Morte operaio a Pignola, intervento Cgil, Cisl e Uil: “Dobbiamo sconfiggere insieme il silenzio della morte. La sicurezza sul lavoro riguarda tutti”. Di seguito la nota integrale.
L’ennesima tragedia sul lavoro avvenuta in Provincia di Potenza in meno di un mese ci obbliga ad andare oltre la ritualità della denuncia ma bisogna agire per fermare le continue morti sul lavoro in Basilicata.
In cima alla lista del nostro impegno c’è la sicurezza, la sicurezza che i lavoratori possano tornare a casa, dalle loro famiglie, e non rischiare ogni giorno la vita.
Noi non accetteremo mai che una vita umana possa valere 20 crediti. Lo abbiamo detto solo due settimane fa in occasione del Primo Maggio e lo ribadiamo dopo la nuova tragedia con la morte di un operaio a Pignola”.
Così le Segreterie di Cgil Cisl Uil insieme alle categorie del settore Fillea Filca Feneal Basilicata in una nota unitaria che aggiungono: dobbiamo sconfiggere il silenzio della morte, quel silenzio e quella solitudine che restano dopo la tragedia nelle famiglie che l’hanno subita.
Cgil Cisl Uil e Fillea Filca Feneal , chiedono l’istituzione di un tavolo permanente sulla prevenzione e la sicurezza con l’obbiettivo di avviare in Basilicata una campagna straordinaria di controlli da parte degli organi di vigilanza in ogni luogo di lavoro.
Vogliamo parlare al cuore e alla mente di quelli che pensano che non si tratti di un loro problema – hanno proseguito – vogliamo far capire che è una questione che riguarda tutti e che, se non c’è il rispetto della vita umana, qualsiasi altra discussione non ha senso. Questo tema, e quelli della sicurezza e della dignità del lavoro devono essere problemi che uniscono e non che dividono.
Non vogliamo aspettare i processi sulla sicurezza che non si faranno mai per capire se un’azienda ha violato le norme; diciamo che se un’azienda sacrifica una vita, quello è un omicidio, un omicidio per cui non paga mai nessuno! Un omicidio per il quale va inserito un Istituto specifico per le violazioni delle norme sulla sicurezza. Ecco perché ancora una volta, chiediamo al Governo di aprire un confronto, insieme alle parti datoriali e ai ministri interessati, affinché quello della sicurezza sul lavoro diventi la priorità del Paese: nessuna vita può essere sacrificata per il profitto.
Le nostre proposte sono note: più ispettori, più ispezioni, no agli appalti a cascata, uniformità delle norme in materia di appalti tra pubblico e privato, istituzione di una Procura speciale e dell’omicidio per violazione delle norme sulla sicurezza sul lavoro, perché se sono stati manomessi i dispositivi di sicurezza non si può parlare di incidenti ma, appunto, di omicidi.