L’inaugurazione della nuova sede del 118 di Viggiano, che di fatto segna la chiusura della struttura attiva dal 14 marzo 2014 nell’area industriale, avvenuta peraltro senza alcuna consultazione con i sindacati, rappresenta un arretramento per la sicurezza dei lavoratori, specie in una fase nella quale diventa sempre più indispensabile rafforzare ogni azione di prevenzione della vita dei lavoratori. Lo sostiene la segreteria regionale della Uilm, ricordando che il 118 è stato istituito nell’area industriale di Viggiano, in attuazione degli accordi Eni-Regione, con un investimento di circa 400mila euro, garantendo una copertura H24, con l’obiettivo prioritario di garantire servizi di emergenza-urgenza a partire dall’indotto Eni di Viggiano e all’intera comunità locale. Non può essere certamente valida la giustificazione di locali più ampi, per circa 200 mq, che consente di disporre di tutti i servizi necessari per questo tipo di attività. Se fosse questo il reale motivo avremmo tutti insieme ricercato all’interno dell’area industriale locali più adeguati ed idonei come ad esempio riqualificare l’edificio che ospita Sviluppo Basilicata. Consideriamo doveroso – sostiene la Uilm – convocare immediatamente un tavolo regionale per garantire il ripristino della postazione permanente presso il centro Eni di Viggiano. La vita delle persone e la sicurezza devono essere prioritari. Piuttosto che decentralizzare la postazione, sarebbe opportuno potenziarla, data l’importanza dell’area industriale che ospita migliaia di lavoratori ed è cruciale per l’intera valle.
Non intendiamo scendere in polemiche sterili, ma sottolineiamo l’importanza di garantire alle comunità locali il valore della salute, della sicurezza e della prevenzione. È fondamentale evitare contrapposizioni e lavorare per implementare, non per spostare. L’area industriale necessita di una sorveglianza attiva per proteggere i lavoratori. Se vogliamo realmente vincere la battaglia #zeromortisullavoro, è necessario che ciascuno si assuma le proprie responsabilità.