Leonardo Pinto, Presidente Onorario ANSB (Associazione Nuova Sanità e Benessere): “Le Regioni hanno allontanato il potere dal popolo anzichè avvicinarlo. L’autonomia differenziata, incompatibile con la Costituzione repubblicana, creerà divisioni e disuguaglianze sociali ed economiche”. Di seguito la nota integrale.
Dopo l’epoca degli gli stati e staterelli, l’Italia é stata unita per essere uno Stato Unitario.
Tenuto conto delle storiche divisioni, territoriali sovrane, che hanno consentito a stranieri di governarci come sudditi, il sistema costituzionale di Stato Unitario era ed è l’unica soluzione corretta per tenere uniti gli Italiani facendoli, tra l’altro, beneficiare -tutti- delle risorse presenti in ogni luogo del territorio nazionale. E’ il modello di Stato pensato dalla Costituente, prevedendo il principio della solidarietà e di uguaglianza sociale art.3 Cost.
Per capirci, un esempio per tutti del concetto di Stato unitario caratterizzato da norme costituzionali di diretta applicazione: art.32 Cost. prevede: La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti.
In base a tale norma, in materia di tutela della salute, i Milanesi godono della stessa tutela dei Materani e viceversa. Questo é uno dei motivi dell’incompatibilità costituzionale dell’autonomia differenziata. I politicanti che la sostengono, in quanto ignoranti, non capiscono e si rifiutano di capire.
Veniamo alle Regioni.
Durante i lavori della costituente ci fu un ampio dibattito sull’ipotesi di avvicinamento del potere al popolo attraverso le Regioni. Si tratta di soluzione antitetica con lo Stato Unitario. Nella costituente, dopo acceso confronto si pervenne a un compromesso, che si é rivelato un gravissimo errore.
Infatti, la previsione di principi e norme tipiche dello Stato Unitario (norme di diretta applicazione quali, nel ns. caso la solidarietà e l’uguaglianza sociale, tutela della salute ecc.) è incompatibile con il trasferimento alle Regioni di alcune materie. Tale scelta, tuttavia, fu temperata con l’art.117 Cost., chiaro, preciso ed inequivoco, stravolto dal centrosinistra, governo Amato, sostenuto da D’Alema, con la riforma del Titolo V della Costituzione.
Dopo tale riforma siamo al pasticcio politichese ad opera di politicanti mestieranti e ignoranti.
Il Prof.Massimo Villone, emerito professore di Diritto Costituzionale dell’Università Federico II di Napoli, Presidente della Commissione Affari Costituzionali al momento della sciagurata riforma del Titolo V della Costituzione, in occasione del convegno da noi organizzato lo scorso anno presso la Camera di Commercio, da me incalzato, si é “confessato” in pubblico spiegando che il Titolo V riformato é stato scritto volutamente malissimo per evitare che si potesse invocare l’autonomia differenziata. Questa é storia che non può essere ignorata.
Orbene, alla luce della pessima gestione delle Regioni, diventate centri di potere con spreco di risorse, come previsto da chi era contrario (tra cui Togliatti, mi piace ricordarlo), le stesse non hanno avvicinato il potere al popolo, lo hanno allontanato. Come prova anche l’alta percentuale di astensioni alle ultime elezioni regionali.
Altra anomalia politico-istituzionale tutta italiana che non si vuol comprendere, recte che non si é in grado di comprendere.
Il federalismo, in tutto il mondo, serve per unire; il federalismo che sta imponendo la Lega, invece, divide e crea disuguaglianze, oltre ad essere -come detto- incompatibile con la Costituzione Repubblicana. A ciò vanno aggiunti gli effetti negativi socio-economici e le disuguaglianze fatali della stessa. Ma di tutto questo, purtroppo, nessuno parla.
Per questo ne dobbiamo parlare e chiedere ai Consiglieri Regionali eletti, di presentare una mozione contro l’autonomia differenziata che devono inviare ai componenti di tutti gli altri Consigli Regionali.