Celebrato questa mattina anche a Matera il 78° anniversario della nascita della Repubblica Italiana. Dopo il tradizionale raduno in piazzetta Pascoli, le Autorità, in corteo, hanno raggiunto Piazza Vittorio Veneto dove si è svolta la solenne cerimonia celebrativa della Festa della Repubblica con schieramento del picchetto armato a cura delle Forze Armate e Forze di Polizia, deposizione della corona al Monumento ai Caduti, lettura del messaggio del Presidente della Repubblica da parte del Prefetto di Matera, Cristina Favilli.
A seguire gli interventi del rappresentante della Consulta Provinciale Studentesca, Sonya Bonelli, del Presidente della Provincia di Matera, Piero Marrese e del Sindaco del Comune di Matera, Domenico Bennardi. Ha presenziato all’evento l’Associazione Musicale e Culturale “Nunzio Vincenzo Paolicelli” – Città di Matera.
Alle ore 18 Piazza Vittorio Veneto è in programma a Cerimonia dell’Ammainabandiera.
Festa della Repubblica, intervento Domenico Bennardi, sindaco di Matera
Autorità tutte, Forze dell’Ordine, Associazioni Combattentistiche e d’arma, volontari, cittadine e cittadini materani, a tutti voi buon giorno e buona festa della Repubblica.
Tra le autorità saluto (anch’io) il nuovo Alfiere della Repubblica, Alfonso Stigliani, un giovane materano che ha recentemente ricevuto questo importante riconoscimento dal Presidente Mattarella.
Esprimo saluti e complimenti anche a tutti i Cavalieri e Ufficiali dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana che venerdì presso il Chiostro della Prefettura, hanno ricevuto le onorificenze dell’Ordine “Al Merito della Repubblica Italiana”. Complimenti Eccellenza, davvero un momento importante, belle le sue parole i riconoscimenti OMRI non sono un evento mondano ma profondamente istituzionale, bella la presenza degli studenti del Liceo Artistico e del Classico, come degli allievi del Conservatorio “Duni” di Matera. Grazie Prefetto.
Tra gli insigniti mi ha colpito in particolare un cittadino materano, il signor Antonio Salvatore Malcangi, che si occupa da tanti anni di accordatura, riparazione e costruzione di pianoforti, clavicembali e Armonium. Un artigiano. Un vero lavoratore ho pensato. Il Presidente della Repubblica gli ha conferito, di propria iniziativa, il titolo di Commendatore dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana.
In quel momento ho pensato ad un altro materano, un altro lavoratore, un semplice dipendente del Banco di Napoli che nel 2 giugno del 1982, 42 anni fa ricevette il titolo di Grande Ufficiale Ordine al Merito della Repubblica Italiana, perdonerete questo ricordo personale, ma quel materano si chiamava Vincenzo Sarra ed era mio nonno, così orgoglioso e fiero di quei titoli.
Persone semplici, persone umili, onesti lavoratori come ne abbiamo tanti a Matera, per i quali il lavoro è impegno, serietà, passione e dedizione. E qui mi sono tornate in mente le parole degli alunni del Classico che sempre in prefettura hanno citato Cicerone per sottolineare una cosa importante.
L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro, ma questo non vuol dire, come qualcuno ha spesso interpretato che l’Italia, lo Stato, deve garantire il lavoro, certamente lo Stato e tutte gli enti periferici deve mettere nelle condizioni di creare sviluppo e lavoro ma, l’articolo 1 della nostra costituzione ci dice che, come sapevano i latini, la nostra Repubblica, il nostro sistema democratico è fondato su quella necessità di essere laboriosi, di esprimere dedizione, impegno, maestria e serietà. Cicerone amava più di tutti il lavoro dei campi, perché non potevi realizzarlo se non con questo spirito. Il riconoscimento ad Antonio come a Vincenzo, è assolutamente in linea con l’articolo 1 della nostra costituzione.
Le parole del Presidente Mattarella, sul 2 giugno mi hanno colpito per il loro senso profondamente «europeo»: Un Italia per la pace, ma «senza baratti insidiosi» «per la tutela – sempre, ovunque, per tutti». Queste sono parole che nella loro chiarezza sono di grande conforto. Nessuno può scambiare l’“assenza di conflitti aggressivi” Mattarella non la chiama pace, con la sottomissione, non si può concedere l’ordine attraverso la paura, e la prosperità economica in cambio di sudditanza.
