Consiglio regionale approva tutela patrimonio immateriale, proposte di legge contributi per installazione dispositivi di sicurezza, registro regionale informatori scientifici e promozione parità di genere. Di seguito il testo integrale.
Contributi per installazione dispositivi di sicurezza, sì a pdl
La legge si propone di garantire la sicurezza della persona e della comunità regionale attraverso la contribuzione all’acquisto e all’installazione di dispositivi di sicurezza pertinenti alle abitazioni private
Laproposta dilegge “Contributo per l’acquisto el’installazione didispositivi di sicurezza pertinentialleabitazioni” è stata approvata all’unanimità dal Consiglio regionale della Basilicata.
La legge si propone di garantire la sicurezza della persona e della comunità regionale, come previsto all’articolo 10 del vigente Statuto, attraverso la contribuzione all’acquisto e all’installazione di dispositivi di sicurezza pertinenti alle abitazioni private. La Giunta regionale, sulla base delle disponibilità finanziarie, emana appositi bandi o avvisi per sostenere gli investimenti nella misura massima del 30 per cento del prezzo di acquisto per ogni dispositivo di sicurezza installato, comprensivo di IVA. Il contributo non potrà essere superiore all’importo di 200,00 euro.
Si tratta di un contributo “una tantum” per ogni singolo richiedente che viene concesso sulla scorta di idonea documentazione, prodotta dal richiedente, attestante, tra l’altro, l’avvenuto ed integrale pagamento dell’intero importo, risultante dal relativo documento di acquisto, attraverso bonifico bancario o assegno circolare. I contributi sono cumulabili con altre agevolazioni o misure asostegno dell’acquisto e installazione di dispositivi di sicurezza eventualmente previste e contenute in norme vigenti nazionali o di enti locali.
Per dispositivi di sicurezza si intendono: sistemi antifurto, antirapina e antintrusione; porte e persiane blindate, grate e inferriate.
Registro regionale informatori scientifici, sì a pdl
La legge è tesa a valorizzare la figura professionale dell’informatore scientifico del farmaco e del parafarmaco, attraverso la costituzione di un albo presso il quale gli stessi possono iscriversi e operare
L’Assemblea regionale ha approvato all’unanimità la proposta di legge “Istituzione del Registro regionale degli Informatori Scientifici del farmaco e del parafarmaco”.
La legge è tesa a valorizzare la figura professionale dell’informatore scientifico del farmaco e del parafarmaco, attraverso la costituzione di un albo presso il quale gli stessi possono iscriversi e operare, ricevendo un pieno riconoscimento formale dell’attività svolta.
Nell’intento di favorire l’interazione costante tra gliinformatori e gli altri operatori sanitari, prevista la costituzione di unTavolo permanente presso laDirezione generale del dipartimento Salute epolitiche della persona in materia di governance farmaceutica. Il Tavolo è composto dall’assessore alla Salute e politiche della persona o suo delegato, un dirigente della direzione generale dello stessodipartimento,due medici di medicina generale, due rappresentanti deifarmacisti, quattro rappresentanti degli informatori scientifici del farmaco e del parafarmaco designati dalle associazioni di categoria e/o federazioni di categoria.
Compiti del Tavolo sono: analizzare lelinee di indirizzo relative alla governance del farmaco;esaminare il flusso di informazioni comunicate agli operatori sanitarialfine di contribuire al corretto ed appropriato utilizzo del farmaco in terapia; informare costantemente gli operatori sanitari, aggiornandoli sui contenuti relativi all’innovazione scientifica legata al farmaco; coadiuvare il dipartimento alla Salute e politiche della persona segnalandoeventuali criticità relative alla gestione e al governo del farmaco,avanzando anche proposte migliorative della governance del farmaco sotto l’aspetto economico.
Il dispositivo legislativo, composto da 5 articoli, ha neutralità finanziaria in quanto non prevede nuovi oneri a carico del bilancio regionale.
Si dal Consiglio regionale a tutela patrimonio immateriale
L’Assemblea ha approvato all’unanimità la proposta di legge che sostiene la valorizzazione, la gestione e la fruizione del patrimonio culturale in quanto insieme di beni di primario valore etico, storico e sociale
Il Consiglio regionale ha approvato all’unanimità la proposta di legge che reca disposizioni per finanziare il patrimonio culturale intangibile della Regione Basilicata e le azioni di promozione territoriale di interesse.
“La Regione – si legge nella relazione – promuove e sostiene la valorizzazione, la gestione e la fruizione del patrimonio culturale in quanto insieme di beni di primario valore etico, storico e sociale, rappresentativo di una ineluttabile consistenza ideale e civile perché matrice di identità e determinante strumento di sviluppo.L’Amministrazione regionale, nell’anno 2023, ha ravvisato l’opportunità di implementare un aggiornamento dei dati e delle informazioni delle iniziative e degli eventi, nonché l’esigenza di attualizzare le iniziative, anche nell’ottica di un allineamento degli elementi a corredo della documentazione degli eventi, al fine di predisporre futuri programmi di sostegno alla valorizzazione, conservazione, rivitalizzazione di Beni culturali intangibili. In questo senso si intende destinare agli Enti locali interessati e da tali iniziative, uno stanziamento per l’anno 2024 che consenta la realizzazione delle stesse”.
