La professoressa Liliana Dell’Osso, di origini di Bernalda, Dipartimento di Medicina clinica e sperimentale Università di Pisa, presidente eletto Società Italiana di Psichiatria, è tra i 19 docenti dell’Università di Pisa che hanno ricevuto il conferimento dell’Ordine del Cherubino. L’onorificenza è conferita a professori e professoresse per particolari meriti scientifici o per il contributo dato alla vita e al funzionamento dell’Ateneo
La cerimonia è stata introdotta dai saluti del rettore Riccardo Zucchi: “L’Ordine del Cherubino è l’unica onorificenza conferita ufficialmente dall’Università di Pisa e questa cerimonia rappresenta uno di quei momenti identitari che serve a ricordarci chi siamo e qual è la nostra missione.
I premiati di oggi hanno raggiunto livelli di eccellenza in tutti gli ambiti disciplinari dell’Ateneo e quello di oggi è un momento di ritrovo utile per ribadire i valori su cui si fonda la nostra comunità”.
L’onorificenza dell’Ordine del Cherubino viene conferita, in seguito a delibera del Senato accademico, a docenti ordinari dell’ateneo pisano con almeno dieci anni di anzianità. Il conferimento è accompagnato dalla consegna di un diploma e di una insegna nella quale è rappresentato il Cherubino con sei ali.
Per la prof. Dell’Osso – tra I “Lucani Insigni 2020”, l’unica lucana presente nella banca dati online con i profili di cento esperte nelle aree scientifiche, secondo il progetto “100 donne contro gli stereotipi aree scientifiche” – i prossimi anni vedranno molti cambiamenti: “Occorre maggiore comprensione dei disturbi psichici, sradicare lo stigma associato alla salute mentale e garantire risorse adeguate”. “A partire dall’inizio degli anni Duemila la Psichiatria sta vivendo una rivoluzione silenziosa ma non meno rilevante della rivoluzione basagliana, anche se non altrettanto clamorosa”. Per Dell’Osso: “Esiste oggi una discriminazione della Psichiatria rispetto alle altre discipline mediche. Essa è spesso oggetto di stigma sociale sia tra i medici che tra il pubblico in generale. Questo stigma può causare la sottovalutazione dei problemi di salute mentale e della necessità della stessa figura dello psichiatra, talora visto come interscambiabile con lo psicologo, ma anche la discriminazione nei confronti dei pazienti e la diffidenza verso la farmacoterapia. Tra le conseguenze di questo atteggiamento vi è una distribuzione di risorse e di finanziamenti inferiori rispetto a quelli destinati ad altre specializzazioni mediche, nonostante i disturbi mentali siano enormemente diffusi e abbiano un impatto significativo sulla salute pubblica. Insomma, bisogna promuovere una maggiore consapevolezza e comprensione dei disturbi psichici, sradicare lo stigma associato alla salute mentale e garantire che i servizi psichiatrici ricevano risorse adeguate per offrire cure di alta qualità ai pazienti. È, infine, necessario fornire agli studenti di medicina una formazione completa ed equilibrata, che includa la salute mentale e la Psichiatria nell’ottica di un superamento del dualismo mente-corpo. In questo modo potremo preparare una nuova generazione di professionisti in grado di affrontare le sfide che la salute mentale presenta”.