E questo vale sia per il conflitto tra l’Ucraina e la Russia , sia per la guerra in Medioriente. Dove anche qui, Mattarella ci indica chiaramente la via, riconoscere i due Stati quello di Israele e quello di Palestina.
Serve, insomma, un atto di «responsabilità». La stessa – rileva – a cui furono chiamati gli italiani il 2 giugno 1946, quando scelsero la Repubblica.
La sovranità appartiene al popolo, recita sempre la nostra costituzione, principio fondamentale che dovrebbe appartenere a tutti i popoli, ad ogni popolo, ad ogni comunità e tutti i popoli, tutti gli Stati dovrebbero riconoscere e rispettare quella altrui.
Quindi che cos’è il 2 giugno? Cosa festeggiamo oggi? E’ una giornata che porta con sé sicuramente un immenso patrimonio valoriale e simbolico, la fine per l’Italia della guerra, la conquista della pace, della libertà, della democrazia,
e l’esigenza di riscoprire un gran senso di fratellanza e solidarietà nazionale, ideali e valori importantissimi, che un tempo segnarono un nuovo inizio per la storia del nostro Paese, e che costruiscono le vere fondamenta di un Paese unitario, che tale deve continuare a essere.
La Repubblica democratica è il risultato finito di tutto questo a fronte di tanto impegno, tanto lavoro (torna quel concetto di lavoro) e di tanti sacrifici.
Ma più che chiederci cosa sia la Repubblica, per attualizzare questa giornata forse è corretto chiederci dove sia.
La Repubblica è nella nostra Costituzione, nei suoi diritti e nei suoi doveri sanciti, pretendiamo e ricordiamo sempre i nostri diritti ma a volte sui doveri passiamo avanti, la Repubblica è nel dover rispettare gli altri, nel rispettare le donne, gli anziani, le persone, persino i vicini.
«Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. (art. 3 della cost.).
La Repubblica è nel rispettare i figli, nell’accettare i loro errori, anche i 5 in latino, senza abbandonarli per strada, la Repubblica è nel rispettare i bambini,
il loro tempo più lento rispetto al nostro, i loro sogni, i loro desideri, compreso quello di studiare tutte le specie di dinosauri a scuola. Naturalmente lo dobbiamo fare anche noi amministratori, tanto ormai abbiamo istituito il consiglio comunale dei bambini e non potremo farne più a meno.
Grazie Presidente Salvatore.
La Repubblica è nel proposito di lavorare, come Antonio e Vincenzo, attivarsi con dedizione e impegno, insieme per una causa comune, un futuro più sereno e più felice per tutti, per una convivenza civile, con più attenzioni verso gli altri e con nuove consapevolezze e attenzioni verso il clima e l’ambiente.
Viva la Repubblica fondata sul Lavoro.
Festa della Repubblica, intervento Sanya Bonelli, presidente Consulta provinciale studentesca
Buongiorno a tutti e tutte, da parte della consulta provinciale studentesca, permettetemi come sempre di salutare per primi gli studenti e le studentesse della provincia di Matera, che ho l’onore di poter rappresentare e dar loro voce. Saluto l’ufficio scolastico qui presente nella figura della dottoressa Cancelliere e le autorità civili e militari che oggi sono tutte qui per una delle commemorazioni più importanti della nostra storia, di noi, cittadini italiani.
Il 2 giugno 1946 pose le basi dell’italia libera e viva che abbiamo l’onore di coltivare oggi,
il 2 giugno 1946 si tenne il referendum istituzionale con il quale gli italiani vennero chiamati alle urne per decidere quale forma di Stato dare al Paese . Dopo anni di monarchia, due guerre mondiali e altri anni di dittatura,i cittadini italiani, ancora con le ferite aperte a causa di tutta la violenza fisica e morale subita, per la prima volta nella storia erano chiamati a decidere chi avesse dovuto rappresentare la nostra cara italia. Sulla scheda due opzioni: monarchia e repubblica, questo termine nuovo alle orecchie del popolo italiano che quel giorno votò per liberare l’Italia, per darle voce, per ridarle vita.
Quel giorno il popolo italiano decise di votare, di andare a votare e scegliere, decise che l’Italia meritava una speranza e che quest’ultima c’era, meritava di essere protetta e promossa come gli italiani avevano fatto e dimostrato di fare negli anni difficili precedenti. Quel giorno da quelle schede nacque un concetto che ancora oggi vive in noi e nella vita di questa giovane italia, dal greco antico: δῆμος, “popolo” e κράτος”potere” “potere al popolo”. Era il popolo a decidere l’italia che avrebbe voluto, e da quelle schede i cittadini italiani fecero conoscere all’italia il dolce profumo della democrazia.
