Gerardo de Grazia (Confsal Basilicata e Fismic confsal): “Le nuove forme di lavoro sono strategiche per invertire il trend dello spopolamento. Invogliare i giovani e le loro competenze, partendo proprio dalle nuove forme di lavoro. Le nuove generazioni hanno cambiato gli stereotipi, l’auto non è più un traguardo come fino a una decina di anni fa e il lavoro deve avere orari flessibili e maggiore dinamicità.
La settimana corta è già realtà in diversi paesi dell’Europa.
In Islanda quasi il 90% dei lavoratori ha orari ridotti, Svezia, Spagna e Germania sperimentano il programma 100-80-110, ovvero 100% della retribuzione, 80% del tempo e 100% della produttiva.
In queste ore, alla camera, si discutono i testi delle varie proposte che vanno dalle 34 ore effettive a parità di retribuzione, alle 32 ore con contratti specifici con le organizzazioni sindacali, fino ad arrivare ai 4 giorni lavorativi, dal lunedì al giovedì.
Ritengo sia giusto sperimentare in modo da poter venire incontro alle esigenze delle nuove generazioni che guardano, con sempre più interesse, la conciliazione vita-lavoro.
In Italia, purtroppo, non c’è una legge, ancora, sulla settimana corta ma, diverse aziende come Lamborghini, Intesa Sanpaolo e Luxottica hanno iniziato a provare a spalmare su 4 giorni il monte ore lavorativo e ridurre l’orario.
Nel mondo si provano nuove forme di lavoro, nel 2022, 61 aziende inglesi hanno sperimentato la settimana lavorativa di 4 giorni e i risultati sono stati analizzati dall’Università di Cambridge. Ad oggi è l’esperimento più ampio e dettagliato di cui disponiamo. Al termine della sperimentazione di 6 mesi: 71% dei lavoratori ha riportato un calo dei sintomi di burnout 39% dei lavoratori ha riportato meno stress 7 I giorni di malattia sono diminuiti del 65% Le dimissioni sono diminuite del 57%.
Bisogna prendere atto che il mercato del lavoro è in continua evoluzione: intelligenza artificiale, settimana corta, lavoro agile e problem solving, sono le nuove frontiere del mercato del lavoro.
Una ricerca del Randstad Workmonitor, su 1000 lavoratori italiani, ha evidenziato che il 29% di essi vorrebbe la settimana corta.
Cogliere i cambiamenti e governarli , aiuta a frenare, per quanto possibile lo spopolamento”.