Successo sabato sera al Festival del libro BA Book, nella Sala Monaci della Biblioteca Comunale di Maratea del saggio “La Comunicazione Creativa per lo sviluppo socio-umanitario”, scritto dal giornalista originario di Maratea Biagio Maimone.
“Da Maratea per conquistare il mondo” è lo slogan del giornalista lucano che è tra gli ideatori e promotori di “Area Sud Basilicata Patrimonio Mondiale dell’Umanità” e fondatore del Progetto “made in Basilicata” Ricas Italia per la cultura della sostenibilità.
Il libro, nei prossimi mesi, sarà presentato a New York, dalla comunità italiana.
Il Festival del libro, organizzato dall’Amministrazione Comunale e dall’Associazione Amici della Biblioteca Capitolare, si prefigge di essere un significativo tributo al libro e al mondo dell’editoria, in tutte le sue espressioni.
Manuela Maffioli, Vicesindaco e Assessore alla Cultura del Comune di Busto Arsizio, ha partecipato aiia presentazione del libro ha sottolineando l’importanza che riveste per Busto Arsizio il Festival del libro BA Book, affermando: “Busto è una città che legge e che dà importanza alla cultura. Questa edizione del Festival del libro è stata un successo”.
Tra i personaggi più noti che hanno partecipato alla rassegna vi sono stati Serena Bortone, Marina Di Guardo (madre dell’influencer Chiara Ferragni), l’editorialista Aldo Cazzullo e l’economista Carlo Cottarelli.
Hanno moderato Annamaria Folchini Stabile e Paola Surano della Casa Editrice TraccePerlaMeta, le quali hanno presentato Biagio Maimone, autore del libro dedicato a Sua Santità Papa Francesco e a Monsignor Yoannis Lazhi Gaid dal titolo “La comunicazione creativa per lo sviluppo socio- umanitario”, il quale ha sottolineato l’importanza centrale dell’uso del linguaggio e della parola per lo sviluppo sociale ed umano.
Il libro non indica un metodo per comunicare, ma sprona a riflettere sull’importanza dell’utilizzo del linguaggio affinché esso sia sorretto da principi etici e morali, in quanto si sta affermando sempre più un modo di comunicare distorto, perché fondato sulla parola offensiva, spesso violenta, lesiva della dignità umana, che genera conflitto e non dialogo.
La comunicazione, secondo il giornalista Biagio Maimone, deve rispettare i valori che sorreggono la sana relazione umana, pena il decadimento in un processo di involuzione sociale ed umana, considerato che il linguaggio è lo strumento prioritario che regola non solo le relazioni umane, ma anche la cultura in ogni sua declinazione e la vita spirituale dell’essere umano.
Diversi sono stati gli interventi da parte del pubblico presente in sala.
Biagio Maimone è Direttore della Comunicazione dell’Associazione “Bambino Gesù del Cairo”, il cui Presidente è Monsignor Yoannis Lahzi Gaid, già Segretario personale di Sua Santità Papa Francesco.
Il libro di Biagio Maimone rimarca la necessità di fondare un nuovo modello comunicativo che ponga al centro la relazione umana ed, ancor più, l’emancipazione morale ed umana della società odierna.
Sulla scorta della constatazione delle innumerevoli comunicazioni distorte, veicolate da numerosi media e mezzi di comunicazione, compresi i social, forieri di sottocultura che non può essere consentita in quanto impoverisce la società civile deteriorando l’interazione umana , Biagio Maimone ritiene che non sia più rimandabile la necessità di far vivere un linguaggio scevro da menzogne, da offese e dal turpiloquio.
Per tale motivo, rimarca l’importanza dell’utilizzo creativo della parola, tale da generare dialogo e non conflitto, tale da essere foriera di vita e relazione umana, affinchè essa sia al servizio dell’emancipazione morale e spirituale della società odierna.
Biagio Maimone ha affermato: “Ho scritto ‘La comunicazione creativa per lo sviluppo socio-umanitario’, ora in tutte le librerie, con l’intento di porre in luce la necessità non più rimandabile di rivedere l’uso del linguaggio e, più precisamente, della parola. Possiamo constatare come spesso i mass media, i social ancora di più, veicolino messaggi i cui contenuti sono pervasi dalla violenza e dall’odio sociale, dall’intento di screditare e porre sul rogo chi ritengono essere un avversario.
