Riportiamo di seguito alcune riflessioni dello scrittore e poeta non vedente materano Vito Coviello.
Mi chiamo Vito Coviello, sono cieco totale da venticinque anni, per un glaucoma. i miei primi diciassette anni da non vedente, per me sono stati molto dolorosi e solo negli ultimi otto anni, ho cominciato a scrivere, libri, poesie, romanzi, racconti, e commedie, per lenire il mio dolore cercando di colorare il buio della mia prigione che porto sempre con me. Ho potuto scrivere ad oggi ventidue libri liberi da qualsiasi diritto di autore, ovvero me, o da editori di sorta, che si possono scaricare liberamente e gratuitamente da www.aciil-basilicata.webnode.it o anche da www.gio2000.it . Libri che poi ho regalato, via mail in formato digitale, ad ospedali, Amministrazioni comunali scuole, biblioteche, case circondariali, associazioni Onlus odv, forze dell’ordine, volontari di tante associazioni, ambasciate straniere e da tanti altri.
Io sono un diverso! Sono un diverso, perché sono cieco, e perchè tanti mi ci fanno sentire cosi. Sono diverso come può essere diverso qualsiasi persona, per carattere, per pensiero o colore della pelle, per problematiche di salute, per povertà o per altre problematiche.
la mia diversità nel mondo dei normodotati, in quanto non vedente, è stata per me un peso, perché la società, me l’ha fatta sentire un peso anche se poi nell’ipocritamente corretto, io sarei un diversamente abile, cosa che non ha senso, . Diversamente abile da chi? sono solo un cieco e basta! Una persona che ha solo un problema sensoriale, un grave problema visivo ma che è anche e soprattutto una persona con tanto di cuore, di mente di anima e di sentimenti , come lo sono tutti quelli che come me, vengono considerati diversi dalla società.
I primi anni mi ricordo che mi vergognavo, di essere io cieco, mi vergognavo di essere diventato cieco, mi vergognavo ad usare il bastone bianco, come tanti altri purtroppo si vergognano, delle loro diversità, ma poi diversità da che? Diversità dall’appiattimento della massa?
La mia cosiddetta diversità mi ha portato ad un circuito di introspezione, a vedere in me stesso a non badare più alla società delle immagini.
Non trovando più nello specchio la mia immagine ma solo la mia anima ho cominciato, a portare fuori da me, tutto quello che vi avevo dentro. Ho incominciato, a mettere fuori la mia ricchezza interiore, la mia sensibilità. , ricchezza interiore che comune in tutti quelli che la società considera diversi.
In tutte le persone che ha torto vengono considerate diverse, c’è una ricchezza immensa, un universo infinito.
io dico sempre che un aquilone non può prendere il volo nel cielo azzurro se non hai il vento contro , e le difficoltà della vita sono come il vento, che ti aiutano, comunque a volare alto nel cielo, azzurro, che purtroppo non vedo più.
certamente in questa nostra società una cosa è essere un povero cieco ed un’altra cosa e essere un cieco povero che è molto peggio , perché se hai qualche conoscenza, qualche amicizia importante, e qualche euro da parte , la tua diversità non te la fa pesare nessuno anzi vieni portato ad esempio ed additato come un fenomeno. Quasi come un fenomeno da baraccone , ma questo forse solo da noi perché in America vali per quello che vali e non per quello che sei . Non per la tua disabilità o per la Pietà, che potresti ispirare negli altri.
Una cosa, è essere un povero cieco, ed una cosa e essere un cieco povero!
Una persona povera e nel silenzio di tutti è un invisibile ed è proprio a queste persone che la società e la politica dovrebbe prestare attenzione e maggior comprensione alla soluzione dei problemi, di chi è stato nella vita meno fortunato. Soluzioni che non arrivano mai. Voglio dare il mio incitamento a chi viene considerato diverso dalla società e un incoraggiamento a fare di più, a lasciar scivolare via dalla propria pelle tutto quello che è negativo , a fare di più per se stessi e per regalare e donare se stessi agli altri.
Tutto quello che farai, ti ritornerà, se non in questa vita, ti ritornerà sicuramente nell’altra vita dove non sarai piu un cieco, un diverso. Vi abbraccio tutti da Matera Vito Coviello, scrittore non vedente.