Accoglienza migranti stagionali nell’Alto Bradano, Esposito (Cgil Potenza): “Programmazione fortemente in ritardo. Le esigenze di questi lavoratori non possono aspettare i tempi della politica. Prefetto convochi con un urgenza il tavolo anticaporalato e sblocchi la macchina amministrativa”. Di seguito la nota integrale.
La Cgil di Potenza esprime forte preoccupazione per i ritardi della Regione Basilicata e le istituzioni preposte circa la programmazione per l’accoglienza dei migranti stagionali che ogni anno affollano le campagne dell’Alto Bradano per la raccolta del pomodoro. “Le esigenze di questi lavoratori non possono aspettare i tempi della politica – afferma il segretario generale della Cgil di Potenza, Vincenzo Esposito – gli altri anni a maggio perlomeno c’erano stati degli incontri interlocutori per il bando di gara per l’affidamento del centro di accoglienza di Palazzo San Gervasio. È inaccettabile che la macchina amministrativa sia ferma per permettere al governo regionale di decidere poltrone e giochi di potere.
Nelle campagne dell’Alto Bradano – continua Esposito – già cominciano ad arrivare i primi braccianti stagionali ed è quindi importante che i centri di accoglienza siano operativi. Il rischio è che le maglie dell’illegalità si allarghino a macchia d’olio vanificando ogni sforzo profuso in questi anni per contrastare il caporalato e garantire a questi lavoratori un’accoglienza che sia quanto meno dignitosa. Per questo motivo chiediamo al prefetto di Potenza di convocare con urgenza il tavolo anticaporalato per dare seguito celermente alla programmazione necessaria e smuovere la macchina amministrativa.
Si tratta di lavoratori che rappresentano una risorsa essenziale per le aziende agricole lucane – ricorda Esposito – ancor più in questo periodo di crisi del settore. Al momento non risultano ghetti ma il rischio è che, in assenza di un adeguato sistema di accoglienza, i primi migranti si organizzino autonomamente stabilendosi in alloggi di fortuna nei luoghi vicino ai campi, alimentando così il fenomeno dell’illegalità nel reclutamento della manodopera. Alloggi, ricordiamo, privi di ogni minima condizione igienico sanitaria, senza acqua corrente e potabile.
Tutto questo – conclude Esposito – può essere evitato affrontando la questione dell’accoglienza fuori dall’emergenza, con il coinvolgimento e l’impegno di tutti i soggetti coinvolti. È necessario usare quanto prima i fondi Pon/Poc legalità già pronti per il villaggio di Boreano e Gaudiano a Venosa, per una spesa complessiva di 15 milioni di euro includendo anche il centro di accoglienza di Scanzano, i cui termini scadono nel 2025, e avviare in tempi consoni l’iter necessario”.