118 in Basilicata compie 20 anni, intervento Fp Cgil Potenza: “Nel celebrare in questa ricorrenza gli operatori, chiediamo si apra un tavolo di confronto sul 118. La Regione Basilicata garantisca risorse aggiuntive per la valorizzazione del personale”. Di seguito la nota integrale.
Il Deu 118 lucano compie oggi vent’anni. Era il 3 maggio 2004 quando il servizio di emergenza/urgenza istituito con legge regionale numero 21 del 3 marzo 1999 diventava realtà. Se la Regione Basilicata è stata l’ultima regione italiana ad attivare il servizio unico nazionale dell’emergenza sanitaria, si è avuta tuttavia la lungimiranza di costituire un servizio totalmente pubblico, inizialmente affidato, in via sperimentale, a una gestione associata tra le Aziende sanitarie e ospedaliera della Regione Basilicata, per poi diventare nel 2009 Dipartimento Interaziendale di Emergenza Sanitaria, Dires, e nel 2017 passare sotto la direzione dell’Asp.
1 centrale operativa su Potenza, 11 punti territoriali di soccorso con medico, infermiere e autista soccorritore, le cosiddette ambulanze Mike, 27 Pts con infermiere e autista soccorritore, le India, una Pts di II livello automedica, 7 Punti territoriali di primo intervento presso gli ospedali territoriali e 2 basi Hems elicotteri con a bordo anestesista rianimatore e infermiere per oltre 600 unità di personale impegnato sono i numeri di un servizio indispensabile e di qualità, che pur soffre di gravi criticità, spesso lasciate tutte sulle spalle dei lavoratori.
Un servizio che ancora soffre di importanti carenze di personale, tra infermieri, seppur i nuovi innesti da concorso e stabilizzazione abbiano dato una boccata d’ossigeno a organici carenti da anni e che hanno costretto l’Azienda nei mesi a chiudere a rotazione postazioni India (ambulanze senza medico) per carenza di personale, così come la mancanza di personale medico sulle Mike, che frequentemente comporta l’operatività di svariate postazioni territoriali di soccorso che dovrebbero essere medicalizzate come ambulanze infermieristiche. Questo perché ancora manca in diverse postazioni anche il contingente minimo di personale, nonostante quello in servizio sia costretto a turni aggiuntivi estenuanti, accumulando centinaia di ore di straordinario e a scapito dei fisiologici riposi e della conciliazione vita – lavoro, con sacrifici che in questi anni, soprattutto durante il duro periodo del covid, non sempre sufficienti per tenere le postazioni aperte. Non possiamo tralasciare, altresì, che la situazione ideale sui mezzi di soccorso non medicalizzati dovrebbe essere non di due, ma di tre unità (infermiere, autista e soccorritore), al fine di dotare ogni singolo equipaggio di capacità gestionale autonoma dell’intervento e rispondere a quanto previsto dalle norme sulla movimentazione carichi previste dal decreto legislativo 81/2008 sulla salute dei lavoratori, rafforzando altresì il livello di sicurezza. Un altro tema spinoso e che necessita di essere affrontato con celerità è quello della stabilizzazione dei medici convenzionati del 118. Per garantire la stabilità degli organici ed il livello di professionalità bisognerebbe, inoltre, adottare politiche aziendali attente alla formazione di questi professionisti – predisponendo rinnovati protocolli operativi e procedure – e alla motivazione del personale, anche attraverso un’incentivazione economica, tra l’altro prevista nella legge regionale 21/99 istitutiva del servizio, in un dipartimento ad alto livello di stress e burnout che vede fuga di addetti e difficoltà di reperimento di nuove risorse umane. Nella Legge istitutiva del Deu, all’art. 16 comma 10, «in funzione degli obiettivi da perseguire e della particolarità dell’impegno lavorativo nell’ambito dell’emergenza sanitaria, considerato particolarmente usurante, al personale, appartenente al servizio sanitario regionale, coinvolto saranno riconosciuti compensi aggiuntivi attraverso progetti obiettivo definiti dal Dirigente di Basilicata soccorso su parere del Comitato tecnico e finanziati dalla Regione». Articolo che, a quanto ci risulta, è inapplicato dal lontano 2015, anno nel quale del milione di euro che la Regione stanziava per i progetti obiettivo del personale del Deu 118 si sono perse le tracce
Nel dare atto alla Direzione Asp di come sta affrontando e risolvendo diversi problemi, anche strutturali e logistiche, delle postazioni segnalate dalle Organizzazioni sindacali e dai lavoratori, crediamo sia altresì necessario ragionare su come possa essere ridisegnata la geografia del Dipartimento Emergenza Urgenza, al fine di rendere il più omogeneo, rapido ed efficace possibile sull’intero territorio regionale, connotato da una difficile orografia e da gravi carenze infrastrutturali della rete viaria, l’immediato intervento di soccorso richiesto dai cittadini da parte delle postazioni del 118, superando l’attuale sistema a microaree che ha mostrato tutte le sue falle.
Nel celebrare in questo ventennale gli operatori del 118, grazie alla cui professionalità e abnegazione, nonostante le tante difficoltà, abbiamo un servizio di emergenza urgenza a tutela del diritto alla salute dei lucani, come Fp Cgil riteniamo imprescindibile l’apertura urgente, e non più rinviabile, di un tavolo di confronto specifico sul 118, nel quale la stessa Regione si faccia parte attiva per garantire le risorse aggiuntive per la giusta valorizzazione del personale.