Papa Francesco, a conclusione della Giornata Mondiale dei Bambini, nel pomeriggio del 27 maggio ha incontrato e ringraziato tutti coloro che hanno lavorato alla realizzazione dell’evento, che il 25 e 26 di maggio ha riunito a Roma decine di migliaia di bambini da 101 Paesi del Mondo, per immaginare un futuro migliore e un mondo più fraterno.
All’incontro, che si è svolto nell’Aula Paolo VI in Vaticano, c’erano anche i tanti operatori lucani della Cooperativa Auxilium, che hanno partecipato come volontari all’organizzazione della Giornata Mondiale dei Bambini e il fondatore della cooperativa Angelo Chiorazzo, che ha fatto parte del gruppo di coordinatori insieme a Padre Enzo Fortunato, ad Aldo Cagnoli e a Marco Impagliazzo, presidente della Comunità di Sant’Egidio. Infatti, proprio alla Comunità di Sant’Egidio e alla Cooperativa Auxilium era stata affidata l’organizzazione dell’evento voluto da Papa Francesco e patrocinato dal Dicastero per la Cultura e l’Educazione.
Le parole del Presidente della Cooperativa Auxilium Pietro Chiorazzo al termine della GMB, che ha risvegliato le coscienze e offerto una prospettiva nuova a tutti: “È stato un evento senza precedenti e ringrazio gli operatori di Auxilium che con generosità hanno lavorato a Roma per la buona riuscita della GMB, perché con il loro impegno hanno testimoniato quanto sia diffuso nella nostra realtà il desiderio di costruire un mondo migliore seguendo l’insegnamento di Papa Francesco”. Aggiunge Pietro Chiorazzo: “La Giornata Mondiale dei Bambini è stato l’evento più importante della nostra storia venticinquennale. Partecipare alla realizzazione di due giorni così significativi ci ha fatto crescere umanamente e ringrazio ancora una volta il Santo Padre per la fiducia riposta in noi: non era mai accaduto che una cooperativa fosse in prima fila nell’organizzazione di un evento di tale importanza e credo che questo sia motivo di orgoglio per tutti coloro che credono nei valori della cooperazione”.
È stata già annunciata la prossima Giornata Mondiale dei Bambini, che si terrà a Roma nel settembre del 2026, perché Papa Francesco, il 25 maggio allo Stadio Olimpico, ha dato inizio “a un movimento di bambine e bambini che vogliono costruire un mondo di pace, dove siamo tutti fratelli, un mondo che ha un futuro”, come ha detto lui stesso dialogando con oltre cinquantamila bambini, dei quali molti provenivano da Paesi in guerra o lacerati dalla miseria. L’evento dello Stadio Olimpico, infatti, è stato segnato da bellissime e toccanti testimonianze, oltre che da musica e sport. Un bambino per ogni continente ha raccontato la sua vita e ciò che lo preoccupa come Victor, 13 anni, da Betlemme, che vede da otto mesi il cielo occupato dai missili e si chiede: “Che colpa abbiamo noi bambini se siamo nati a Betlemme, a Gerusalemme o Gaza? O Eugenia, da Kharkiv in Ucraina, vuole la pace e non vuole che i bambini sentano le bombe cadere e vedere la morte. O Mila, dalla Nuova Zelanda, che teme per il futuro del pianeta a causa dell’aumento delle inondazioni, così come Mateo da Buenos Aires si è detto angosciato per i bambini che sono malati e non hanno da mangiare. C’è qualcosa di straordinario nella capacità di Papa Francesco di parlare ai bambini e di unire le generazioni. E una ulteriore prova si è avuta domenica 26 maggio in Piazza San Pietro, piena di bambini (c’erano centomila persone in Piazza) che rispondevano in coro alle domande del Papa: “un’immagine del Paradiso”, come l’ha definita Roberto Benigni che con il suo monologo ha concluso l’evento.