Il caso dell’azienda agricola Montemurro, intervento Espedito Moliterni (PD). Di seguito la nota integrale.
Intervengo per commentare l’incredibile vicenda legata ad una insistente richiesta di acquisto di un terreno agricolo, in provincia di Matera, da parte di imprenditori pugliesi, al fine di poterlo utilizzare per costruire una centrale elettrica a servizio di numerosi impianti fotovoltaici che sorgeranno nei pressi del terreno, e la fiera e tenace resistenza di una famiglia di imprenditori agricoli, i fratelli Montemurro che, sul quel terreno, con un duro lavoro, hanno saputo creare una florida azienda agricola, ove lavorano 12 dipendenti, ricca di frutteti, oliveti, con produzione artigianale di legumi, cereali, pasta, miele, oltre ad un’attività agrituristica con annesso ristorante. Insomma, un bell’esempio di imprenditoria agricola e di saggia amministrazione di contributi pubblici.
Senza entrare in troppi dettagli tecnici e riassumendo l’iter autorizzativo, nel 2023 la Regione Basilicata ha concesso agli imprenditori pugliesi l’autorizzazione unica per tre impianti di energia rinnovabile e l’avvio del procedimento per l’apposizione del vincolo preordinato all’esproprio dei terreni.
I fratelli Montemurro si sono opposti e hanno presentato ricorso al TAR (non entro nel merito delle procedure), ma soprattutto si sono opposti alla vendita del loro terreno che non può essere espropriato per norme di legge, ma che è indispensabile per gli imprenditori interessati agli impianti di energia solare per poter installare su quel terreno una centrale elettrica, indispensabile per poter far funzionare gli impianti già autorizzati.
Quindi, i fratelli Montemurro, da un lato si sono rivolti al TAR per bloccare l’intero provvedimento regionale autorizzativo e dall’altro si oppongono strenuamente alla vendita del loro terreno anche a fronte di offerte pur se esageratamente allettanti.
Quella descritta fino a questo punto sembrerebbe una vicenda di compravendita che interessa solo le parti in causa, ma in realtà la strenua difesa della loro terra per la quale i fratelli Montemurro stanno lottando assume un significato più ampio e interessa l’intera comunità regionale: la tutela del nostro territorio, dei suoi prodotti, il nostro benessere, oltre ovviamente le ricadute negative sull’occupazione dei 12 lavoratori e della stessa famiglia Montemurro sono questioni che non possono essere derogate e che richiedono la nostra attenzione e tutta la nostra solidarietà; i nostri amici evidentemente non stanno lottando solo per la loro proprietà, ma stanno conducendo una battaglia, di interesse collettivo, che riguarda sia la tutela di diritti che il rispetto della destinazione d’uso del territorio.
La qualità dei prodotti dell’agricoltura, il sostegno allo sviluppo economico ed ecocompatibile, la valorizzazione delle risorse ambientali anche per incentivare le politiche per il turismo e l’occupazione , la tutela delle risorse naturali non sono forse valori che interessano tutta la comunità?
E le Istituzioni pubbliche, come la Regione, cosa hanno fatto in questi anni per tutelare la destinazione d’uso del territorio e l’imprenditorialità di questi giovani agricoltori?
La Regione avrebbe dovuto dedicare più attenzione nei confronti del marketing territoriale e all’animazione delle aree rurali oltre che destinare più risorse per le azioni di promozione e valorizzazione delle tipicità locali su mercati sempre più ampi, sia ampliando il numero di prodotti con certificazione, sia rafforzando la logica della tracciabilità territoriale delle produzioni.
Quindi più sostegno ai distretti rurali ed a quelli agroalimentari di qualità, mirando con tali strumenti ad aggregare, attorno a obiettivi di mercato comuni, più imprese, creando quindi poli produttivi territoriali forti ed in grado di attuare politiche di collaborazione in materia di promozione dei prodotti e del territorio.
Avrebbe dovuto favorire processi di miglioramento della qualità della vita ed dello sviluppo dei servizi alle imprese agricole, anche al fine di evitare fenomeni di abbandono del territorio e di dismissione delle attività agricole, con i riflessi negativi che ne conseguirebbero (maggiore fragilità dell’assetto idrogeologico, perdita di identità storica, culturale ed economica di parti importanti del territorio regionale).
L’impresa agricola dei fratelli Montemurro meritava questo tipo di attenzione e il sostegno da parte della Regione che, al contrario, attraverso le sue articolazioni politiche ed amministrative, si è limitata a certificare ed autorizzare interventi che, se pur legittimi, nulla hanno a che fare con la tutela del lavoro agricolo e della salvaguardia del territorio, lasciando soli questi giovani imprenditori agricoli.
La loro lotta è anche la nostra, non combattono solo per salvaguardare i loro diritti, ma anche per tutelare il territorio e la qualità della vita di ciascuno di noi.
Solidarietà e sostegno a Francesca e Paolo.