Angelo Chiorazzo: Aprire una vertenza sicurezza con lo Stato per frenare la criminalità in Basilicata. Di seguito la nota integrale.
C’è un tema che resta ai margini di questa campagna elettorale, come se non ci riguardasse ed è quello della sicurezza e della legalità. Un tema che diventa sempre più sentito per l’aumentare della criminalità, sia quella cosiddetta comune, con il dilagare di furti e rapine, sia quello della criminalità organizzata che, stando alle relazioni degli organismi a ciò deputati, sempre più trova spazio nel nostro territorio nei business dei reati ambientali, del riciclaggio, dello spaccio di stupefacenti e anche nel racket.
Nessuno dei nostri territori può dirsi esente da questi problemi, dal Vulture-Melfese al Metapontino, dalla Val d’Agri al Lagonegrese, senza trascurare i due capoluoghi-
La Regione e la politica locale non possono tirarsi fuori da questo ragionamento, trincerandosi dietro le competenze statali di un ministero dell’Interno (di destra, come chi ha governato la Basilicata in questi anni) che pure è tutto impegnato a fare azioni politiche e battaglie ideologiche. Serve innanzitutto un rinnovato rigore nella pubblica amministrazione, per non dare spazio a punti di penetrazione della grande criminalità, ma serve anche un potenziamento delle forze dell’ordine e dei presidi giudiziari, tornando anche ad affrontare con forza la mai rimarginata ferita della chiusura del Tribunale di Melfi.
Inutile celebrare a parole ricorrenze quali quella odierna del 172esimo anniversario della Polizia di Stato quando poi gli agenti, i carabinieri, gli uomini della Finanza e gli altri appartenenti alle forze dell’ordine vengono lasciati soli e privi di mezzi adeguati. E su questo dobbiamo lanciare una vera e propria vertenza con lo Stato, perché sicurezza e legalità si coltivano più facilmente prima che il tessuto sociale sia diventato preda del malaffare.
Un tema, quello di sicurezza e legalità, che avremo modo di affrontare con Paolo Borrometi domenica prossima a Lagonegro, alle 12, in piazza Bonaventura Picardi.