Il politologo Franco Vespe, esponente di Matera nel cuore, in una nota esprime alcune riflessioni sulla scelte dei candidati presidenti da parte delle forze politiche in Basilicata in vista delle prossime elezioni regionali. Di seguito la nota integrale.
Agli albori del mio impegno politico (stiamo parlando orami di 30 anni fa sic!) ed al crepuscolo dell’esperienza Democristiana, ascoltai un “leggendario” discorso del Senatore Romualdo Coviello che dissertava sulla ricetta che aveva permesso alla vecchia DC di governare per 25 anni la regione. A suo dire tre i cardini sul quale poggiavano i fasti della Balena Bianca: l’intervento straordinario (legge 219/81 sul terremoto, ex CASMEZ, ecc.), il sistema delle Banche e, soprattutto, l’egemonia sul sistema sanitario. La cultura politica e di governo regionale che poi si è avvicendata da quella data, ha cambiato di ben poco le sue coordinate. Non può più contare sull’intervento straordinario (il nord si è portato via anche quello!) e men che meno sul sistema bancario locale che è stato spazzato via dalla globalizzazione e la radicale informatizzazione che ha subito il settore. E’ rimasto così il sistema sanitario. Non può che essere così visto che la spesa sanitaria ancora assorbe i due terzi del bilancio regionale. Non è un caso che il centro-sinistra del campo largo non ha saputo far altro che pescare possibili candidati alla regione in questo settore: Chiorazzo e ora questo Carneade-Lacerenza, un nuovo Trerotola. Primario oculista, sicuramente ottimo professionista, pescato proprio nella roccaforte della sanità lucana del San Carlo di Potenza, quasi a rappresentare plasticamente la forte persistenza della dottrina Coviello nell’immaginario collettivo del politico medio “Potentinienses”. Non è che la Destra abbia fatto scelte più illuminanti confermando il generale Bardi. Anche lui sicuramente brava persona, degno alter-ego di Trerotola nella destra in termini di idee e di progettualità in campo politico. Non ho paura di fare nomi. Avrei visto bene come candidati Latronico o Pagliuca, già a loro volta candidati nel passato. Avrebbero meritato maggior fortuna e, soprattutto una nuova chance. Hanno manifestato nella loro azione politica di questi anni un certo dinamismo ed idee chiare sulla modernizzazione della nostra regione. Lo stesso Enzo Acito sarebbe stato un ottimo candidato (non ho però capito ancora Azione da che parte sta!). Non ne parliamo di chi in questi 30 anni ha visto crescere a dismisura la sua autostima e la sua presunzione politica se non altro per l’assenza di giganti al suo orizzonte! Ha pure studiato per fare il presidente! Ma ancora nessun suo comitato elettorale è mai nato! Ma sono solo piccole amarezze personali e non divaghiamo.
Insomma dai rendez-vous che la brutta, sporca e cattiva politica regionale (e nazionale) ha compiuto in tutti questi mesi emerge un ceto dirigente vecchio, arroccato ai suoi soliti atavici schemi feudali, clientelari ed assistenzialistici che ancora intende la sanità come “Instrumentum Regni”.
Proprio ieri Luca Bianchi, Direttore dello SVIMEZ, ha parlato dell’emigrazione giovanile dal Sud verso il Nord (Europa). Esercito in libera uscita in cerca di fortuna altrove costituito sempre più da donne, qualificate nelle discipline STEM (ovvero discipline scientifiche e tecnologiche, ingegneristiche e matematiche). Una iattura per il Sud perché proprio queste risorse oggi, così come in qualsiasi altra contrada del mondo, potrebbero essere il motore dello sviluppo. Nessuno parla di soluzioni che potrebbero consentire di trattenere od attrarre queste preziosissime risorse. Insomma per Bianchi la via per lo sviluppo del Sud è donna ed è tecnologicamente super specializzata. In contributi precedenti ho anche indicato i modi per farlo attraverso la creazione di quel circolo virtuoso fra formazione, ricerca, innovazione tecnologica e trasferimento alle imprese che ha fatto la fortuna dei grandi distretti hi-tech nel mondo. Circolo che ha bisogno di potenziare Università ed i Centri di eccellenza nei quali praticare quel trasferimento al mondo produttivo della conoscenza. Siamo costretti a subire tarantelle di un ceto politico con poche idee e tutte confuse che si aggrappano ancora pateticamente a schemi politici basati sull’asservimento assistenzialistico-feudale correndo dietro o al primario del San Carlo o al re dei servizi domiciliari socio-sanitari che allatta a pieni polmoni alla mammella della Lupa Lucana. Per non parlare dei bonus elettorali che sta “minacciando” di spargere a man bassa l’attuale governo Lauro…pardon Bardi. Non credo affatto che questo possa piacere ai lucani e mi attendo, ahimè, un’ulteriore calo dell’affluenza alle urne se è questa la mercanzia politica circolante. Una Democrazia che non si nutre della partecipazione del popolo sfocia in oligarchia. Un’oligarchia non performante poi finisce per alimentare fantasie autoritarie. Ma della crisi delle democrazie occidentali ne parleremo un’altra volta.
Francesco Vespe
P.S. Si badi bene che non ce l’ho con Trerotola a cui va tutta la mia simpatia e la mia stima. Mi deve perdonare ma uso il suo nome per indicare una persona, per usa stessa ammissione, completamente digiuna di competenze, militanza e pathos politico, catapultata dalla mattina alla sera a candidarsi per una impegnativa e complessa carica politico-amministrativa.