Stamane, nella Sede del Palazzo di Governo, il Prefetto di Potenza Michele Campanaro e il Presidente della Società cooperativa sociale “ADAN” Giovanni Ferrarese hanno sottoscritto il Protocollo di intesa per la realizzazione del progetto denominato “Persone, non schiave”.
Il progetto si inserisce nella più ampia cornice del Bando 6/2023, emanato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri-Dipartimento per le pari opportunità, con lo scopo di realizzare reti di assistenza territoriale in favore delle vittime della tratta.
Tra le più gravi violazioni dei diritti fondamentali, il fenomeno della tratta degli esseri umani, che si declina nelle diverse forme di sfruttamento sessuale, lavorativo, di accattonaggio e di attività illegali, si annida, nella maggiorparte dei casi, nelle pieghe dei flussi migratori, radicandosi in modo diffuso su tutto il territorio nazionale. Anche in Basilicata le radici dello sfruttamento e della riduzione in schiavitù si sono fatte strada.
Sul tema, la Prefettura di Potenza si è posizionata, oramai da molti anni, sulla linea di trincea, promuovendo e sostenendo numerose iniziative rivolte, in particolare, a donne e minori.
In questa direzione ed in continuità con analoghe pregresse iniziative, anche il nuovo Accordo siglato oggi si pone l’obiettivo di rafforzare le attività di emersione del fenomeno della tratta sull’intero territorio regionale, con mirate azioni di assistenza e sostegno alle vittime, realizzazione di percorsi formativi di apprendimento linguistico e qualificazione professionale orientati all’inserimento lavorativo e sociale.
Destinatari delle iniziative scaturenti dal Protocollo, le vittime:
ü donne, minori accompagnati, minori non accompagnati e donne in stato di gravidanza vittime di tratta, riduzione o mantenimento in schiavitù o servitù, assoggettate allo sfruttamento sessuale, al lavoro forzato o al grave sfruttamento lavorativo, allo sfruttamento nell’accattonaggio, alle attività illegali forzate, all’espianto di organi;
ü persone straniere e cittadini dell’Unione Europea vittime dei reati previsti dagli articoli 600 (“Riduzione o mantenimento in schiavitù o in servitù”) e 601 del codice penale (“Tratta di persone”), o che versano nelle ipotesi di cui al comma 1 dello stesso articolo 18 (vittime di violenza o grave sfruttamento), inclusi i richiedenti protezione internazionale, i titolari di protezione internazionale, i titolari di permessi di soggiorno per casi speciali, per cure mediche per calamità, per motivi di particolare valore civile, per protezione speciale e le persone individuate come vittime o potenziali vittime di tratta al momento dello sbarco o presso aree di frontiera terrestre.
Seguendo le orme di un modello collaborativo già ampiamente collaudato, il Protocollo sottoscritto questa mattina camminerà sulle gambe della Società cooperativa sociale “Adan” che, con la sua vocazione alla protezione e all’inclusione sociale in favore delle fasce vulnerabili della popolazione, curerà la parte progettuale ed attuativa. Ma anche su quelle della Prefettura di Potenza che assumerà il ruolo di cerniera tra tutte le Istituzioni territoriali dell’intera Basilicata per stimolare l’attivazione ed il consolidamento di una Rete pluridisciplinare e di sensibilizzazione, finalizzata al confronto e l’interazione tra tutti gli attori chiave nell’ambito del progetto.
“La tratta degli esseri umani assurge a tematica prioritaria per tutte le Istituzioni impegnate nel contrasto alla criminalità e nella tutela dei diritti fondamentali della persona. Siamo di fronte ad uno dei fenomeni più odiosi della nostra epoca che, nel corso degli ultimi anni, ha trovato linfa nell’incremento dei flussi migratori, terreno fertile per pratiche illegali e disumane, soprattutto nei confronti delle fasce più vulnerabili. Dinanzi a questi drammi non possiamo girarci dall’altro lato, ma abbiamo il dovere di riservare tempo ed energia per costruire e proporre una ‘exit strategy’ dal giogo ricattatorio. In questo senso, fornire adeguate condizioni di alloggio, vitto e assistenza sanitaria e, successivamente, la prosecuzione dell’assistenza e dell’integrazione sociale, come prevede il Protocollo sottoscritto oggi, rappresenta un primo, fondamentale passo per accompagnare le vittime nel loro percorso verso la libertà”, ha dichiarato il Prefetto Campanaro a margine della sottoscrizione