Alle Amministrazioni locali e ai soggetti titolati a ricevere finanziamenti pubblici per l’esercizio 2024, verrà assegnato un contributo quantificato in un massimo di euro 3.000.000,00”.
Promozione parità di genere, Consiglio approva pdl
Il testo unificato è l’esito di un lavoro di mediazione tra due proposte, la prima che prevedeva l’istituzione del reddito di libertà per le donne vittime di violenza e la seconda che dettava misure di sostegno per promozione parità di genere
Approvata all’unanimità dal Consiglio regionale della Basilicata la pdl “Misure di sostegno per la promozione delle parità di genere in Basilicata”. Il testo unificato è l’esito di un lavoro di mediazione tra due proposte, la prima che prevedeva l’istituzione del reddito di libertà per le donne vittime di violenza e la seconda che dettava misure di sostegno per la promozione delle parità di genere in Basilicata. Lo strumento legislativo prevede da parte della Regione, che opera in continuità con le finalità perseguite dalla legge regionale 18 dicembre 2007, n. 26 e ss-mm-ii “Istituzione Osservatorio regionale sulla violenza di genere e sui minori”, l’istituzione del “reddito di libertà”, corrispostoper un periodo che va dai dodici ai trentasei mesi, quale supporto economico e morale che aiuta le donne vittime di violenza morale, fisica, psichica, psicologica, sessuale, sociale ed economica,sole o con figli minori e in condizioni di non autosufficienza economica a ricominciare una vita nel segno dell’autonomia, dell’indipendenza e dell’autodeterminazione. La condizione è certificata dai servizi sociali del comune di residenza o, in caso di allontanamento anche volontario da quest’ultimo, dai servizi sociali del comune del nuovo domicilio. La domanda di accesso ai contributi è presentata al comune di residenza o, in caso di allontanamento anche volontario da quest’ultimo, al comune in cui si è stabilito il domicilio. La procedura è senza oneri per gli aventi diritto ed è a cura dell’Amministrazione pubblica acquisire i certificati relativi alla pratica e garantire la copertura degli eventuali costi. I comuni, in raccordo con i centri antiviolenza e le case di accoglienza, progettano per ciascuna beneficiaria un piano personalizzato di interventi finalizzato al sostegno e all’emancipazione della donna vittima di violenza e dei suoi figli, dando priorità alle donne con figli minori o con disabilità certificata ai sensi della Legge 5 Febbraio 1992, n. 104. Il piano personalizzato di interventi può prevedere singolarmente o congiuntamente l’erogazione di un sussidio economico; l’accesso ai dispositivi delle politiche attive del lavoro in materia di occupazione e di formazione; l’avvio all’autoimpiego attraverso l’utilizzazione dei percorsi previsti dalla legislazione in materia o con incentivi per favorire l’inizio di un’attività in proprio; l’aiuto economico per favorire la mobilità geografica per sfuggire alla condizione di violenza;la garanzia della continuità scolastica per i figli che debbano completare il ciclo di istruzione.
La Regione sostiene le donne vittime di violenza fisica, sessuale, di maltrattamenti e di atti persecutori nell’ambito delle azioni in sede giudiziaria e nella fase prodromica all’avvio delle stesse, contribuendo alle spese di assistenza legale sia in ambito penale che civile. Nel percorso di autonomia saranno coinvolti i centri antiviolenza e le case di accoglienza che hanno preso in carico le donne che hanno subìto violenza, i quali dovranno occuparsi di costruire progetti personalizzati con priorità alle donne con figli minori o in condizioni di svantaggio. Il supporto continua anche quando è necessario lo spostamento in altre città per sfuggire alla condizione di violenza e, ancora, per dare alle vittime la possibilità di intraprendere un nuovo percorso lavorativo. La beneficiaria del sostegno economico dovrà impegnarsi a partecipare a un progetto personalizzato finalizzato all’acquisizione o riacquisizione della propria autonomia e indipendenza personale, sociale, economica e lavorativa.
Da parte della Regione potranno essere attivare intese e protocolli con i ministeri competenti e con
le associazioni datoriali per regolare i rapporti di lavoro e l’assunzione delle donne vittime diviolenza. La Regione, inoltre, avrà la facoltà di prevedere specifici incentivi per le imprese che assumono donne vittime di violenza e interventi nell’ambito delle politiche educative e dell’edilizia residenziale; promuovere, attraverso la scuola, le famiglie, il terzo settore e le donne vittime di violenza, progetti di educazione sui temi della parità di genere, del reciproco rispetto, della soluzione non violenta dei conflitti nei rapporti interpersonali, della violenza contro le donne e del diritto all’integrità personale.