Le condizioni di estrema variabilità climatica, l’innalzamento delle temperature degli ultimi mesi, la scarsità di acqua che le recenti piogge non sono riuscite ad alleviare sono fattori che mettono in crisi il comparto agroalimentare lucano, già fortemente provato dall’aumento esponenziale dei costi di produzione e dalle contingenze macroeconomiche. Per questo motivo, il responsabile regionale di Legacoop Agroalimentare Paolo Colonna chiede per la Basilicata l’istituzione dello stato di emergenza nazionale, o come minimo misure compensative immediate in grado di aiutare la filiera agroalimentare lucana, se non a rialzarsi, almeno a tenersi in piedi in un periodo estremamente complicato.
Tutti i settori sono infatti in ginocchio, in particolare quello cerealicolo che oggi accusa le maggiori difficoltà. Difficoltà acuite dal dimezzamento della Pac, che quantomeno offriva un paracadute alle disfunzioni del mercato e garantiva anche una modalità di rientro per gli agricoltori, il cui reddito è oggi in frantumi. “Occorre intervenire con procedure di sostegno ai produttori – sottolinea Colonna – prima che sia troppo tardi e crolli l’intera filiera. Ad esempio si può pensare a una ‘Pac cerealicola’ diversa da quella attuale, con maggiori risorse a disposizione, attualizzata alle condizioni presenti, che funzioni a superficie e che consenta almeno di sopperire alle spese ordinarie. E nel frattempo occorre individuare strategie più strutturali, sia a livello europeo che a quello locale”. “Sono questioni urgenti – conclude il responsabile di Legacoop Agroalimentare Basilicata – che la nuova Giunta regionale dovrà affrontare con assoluta priorità. Sono a rischio centinaia di aziende e cooperative che, oltre a garantire occupazione e produzione di qualità, si prendono cura dei terreni prevenendo, con la loro coltivazione, fenomeni di dissesto idrogeologico e diminuendo il rischio di incendi”.
Apr 30