Affidamento gestione servizi assistenziali, terapeutico riabilitativi e socio riabilitativi per utenti psichiatrici presso le strutture residenziali e semiresidenziali della Regione Basilicata, Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl: “Gara pericolosa, inammissibile retromarcia rispetto a un percorso di avanzamento verso la disciplina dell’accreditamento delle strutture operanti nel settore”. Di seguito la nota integrale.
Una gara pericolosa per il futuro della cura della salute mentale in Basilicata quella per l’affidamento della gestione dei servizi assistenziali, terapeutico riabilitativi e socio riabilitativi per utenti psichiatrici presso le strutture residenziali e semiresidenziali della Regione Basilicata. Perché ridare centralità alla salute mentale significa garantire la centralità del servizio pubblico partendo sempre dalla unicità e dalla complessità della persona con disturbi mentali e dai suoi diritti di cittadinanza.
Lanciamo l’allarme su una gara, in fase di svolgimento, che sta disegnando un’inammissibile retromarcia rispetto ad un percorso di avanzamento verso la disciplina dell’accreditamento delle strutture operanti nel settore.
Una gara, per un valore di circa 100 milioni di euro, su quattro lotti, in funzione della tipologia di strutture (residenziali o semiresidenziali) e della intensità della assistenza, che rischia, a nostro avviso, di gettare al vento tutta l’esperienza della cooperazione sociale sul disagio mentale aprendo il varco ai colossi del massimo ribasso. La procedura aperta per l’affidamento della gestione dei servizi psichiatrici di fatto stoppa, con un improvvido tempismo post elettorale, l’iter di attuazione del DM 19 dicembre 22 verso un sistema di accreditamento delle strutture sanitarie e socio sanitarie nella nostra regione, che pure si era vincolata, con una delibera di gennaio 2024, all’aggiornamento dei requisiti di accreditamento vigenti nella regolamentazione regionale per le Strutture sanitarie e sociosanitarie, adeguandoli alle novellate disposizioni del Decreto Legislativo n. 502 del 1992 nonché ai criteri per il rilascio di nuovi accreditamenti.
Nella perdurante assenza di una pianificazione socio sanitaria, la Regione Basilicata produce iniziative estemporanee, dimenticando che la salute mentale sfugge ad una logica prestazionale e di profitto. La gara richiede, infatti, requisiti economici abnormi rispetto alla partecipazione di una impresa singola di medie o piccole dimensioni, quali sono quelle che attualmente operano nel settore, posto che un unico operatore dovrebbe aggiudicarsi l’intero singolo lotto. Il che, pur nel rispetto formale delle norme in materia, potrebbe realizzare, in concreto, una sostanziale lesione dei principi e delle norme a tutela della concorrenza e del libero mercato. Altra peculiarità è la richiesta che le strutture di proprietà, naturalmente conformi ai requisiti strutturali previsti dalle norme regionali, siano già munite delle relative autorizzazioni; una missione impossibile per un unico operatore dotarsi in così breve tempo di tutte le strutture previste nei singoli lotti, a meno che non ne sia già in possesso! Per non parlare di un macroscopico errore sul personale: oltre a non essere indicato correttamente il monte ore, la gara contiene un generico riferimento al contratto dei lavoratori da applicare, il CCNL per il personale della sanità. Quale? Il contratto sanità Aris Aiop? Ricordiamo, tra l’altro, che il CCNL attualmente applicato è quello delle cooperative, appena rinnovato, mentre il costo medio orario indicato nel capitolato di gara non è assolutamente conforme alle tabelle del CCNL sottoscritto recentemente.
Una gara cosi concepita rischia di favorire qualche colosso in un mercato opaco, molto distante dalle realtà sulla quale è articolata la salute mentale nella nostra regione. Lo dimostra la stessa individuazione delle strutture oggetto di affidamento, che pone più di qualche interrogativo sulla sua adeguatezza ai reali bisogni di salute mentale nel nostro territorio, dove registriamo una generale carenza di strutture rispetto alla media nazionale (1,9 strutture ogni 100 mila abitanti, al disotto della media nazionale che è di 2,2 strutture) relativa soprattutto alle strutture semiresidenziali: 1,7 ogni 10.000 abitanti rispetto a 2,8 nazionale. Senza la medicina del territorio, e a maggior ragione quella legata alla filiera del disagio mentale, la Basilicata rischia di disperdere i 40 anni di esperienza compiuti con i servizi della legge 180. La Regione ritiri l’avviso di gara e riprenda il percorso per dotare anche questo territorio di una disciplina per l’accreditamento delle strutture a garanzia della continuità del lavoro e dell’assistenza mantenendo standard qualitativi dei servizi che garantiscono risposte concrete sui territori e allontanando la regressiva tentazione di possibili forme di neoistituzionalizzazione.