Giovanni Petruzzi, Componente Direzione Regionale PD Basilicata: “Con con realismo il centrosinistra a Potenza consenta più candidature al primo turno e converga sul candidato sindaco che arriverà al ballottaggio”. Di seguito la nota integrale.
La politica- ce l’hanno insegnato in tanti, da Carlo Marx ad Antonio Luongo- si basa sul realismo e sui rapporti di forza. Due elementi di valutazione, che sembrano difettare a coloro che rappresentano i partiti ed i movimenti del centrosinistra lucano, i quali, dopo l’indecente telenovela mandata in onda propedeuticamente alla definizione delle candidature per le elezioni regionali, stanno replicando l’indecoroso spettacolo in occasione delle imminenti elezioni amministrative, che interesseranno 53 comuni, tra cui il capoluogo di regione, nel quale, in particolare, si susseguono- senza costrutto- quotidiane sedute di psicanalisi collettiva, in cui c’è e si dice di tutto di più.
Per quanto riguarda Potenza, anziché proseguire con l’accanimento terapeutico delle inconcludenti riunioni, protagonisti e comparse prendessero realisticamente atto della situazione ed agissero di conseguenza. Il sistema elettorale è a doppio turno, chiunque voglia candidarsi a Sindaco lo faccia e tra gli aspiranti primi cittadini che si richiamano al variegato campo del centrosinistra si stabilisca preventivamente un patto d’onore: il candidato che conquisterà il ballottaggio sarà lealmente sostenuto dagli altri nella sfida finale a Guarente. Qualora il giudizio dei potentini confermi i sondaggi che lo giudicano il peggior Sindaco d’Italia ed al ballottaggio approdino due candidati di centrosinistra, si lasci agli elettori libertà di coscienza, mentre se paradossalmente Guarente dovesse vincere al primo turno, se ne prenda doverosamente atto e si rifletta sugli innumerevoli errori politici che, ad esempio, conducono il Pd alla competizione elettorale senza la guida di un segretario cittadino né di un commissario.
Quale aggiuntivo atto di realismo politico, considerata anche la permanente “guerra tra bande” che fa sì che per taluni la sconfitta dell’avversario interno sia prioritario anche rispetto a quella del nemico esterno, il Pd partecipi alle consultazioni amministrative senza la presenza del proprio simbolo, lasciando liberi iscritti e simpatizzanti di candidarsi dove meglio ritengono opportuno.
Saranno, poi, i rapporti di forza che emergeranno dal voto a determinare le condizioni per la rigenerazione del Pd non solo nella città capoluogo, ma in tutta la Basilicata, ove l’8 e 9 giugno prossimi si rinnoveranno le Amministrazioni del 40% dei comuni lucani, la maggior parte dei quali abbandonati al loro autonomo destino politico, senza che gli organi deputati se ne occupino minimamente.