Delegazioni di Cgil e Uil della Basilicata hanno partecipato oggi a Roma alla manifestazione nazionale per rivendicare salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, la difesa e il rafforzamento della sanità pubblica, una riforma fiscale e la tutela dei salari. Richieste rivolte non solo al Governo Meloni ma anche al Governo Regionale che sarà eletto. Come quelle specifiche per la sanità contenute in un “volantone” diffuso e illustrato in uno stand: l’approvazione del Nuovo Piano Socio Sanitario, un piano per l’abbattimento delle liste di attesa, coinvolgendo anche la sanità accreditata; coinvolgimento pieno delle forze sociali e sindacali e del più vasto mondo associativo; un piano straordinario per l’occupazione per circa 4000 nuove unità. Con un’attenta politica di Assistenza agli anziani e alla non autosufficienza si possono creare altri 2000/3000 nuovi posti di lavoro. A ciò vanno aggiunti gli Infermieri di quartiere; portare le cure domiciliari dal 5 al 10% nel prossimo triennio; investimenti in ricerca, formazione e nuove tecnologie.
La mobilitazione – ha sottolineato il segretario generale della Cgil Basilicata, Fernando Mega – si colloca in un quadro storico e sociale tra i più delicati dal secondo dopoguerra. Il conflitto armato nel cuore dell’Europa, quello in Medio Oriente, con una delle più grandi emergenze umanitarie in corso. La democrazia è in crisi e ce lo dicono i partiti di destra sempre più forti, sempre più dilaganti. E non possiamo pensare anche all’Italia, dove il premierato e l’autonomia differenziata minacciano la nostra Costituzione e mettono a rischio l’unità del Paese. La conseguenza più immediata è l’accesso ai diritti, che non sarà consentito a tutti nello stesso modo: istruzione, salute, mobilità. Con l’autonomia differenziata – ha ricordato Mega – si aggraverà ulteriormente la situazione nel Mezzogiorno, dove l’incidenza della povertà è maggiore, e le diseguaglianze nel Paese cresceranno. In Basilicata, dove la denatalità è sempre più elevata, insieme all’emigrazione dei giovani, le conseguenza saranno devastanti. Al primo gennaio 2024, secondo i dati Istat, la Basilicata – ha sottolineato Mega – è la regione in cui si è persa più popolazione (-7,4 per mille) ed è la prima per tasso migratorio, pari al -6,2 per mille. Il numero medio di figli per donna in Basilicata scende da 1,10 nel 2022 a 1,08 nel 2023. E le cose non andranno meglio senza adeguate politiche di sostegno alle famiglie, al lavoro, alle imprese. Stanno smantellando il più grande stabilimento dell’automotive in Italia, Stellantis, in un silenzio assordante, il Pnrr non mette un centimetro sull’Alta Velocità, l’emigrazione sanitaria ha superato gli 80 milioni di euro. E sappiamo bene come l’isolamento infrastrutturale sia materiale quanto immateriale. Con la mobilitazione la Cgil ha dato anche il via libera alla campagna referendaria in materia di tutela contro i licenziamenti illegittimi, di superamento della precarietà e di sicurezza nel lavoro in appalto. Quattro i quesiti referendari: i primi due sui licenziamenti, uno sul superamento del contratto a tutele crescenti e l’altro sull’indennizzo nelle piccole imprese, il terzo sulla reintroduzione della presenza delle causali per i contratti a termine; e il quarto, relativo agli appalti, sulla responsabilità del committente sugli infortuni sul lavoro.
Vincenzo Tortorelli, segretario Uil Basilicata: La manifestazione a Roma dà continuità alla protesta e alla mobilitazione dei lavoratori lucani che hanno scioperato l’11 aprile scorso con le manifestazioni a Potenza e a Matera. Abbiamo portato in piazza il diritto alla salute – “la sanità lucana ha bisogno di essere curata” – la necessità di arrivare a zero morti sul lavoro: non ci fermeremo se non dopo aver raggiunto questo obiettivo di civiltà e per questo non vorremmo si abbassasse l’attenzione. È necessario continuare a combattere una guerra civile che registra purtroppo ogni giorno più di tre morti. Sul tema delle risorse – ha detto Tortorelli – insistiamo invece sulla tassa agli extraprofitti non solo sulle banche, ma anche alle grandi aziende energetiche. E’ una questione che tocca da vicino la Basilicata terra di idrocarburi e di grandi profitti per compagnie petrolifere e società di energia alternativa (eolica, solare) e che registra il recente rinnovo da parte della Giunta Regionale alla Total della concessione Gorgoglione sino al 2028. La riduzione decisa dal Governo della base imponibile dell’imposta sugli extraprofitti da parte delle multinazionali, specie del settore energetico, è una “doppia beffa” per i lavoratori, i pensionati, i contribuenti fiscali lucani rispetto alla condizione di favore creata per le società energetiche che producono i grandi margini di utile anche grazie alle risorse energetiche della nostra regione. Non si sottovaluti che il prelievo eccezionale dovuto dalle imprese, che svolgono la propria attività nel comparto energetico, è destinato a finanziare le misure economiche di sostegno a famiglie e imprese in questa fase di crisi segnata dall’impennata dei prezzi dell’energia. Tutto questo mentre il fisco pesa sempre di più sui redditi dei lavoratori. E’ necessario recuperare la perdita di potere di acquisto con il rinnovo dei contratti , e procedere alla detassazione degli aumenti”.
Le lavoratrici di Cgil e Uil: “Siamo in piazza anche per rivendicare la tutela dei diritti delle donne, la libertà di scelta, l’autodeterminazione. L’emendamento al DL PNRR che apre la strada per la presenza delle associazioni pro-life nei consultori è un ulteriore colpo alla legge 194/1978. Una legge che, di fatto, si sta smantellando pezzo per pezzo: conosciamo tutte e tutti i dati sull’obiezione di coscienza specie in Basilicata e sappiamo che spesso le donne sono costrette ad andare in un’altra regione per poter accedere a una interruzione volontaria di gravidanza”.
Dal palco gli interventi di lavoratrici e lavoratori; hanno concluso i segretari generali di Cgil e Uil Maurizio Landini e PierPaolo Bombardieri.