La segretaria cittadina di “Matera nel cuore”, Giovanna Casamassima, esprime alcune riflessioni sulla legge regionale che istituisce il reddito di libertà per le donne vittime di violenza in Basilicata. Di seguito la nota integrale.
Esprimo preoccupazione per il ritardo nell’istituzione di questa importante misura di sostegno.
L’attenzione sulla violenza contro le donne è sempre più cruciale, e qualsiasi forma di sostegno è fondamentale. Tuttavia, quando questo tema viene politicizzato e affrontato solo per fini elettorali, il giudizio cambia drasticamente. E osservando il recente provvedimento varato dal governo regionale, sorge il sospetto legittimo che ci troviamo di fronte a una mossa politica piuttosto che a un vero sostegno per le vittime di violenza.
La Regione Basilicata ha istituito il reddito di libertà per le donne vittime di violenza con la legge numero 16 del 2024, pubblicata sul Bollettino Ufficiale lo scorso 5 aprile. Questa misura, pur richiamando quella nazionale, sembra essere priva di fondi sufficienti e concretezza, dimostrando un’imbarazzante mancanza di impegno per affrontare un problema così serio.
Secondo la legge, il reddito di libertà dovrebbe fornire sostegno alle donne vittime di violenza, aiutandole a superare la dipendenza economica e partecipare dignitosamente alla società. Tuttavia, il finanziamento assegnato per il 2024 e il 2025 è di soli 40.000 euro, un importo ridicolmente basso per affrontare una questione così urgente e diffusa.
Per comprendere meglio l’entità di questo finanziamento, possiamo ipotizzare che i 40.000 euro dovrebbero coprire le esigenze economiche di 8 donne vittime di violenza in Basilicata. In tal caso, si potrebbe considerare che ogni donna riceva un importo complessivo pari a circa 5.000 euro. Tuttavia, è importante sottolineare che questo importo potrebbe essere destinato a coprire le esigenze delle donne per l’intero anno, considerando sia le spese immediate che quelle a lungo termine. La quantità necessaria dipenderà dalle circostanze individuali e dalle risorse disponibili per fornire un sostegno completo.
Le motivazioni dietro questo ritardo possono essere molteplici. Tra queste, la disponibilità di risorse finanziarie, la complessità burocratica e la necessità di coordinamento interistituzionale emergono come sfide fondamentali da affrontare. Tuttavia, nonostante queste difficoltà, è fondamentale che le autorità regionali agiscano con determinazione e urgenza per garantire che il reddito di libertà diventi una realtà per le donne vittime di violenza in Basilicata.
Inoltre, è importante riconoscere il ruolo cruciale della sensibilizzazione e della divulgazione nel promuovere la consapevolezza su questo programma e nell’assicurare che le potenziali beneficiarie siano informate dei loro diritti e delle risorse disponibili per loro.
La lotta contro la violenza di genere richiede un impegno concreto e una risposta immediata da parte delle istituzioni e della società nel suo insieme. È fondamentale che in Basilicata, così come in ogni altra parte del paese, il reddito di libertà per le donne vittime di violenza diventi una priorità assoluta, garantendo così un sostegno vitale e un passo verso la giustizia e la guarigione per tutte le vittime.
Mi impegno a seguire da vicino gli sviluppi di questa situazione e a promuovere azioni concrete per garantire che le donne vittime di violenza in Basilicata ricevano il sostegno di cui hanno disperatamente bisogno. La dignità e la sicurezza delle donne non possono essere compromesse o ignorate e pertanto continuerò a lottare per garantire che vengano protette e supportate in ogni modo possibile.