Il 2 giugno nacque in italia la democrazia, quel concetto così intenso, così bello che oggi possiamo vivere grazie ai voti su quelle schede, grazie ai cittadini italiani che quel giorno votarono la repubblica. A volte le parole passano un po’ in secondo piano nella nostra frenetica vita, ma pensiamo a questa parola, a cosa votarono davvero i cittadini italiani.
Repubblica è il termine con cui meglio si potesse indicare questa rinascita dell’italia, questa partecipazione civica da parte di tutti gli italiani che quel gorno si fiondarono alle urne per scegliere il destino comunitario della nazione: repubblica viene dal latino, res publica e letteralmente vuol dire uno dei concetti più belli del mondo, cosa pubblica. Votando per la “ cosa pubblica” nasceva negli italiani una vera identità italiana, nasceva il popolo italiano a tutti gli effetti impegnato nella costruzione di uno Stato civile aperto al popolo e che rappresentasse il popolo in tutta la sua diversità.
Votando per la cosa pubblica, nasceva negli italiani il senso di voler a tutti i costi proteggere la loro identità e la volontà di non voler essere solo spettatori di un destino ma protagonisti indiscussi della continua crescita dell’Italia e protagonisti della costruzione del suo futuro.
Pensate quanto il 2 giugno abbia significato per noi, quel res publica diede vita al nostro senso comunitario, alla volontà non di vivere in modo egoistico la nostra vita, ma di vivere l’italia ,di parteciparvi e di renderla libera e aperta a tutti i cittadini italiani.
Tutti e tutte;
il 2 giugno infatti ci fu anche un’altra conquista, la nostra grande conquista: anche le donne andarono a votare, ebbero il diritto di voto. Per decide la forma di governo non si parlò di uomini e donne, ma di cittadini italiani, pronti e chiamati a decidere per la loro comunità, la grande italia. Grazie alle loro, x al loro voto, oggi viviamo in una repubblica, oggi viviamo in un’italia libera e aperta a grandi orizzonti, oggi possiamo vivere l’Italia e grazie a quei voti, abbiamo uno dei testi legislativi più belli al mondo, uno dei testi che più rappresenta l’italia che quei cittadini volevano, per il quale quel giorno andarono a votare: la costituzione italiana. Pensate a quanto questa repubblica è stata voluta, tanto che quella costituzione che da’ vita alla repubblica vera e propria fu scritta da politici che al di là del loro partito scrissero la costituzione per il popolo, e quindi non scrissero da politici ma da cittadini italiani, pensate a quanto gli uomini e le donne ci tenessero alla res publica che oggi possiamo respirare.
Cosa vuo dire ricordare il 2 giugno? E mi rivolgo soprattutto a noi giovani.
Significa tutelare la libertà, l’identità del nostro Paese, tutelare quella grande maggioranza di voto che decise di donare una speranza al futuro, all’Italia, significa far crescere dentro di noi quel senso di comunità così tanto voluto e che fa di noi cittadini, persone umane libere e uguali e fa del nostro Stato uno Stato vivo e libero. Significa aver cura del nostro essere cittadini, del nostro essere italiani, ma soprattutto della nostra democrazia.
Siamo noi, e mi rivolgo soprattutto ai miei coetanei, a dar vita alla res publica, siamo noi a scegliere, siamo noi che decidiamo a meno di proteggere la democrazia, di dar voce ai nostri diritti e il 2 giugno ci ricorda di farlo sempre, di proteggere la nostra Italia, la nostra democrazia da qualsiasi minaccia che sia, e ricordate che a più grande minaccia per una res publica è solo una: l’indifferenza e il disimpegno civico. E allora noi nuove generazioni ci impegneremo a vivere l’Italia, a vivere la democrazia, a continuare a costruire un futuro solido di valori di libertà, uguaglianza, legalità e forte partecipazione civica,e voi adulti sarete pronti a farci strada a guidarci, e insieme come i cittadini italiani del 2 giugno 1946, siamo pronti a non essere solo spettatori di una vita comune ma abili protagonisti di un’Italia sempre in profonda crescita, pronti a non lasciare sulla carta quelle parole che sanciscono la repubblica nella costituzione.
saremo così pronti a dire sempre e con grande onore che (art.1)
“L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.
La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.”pronti a difendere e garantire ciò che la repubblica ci ha regalato (art.3):
Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
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La fotogallery delle celebrazioni per la Festa della Repubblica (foto www.SassiLive.it)