da Lucia Carriero per discutere di neuro- riabilitazione in soggetti affetti da patologie quali la Sclerosi Multipla, Alzaimer, Parkinson, Demenza, per citarne alcune.
Lucia Carriero si laurea e perfeziona in neuropsicologia, prima di intraprendere la carriera accademica. Consegue un dottorato (PhD) in Neuroscienze alla Sissa di Trieste, con una tesi sui correlati neurali dell’inibizione motoria e subito dopo viene reclutata come ricercatore al Max Planck Institute di Monaco di Baviera. Lavora con pazienti con sindromi neurologiche e psichiatriche, sopratutto cataplessia. Vince una delle prestigiose borse Marie Curie per fare ricerca sulle conseguenze neurologiche e metaboliche dei disordini del sonno. Si trasferisce in Finlandia, al Biomedicum di Helsinki, per approfondire gli studi su modelli animali. Lavora al CNR di Lyon in Francia a progetti sulle conseguenze neurali dell’ostracismo e su protocolli di terapia dell’autismo con somministrazione intranasale di ossitocina. Infine, lavora sempre a Lyon, a un progetto sui correlati cerebrali della stimolazione magnetica su pazienti con deafferentazione motoria. Lucia conosce e programma protocolli di risonanza magnetica funzionale, EEG, tDCS e TMS, oltre che di interfacce neurali BCI (brain Computer Interface).
Lucia decide di “rientrare in Basilicata” ed organizzare un incontro teso ad illustrare le ultime evidenze scientifiche in ambito neurologico avvalendosi di un team composto da neuroscienziati, ingegneri biomedici e informatici, ricercatori e clinici, che si dedicheranno sul territorio allo sviluppo di programmi di neuroriabilitazione avanzati adottando un approccio basato sull’evidenza scientifica e la medicina di precisione.
La neuro-riabilitazione è una prestazione di cura all’avanguardia, che impiega tecnologie avanzate come la robotica e le interfacce BCI, la realtà aumentata, le stimolazioni cerebrali non-invasive, il tracciamento oculare, con l’obiettivo di stimolare la neuroplasticità e velocizzare il recupero funzionale del paziente.
Il programma di riabilitazione viene stilato sulla base delle funzioni da recuperare e di quelle ancora residue, sulla base della sintomatologia del paziente, del tipo di lesione, delle patologie concomitanti. È questo un approccio che afferisce alla medicina di precisione, ovvero alla “personalizzazione” dell’intervento, che ha come focus il paziente e non i modelli terapeutici standardizzati.
Oggi è possibile insegnare al cervello a modulare la propria attività e a produrre nuove connessioni sinaptiche, grazie alle interfacce neurali, o interfacce BCI (brain-computer interface).
Sono le stesse interfacce impiegate dal progetto NEURALINK di Elon Musk, con la differenza che lui impianta elettrodi intracorticali, noi siamo meno invasivi utilizzando sensori sullo scalpo.
Queste tecnologie aiutano le persone con difficoltà cognitive, motorie o comportamentali conseguenti a lesioni neurali, degenerazione o invecchiamento a recuperare:
* memoria, attenzione
* funzionalità motoria
* competenze di linguaggio e comunicazione
* deficit visivi
* variazioni di comportamento o di personalità
* coordinazione ed equilibrio motorio
Questa capacità di neuro-modulazione aiuta persone che soffrono di malattie neurodegenerative (Alzheimer, Parkinson, demenza, danni cerebrali conseguenti a ictus, autismo, ecc.) e di dolore cronico, disturbi del ritmo sonno-veglia, stress, dipendenze, a recuperare le funzioni cognitive.