Il 27 marzo una delegazione dell’ONAC, l’Osservatorio Nazionale sulle Carceri di AIGA (Associazione Italiana Giovani Avvocati), si è recata nella Casa Circondariale “Antonio Santoro” di Potenza nell’ambito del progetto “AIGA visita le carceri italiane” cheprevede l’accesso dei giovani avvocati all’interno di 70 strutture penitenziarie diffuse su tutto il territorio nazionale. L’obiettivo è quello di identificare e far emergere le criticità e i punti di forza delle strutture carcerarie e offrire proposte concrete per affrontare in maniera strutturale l’emergenza carceraria.
La delegazione, composta da Valeria Colangelo, referente territoriale Onac della sezione AIGA di Potenza, Federico Ottati, presidente della sezione AIGA di Potenza, Igino Cappelli, presidente della sezione AIGA di Lagonegro e Michela Petruzzi, vicepresidente della sezione AIGA di Potenza, è stata accolta dal Direttore Paolo Pastena, dal Comandante Primo Dirigente, Giovanni Lamarca, e dalla responsabile dell’area trattamentale, Sonia Crovatto.
“Dalla visita alla Casa Circondariale di Potenza- dichiara Colangelo- è emersa l’esigenza di valorizzare gli sforzi professionali della direzione e di tutto il personale penitenziario per aver creato una realtà virtuosa che non solo è in grado di garantire ordine e sicurezza, a partire dagli interventi in corso di ristrutturazione e adeguamento delle sezioni, ma che ha soprattutto il fine di accompagnare i detenuti in un accurato percorso rieducativo”. Sono, infatti, numerosi i progetti e le attività di formazione professionale e ricreativa proposti all’interno dell’Istituto (esempio il laboratorio di trasformazione di piante officinali, i corsiper pizzaiolo, il corso di giardinaggio e di teatro)che mirano a incentivare una maggiore e migliore inclusione sociale dei detenuti.
Dal punto di vista sanitario, l’ambulatorio è risultato efficiente sia per la dotazione strumentaleche per la presenza di medici specialisti (dentista, dermatologo, psichiatra e oculista), elementi che concorrono a garantire e tutelare la salute dei detenuti. Risultano, inoltre, efficaci anche il protocollo di prevenzione del rischio suicidario così come il percorso diagnostico terapeutico assistenziale per i detenuti con disturbo da consumo di sostanze. Tuttavia, al fine di migliorare la qualità della vita all’interno del carcere risulta sempre più imprescindibile l’istituzione della figura del Garante dei diritti delle persone private della libertà personale, di cui la Basilicata risulta l’unica regione d’Italia ad esserne ancora sprovvista.