Variante amministrazione Bennardi per costruzione parcheggi interrati in via Lanera a Matera, Arcidiocesi Matera-Irsina risponde alla lettera di Legambiente Matera, Comitato Sassi e associazione quartiere Lanera: intervento di Michele Morelli, componente del direttivo Legambiente Basilicata. Di seguito la nota integrale.
Il tutto ebbe inizio alla fine degli anni ottanta grazie ai finanziamenti dalla legge 64/86, con “Matera si progetta” (amministrazione Acito 1986 -94). I lavori dei tre grandi polmoni verdi hanno finalmente avvio sui tre colli che circondano la città storica: il parco del Castello, quello del Cimitero Monumentale e il parco centrale di Macamarda. Visitando oggi il Parco del Castello Tramontano, progettato dall’architetto Luigi Acito, non si può che rimanere più che soddisfatti per la chiarezza delle idee progettuali che sono alla base dell’intervento. Un’opera ben interpretata che restituisce al luogo l’anima. Un paesaggio recuperato alla città di grande qualità, progettato con mano leggera ma sicura. Un intervento in perfetto equilibrio tra estetica ed etica, capace di esprimere al meglio quello che dovrebbe essere il nostro legame con l’ambiente se pure urbanizzato. Non capita spesso .
Nel processo di ri-composizione non si può che rimanere sorpresi per comeil progettista sia stato capace di raccontare la storia naturale ed umana di questo luogo. La terra rossa rende il paesaggio del parco di facile lettura. Dal punto più alto della collina si può apprezzare la storia geologica di un intero territorio, quello materano, interposto tra la Puglia e la Fossa Bradanica, con le sue sabbie, le argille, la calcarenite e, infine, la dura roccia calcarea. La collina del Castello è composta da un misto di sabbie e pietre che garantiscono il drenaggio delle acque e mantengono umide le argille sottostanti, assicurandone l’equilibrio idrostatico, essenziale per la tenuta delle mura dell’antico maniero.
Il monumento diventa quinta e nello stesso tempo punto di osservazione privilegiato dall’alto della città settecentesca e, a seguire, i Sassi con il loro prospicente altopiano murgico. “Il Parco ritrovato”, così lo descriverà Marco Mulazzani in un articolo del 2012 apparso su Casabella.
Tutto questo oggi è possibile apprezzarlo non solo grazie alla sensibilità dell’architetto progettista ma anche per le coraggiose scelte che gli amministratori materani anno assunto in passato a tutela di questo luogo. Questa è l’occasione per ricordare l’abbattimento dell’imponente ed incongruo edificio che insisteva sul versante della collina, proprio davanti alle torri, a ridosso del fossato. Una decisione che è costata alla comunità danaro pubblico e una compensazione volumetrica a Serra Rifusa. Sembra lontano quel tempo in cui si assumevano decisioni importanti. Oggi viviamo un altro tempo, dove tutto è possibile. Dopo oltre settant’anni di tutela e salvaguardia, a distanza di pochi lustri, la cementificazione ha preso il sopravvento. Dove non era possibile costruire palazzine oggi si scopre un nuovo filone per fare affari: i parcheggi multipiano.
In merito alla Variante di cui si discute in queste settimane, la Legambiente, il Comitato Sassi e l’Associazione di Quartiere Lanera, in una lettera aperta indirizzata all’Arcivescovo hanno detto NO alla cementificazione della collina per destinare parte delle area libera di pertinenza della Casa per le ferie Sant’Anna a “Verde Pubblico”.
A sostegno della salvaguardia dell’intera collina riportiamo la tavola di progetto dell’area interessata al recupero funzionale del Parco del Castello, secondo stralcio, approvato nel 2006 dall’Amministrazione comunale.
Progetto integrale del Parco del Castello – secondo stralcio approvato dall’Amministrazione nel 2006
Nella tavola viene riportato lo stralcio del PRG-1975 di Piccinato e il catastale. Come si può notare il progetto di completamento del Parco, così come previsto dai piani regolatori che si sono succeduti a partire dagli anni cinquanta, include tutte le particelle di pertinenza della Casa per le ferie e l’abbattimento dell’incongruo edificio dell’ex pizzeria antistante le torri.
La riqualificazione del Parco del Castello si è in prevalenza realizzato, le “parti mancanti” sono proprio le particelle di proprietà dell’Arcidiocesi, una delle quali oggetto della Variante che consente di realizzare 101 box auto interrati.
La risposta dell’Arcidiocesi alle ragioni del No poste dalle tre associazioni non si è fatta attendere.
In una breve informativa, a firma del responsabile della comunicazione, l’arcivescovo fa sapere che nel 2019l’Arcidiocesi “accolse con favore istanza di cessione di una porzione dell’area avanzata da un imprenditore locale (la C.D.M. srl) allo scopo di realizzare un parcheggio multipiano”.
“A tal fine fu sottoscritto, davanti al notaio, un preliminare di vendita condizionato all’ottenimento di tutte le autorizzazioni urbanistiche”. Con il preliminare si autorizzava il “promittente ad avanzare tutte le istanze” alle autorità preposte per il rilascio dei titoli abilitativi. L’Arcivescovo tiene a precisare che “il progetto ha seguito l’iter burocratico ordinario secondo quanto previsto dalle leggi vigenti”.
Nessun commento sulle tante questioni poste ( sull’iter burocraticopoco “ordinario” della variante urbanistica, sul consumo di suolo, sulla tutela di quel poco che ci rimane del dato di natura, della permeabilità della collina…).Evidentemente non vi è nessun interesse a comprendere le ragioni del prossimo. In fondo non si chiede altro che equilibrio e capacità di discernimento tra ciò che è necessario e ciò che è del tutto superfluo e dannoso. Vivere bene non vuol dire circondarsi di cose inutili.Vuol dire cogliere ciò che è importante, avere cura della “casa comune”. Abbiamo bisogno di senso di responsabilità, di un “approccio integrale” sui temi ambientali e sociali.
(*)“Il Parco ritrovato”di Marco Mulazzani – Casabella/ 2012 ; “Il Parco del Castello, un nuovo paesaggio” di Renato D’Onofrio 2014.