Si consolida la strategia regionale a sostegno dell’occupazione, in particolare quella giovanile, nel quadro del Piano regionale del Lavoro in corso di elaborazione. Prende corpo, e la Regione Basilicata è una delle prime in Italia, il complesso meccanismo normativo e finanziario a sostegno dell’apprendistato, che è la riforma principe delle nuove politiche del lavoro. A seguito del Protocollo d’intesa riferito al Testo unico di settore, sottoscritto tra la Regione Basilicata, le Associazioni di categoria, dei datori di lavoro e dei lavoratori, la Giunta regionale, su proposta dell’assessore alla Formazione Vincenzo Viti, ha approvato le linee guida attraverso le quali si definiscono nel dettaglio strumenti e modalità di attuazione delle nuove di tipologie di contratto: l’apprendistato per la qualifica e il diploma, l’apprendistato professionalizzante e l’apprendistato di alta formazione e ricerca. Ne precisano composizione e durata dei percorsi formativi, definendo il monte ore per la formazione sia “interna” che “esterna” all’azienda per gli apprendisti. Stabiliscono regole per la formazione sulla sicurezza sui luoghi di lavoro, l’attuazione di piani formativi individuali, le modalità di certificazione delle competenze, la capacità formativa dell’azienda e la formazione del tutore aziendale.
Allegate alle linee guida le schede di qualifica per un’ampia casistica di profili professionali, coerenti con gli Accordi Stato-Regioni e con il Repertorio regionale. Un passo in avanti verso la definizione degli standard minimi formativi, attestanti competenze professionali e lavorative da spendere sul territorio regionale e nazionale.
Le linee guida sono il frutto di un lavoro di concertazione portato avanti nella Commissione Permanente per l’Impiego, in continuazione del positivo confronto con le parti sociali che era stato concretamente avviato già nel Protocollo d’intesa sottoscritto ad aprile. “L’apprendistato – ha commentato il presidente della Regione Vito De Filippo – è uno dei punti qualificanti che il Patto di sistema per la Basilicata aveva individuato come misura per incentivare l’inserimento lavorativo dei giovani. Si tratta di dare impulso a uno strumento che è stato poco e male utilizzato, operando un cambio di mentalità nel settore della formazione, che deve acquistare più centralità nelle interazioni con la scuola e il mondo del lavoro. Dall’evoluzione normativa in atto sono scaturite figure contrattuali nuove di apprendistato che possono offrire ai giovani condizioni di lavoro stabili e alle imprese la possibilità di formare personale specializzato in relazione alle proprie esigenze di mercato”.
“Tra le politiche attive del lavoro l’apprendistato – ha dichiarato l’assessore alla Formazione Vincenzo Viti – è destinata a rappresentare una delle strade principali di ingresso al mondo del lavoro, in antitesi al precariato, configurandosi come contratto di lavoro a tempo indeterminato. Ciò presuppone la volontà dell’azienda di investire sulla formazione, orientando i giovani verso percorsi lavorativi e formativi più solidi e concreti”. L’assessore Viti ha inoltre chiarito che nel mese di settembre verranno deliberati gli altri due “pezzi” della strategia per l’apprendistato: quello che regolerà le relazioni fra scuola e formazione, utilizzando gli spazi della formazione professionale e degli stage aziendali per l’attuazione dell’obbligo scolastico, pur in una regione che denuncia indici virtuosi contro la dispersione scolastica, e quello che, d’intesa con il Miur e con l’Università di Basilicata, definirà la convenzione che regolerà l’accesso all’alta formazione e alla ricerca scientifica secondo moduli avanzati e in sintonia con le vocazioni del territorio. Sarà infine indispensabile che, nel quadro di Basilicata 2012 e in proiezione verso Basilicata 2020, avanzi in tempi celeri il processo di ammodernamento delle strutture civili e immateriali, logistiche e tecnologiche che vengono domandate, come traspare dalle istanze del mondo dell’imprenditoria, a sostegno del recupero delle tradizioni e delle prospettive della nostra industrializzazione.