Ciò che emerge è il farsi strada di una subcultura della comunicazione che rischia di impoverire sempre più il tessuto sociale, in quanto i messaggi che essa veicola sono diseducativi .
Nel mio testo, che intende contrastare tale impoverimento culturale e la sua nocività, si rimarca che la parola è vita in quanto deve generare la vita nelle sue espressioni più nobili e spirituali .
E’ mio intento rimarcare il valore centrale della Parola educativa, della Parola che crea relazioni umane improntate al rispetto reciproco, al rispetto della sacralità della dignità umana, che, pertanto, non può essere umiliata con offese e menzogne. Rimarcando la necessità dell’utilizzo della parola vitale si vuole, nel contempo, porre al centro il valore fondante della Verità, che sicuramente ha il potere di condurre verso dimensioni migliorative dell’esistenza umana.
La parola vitale è la parola foriera di quella bellezza spirituale che deve reggere le fondamenta della nostra società perché viva la pace e l’amore, senza cui il nostro universo perde le sue leggi per poi perdere il significato stesso dell’esistere”.
“La Comunicazione diventa futuro” è lo slogan che identifica l’impegno di Biagio Maimone, in quanto egli ritiene che il futuro per essere finalizzato al progresso umano debba far propria una nuova modalità di comunicare che veicoli la pedagogia della vita, della pace, della fratellanza umana, della parola vitale che educa le coscienze dei singoli affinché essi si dirigano sulla strada della vera emancipazione umana, oltre l’impoverimento morale ed anche materiale, che , man mano, sembra voler dilagare.
Egli, pertanto, pone in risalto l’importanza della cultura umana da riversare nel contesto della comunicazione ampiamente intesa affinché si pongano le fondamenta di un nuova e migliorativa modalità di trasmettere informazioni affinché esse arricchiscano sempre più l’universo interiore di coloro che le recepiscono , alimentandolo con verità e valori morali e spirituali, senza i quali l’essere umano viene deprivato di quei contenuti che ne fanno un soggetto pensante capace di costruire un mondo accogliente in cui viva la legalità e la fratellanza umana e quella bellezza che sgorga dall’animo di chi si è nutrito di cultura umana, unica cultura che consente il miglioramento delle relazioni umane e lo sviluppo socio-umanitario.
Per Biagio Maimone occorre superare gli stereotipi che sorreggono la comunicazione, sia quella giornalistica, sia quella di ogni altro media, nonchè quella istituzionale, necessariamente legata ai vari ambiti della vita umana e sociale, al fine di creare un nuovo modello comunicativo che prenda le mosse dai suoni, dai colori e dalle voci legati al sentimento, scaturenti dall’interiorità e dalla spiritualità umana.
Dare voce agli infiniti linguaggi depositati nell’intimo di ognuno egli ritiene debba essere l’intento del nuovo comunicatore, animato dalla finalità primaria di educare all’apprendimento di un linguaggio che fondi le sue radici nei valori insiti nell’animo umano.
Il linguaggio dovrà divenire, pertanto, vettore di valori e non di offese ed insulti, come sovente si verifica.
Partendo dal linguaggio, ripulito dal desiderio di ferire e ridimensionare l’altro, si potrà anche ricreare la relazione umana, rendendola scevra da conflitti lesivi della dignità dell’interlocutore per orientarla all’ascolto autentico, che è creativo di benefici reciproci.
Non meno rilevante sarà la forma che tale nuovo linguaggio dovrà assumere per essere vera espressione del mondo interiore, in cui vivono i valori umani.
Tale forma non potrà che essere la forma che rimanda sia al suono musicale, in quanto esso crea il senso della melodia, intesa come coinvolgimento all’unisono delle varie sensibilità umane, forza reale del linguaggio penetrante e convincente, sia al suono della poesia, da intendersi come modalità sublime di quella dimensione altamente creativa, proprio in quanto sorretta dai valori umani, che la comunicazione di elevato livello non può esimersi dal fare propria.
Biagio Maimone definisce tale processo comunicativo “Comunicazione creativa della dimensione socio-umanitaria”, che potrà essere utilizzato dagli operatori degli Uffici Stampa, dai giornalisti e da chiunque si prefigga l’obiettivo di rendere la comunicazione una professione di elevato valore morale e sociale.